Il 22 giugno si terranno le primarie per eleggere il candidato democratico per il sindaco di New York City. A sfidarsi sono otto candidati. I candidati sono divisi in due gruppi: i moderati Andrew Yang, Eric Adams, Kathryn Garcia, Shaun Donovan e Ray McGuire, e i più radicali di sinistra Scott Stringer, Maya Wiley e Dianne Morales. Chi sarà il prossimo sindaco della Grande Mela?
Chi sarà il prossimo sindaco di New York City?
Nel secondo dibattito tra gli aspiranti democratici il moderatore, Bill Ritter, ha detto: “Chiunque vincerà queste elezioni dovrà affrontare forse le sfide più grandi che qualsiasi nuovo Sindaco abbia mai affrontato”. In effetti è così. Il nuovo Sindaco dovrà fermare il virus, fermare l’epidemia delle armi da fuoco e garantire ai newyorkesi sicurezza. Nell’ultimo dibattito i candidati si sono confrontati su come controllare la violenza nelle strade. A NYC le sparatorie sono aumentate del 77%. C’è chi vorrebbe non fare intervenire più la polizia per gli interventi del 911 che coinvolgono casi di tossicodipendenze o salute mentale. C’è chi vorrebbe limitare ulteriormente la detenzione di armi. Poi il dibattito si è spostato su come superare la crisi economica. Sburocratizzazione, riduzione delle multe a ristoratori e piccole imprese, sono alcune proposte. Ma anche estensione delle coperture assicurative sanitarie e dell’offerta di case popolari per i meno abbienti.
Chi sono i candidati più moderati?
A sfidarsi per le primarie democratiche sono otto candidati. Andrew Yang, 46 anni, ex candidato alle primarie presidenziali, potrebbe essere il primo sindaco di origini taiwanesi. All’inizio della gara era il favorito, ma ora sta andando a picco nei sondaggi. È stato criticato per non aver mai votato nelle ultime cinque elezioni comunali della città.
Eric Adams, 60 anni, è ora il candidato favorito. Cresciuto nei quartieri poveri di Brooklyn, potrebbe diventare il secondo afroamericano a ricoprire la carica di sindaco di NY. Adams è un ex poliziotto, ha deciso di entrare a far parte del dipartimento di polizia dopo che a quindici anni venne aggredito dalla polizia. il suo scopo era quello di riuscire a cambiarlo dal dentro.
Kathryn Garcia, 51 anni, figlia adottiva di una famiglia di Brooklyn, vive a pochi isolati da dove è nata, in quella che definisce essere la sua comunità. Ha fatto carriera nell’amministrazione pubblica fino a diventare commissario all’igiene della città. Ha gestito la risposta all’uragano Sandy e la crisi alimentare durante la pandemia. Potrebbe essere la prima donna a ricoprire la carica di sindaco di New York. A marzo era molto indietro nei sondaggi (5%) ora sta recuperando terreno (21%).
Shaun Donovan, 55 anni, ha servito come membro del gabinetto dell’amministrazione Obama. Il giorno dell’anniversario della morte di George Floyd è stato arrestato mentre manifestava con i Black Lives Matter.
Ray McGuire, 64 anni, cresciuto in Ohio, ha lavorato a Wall Street per quasi quattro decenni. Negli ultimi 13 anni ha lavorato come direttore presso Citigroup.
Chi sono i candidati più radicali?
Maya Wiley, 57 anni, docente e attivista per i diritti civili. È considerata una delle più radicali. Appoggia lo slogan “Defund the Police” e vuole reperire le risorse per il suo programma tagliando i fondi destinati alle forze dell’ordine e riformando il dipartimento di polizia. Per questo è accusata di sottovalutare l’esplosione della criminalità a NYC. Ha ottenuto l’endorsement della progessisita Alexandria Ocasio-Cortez e potrebbe diventare la prima donna afroamericana a guidare la Grande Mela.
Scott Stringer, 61 anni, è nato nell’Upper East Side da una famiglia di origini ebraiche. È stato membro dell’assemblea dello Stato per 13 anni e oggi ricopre il ruolo di controller della città di New York. Ha perso terreno dopo essere stato accusato da due donne di molestie sessuali.
Dianne Morales, 53 anni, ex insegnante cresciuta nelle case popolari di Brooklyn da una famiglia di origini portoricane. È direttrice di un’azienda non profit che gestisce i servizi per i giovani LQBTQ senzatetto. Sostiene lo slogan “Defund the Police” e vuole tagliare 3 miliardi destinati al dipartimento di polizia.