L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, Unesco, nasce ufficialmente il 16 novembre del 1945 con la firma della sua Costituzione durante la Conferenza di Londra.
Come e quando è nato l’Unesco?
“La bellezza salverà il mondo” disse lo scrittore russo Fëdor Dostoevskij. Aveva proprio ragione: la bellezza, quella “alta”, carica di valori, è capace di ispirare la parte migliore di ogni essere umano; la bellezza unisce e favorisce il dialogo, la comprensione, la pace. Questi i sentimenti alla base della fondazione dell’Unesco nel 1945. Nell’immediato dopoguerra, più precisamente il 16 novembre del 1945, i ministri dell’Istruzione alleati si riuniscono a Londra, dove decidono di creare un organismo internazionale che faccia capo alle Nazioni Unite e che abbia il compito di promuovere la pace tra i Paesi, favorendo la ricerca scientifica, la tutela dei beni culturali e del paesaggio per garantire a tutti i diritti fondamentali.
Come funziona l’Unesco
L’Unesco, con sede generale in Francia, a Parigi, è formato da tre organismi: Assemblea generale, Consiglio esecutivo e Segreteria. Questi, armonizzati, hanno l’obiettivo principale di preservare e promuovere il patrimonio culturale a livello mondiale. Ogni anno, inoltre, viene eletto un Comitato patrimonio mondiale cui scopo è selezionare i nuovi siti da inserire nella Lista patrimonio mondiale e di proteggerli distribuendo le risorse del fondo per il patrimonio mondiale.
L’Italia al top della lista dei siti patrimonio dell’umanità
Con le sue innumerevoli bellezze culturali, artistiche e paesaggistiche, l’Italia si colloca tra i Paesi con più siti Unesco al mondo. Lungo l’arco della penisola del Bel Paese, infatti, sono ben 53 i siti patrimonio dell’umanità. Luoghi pieni di meraviglia, bellezza, fascino identificati come luoghi di eccezionale importanza culturale o naturale. La Cina, che segue a breve distanza il Bel Paese nell’importante classifica, non ne ha mai conquistato la vetta, nonostante possa fare affidamento su un territorio immensamente più grande e una popolazione numerosa più di 20 volte rispetto all’Italia. Tuttavia, secondo i dati Istat, solo il 3.4% della popolazione italiana è impiegata in lavori che dovrebbero essere basilari per un Paese che può contare su migliaia di siti di interesse eccezionale. Un dato che deve far riflettere.