mercoledì, Aprile 16, 2025

Nasce il Manifesto per il turismo italiano: servono aiuti immediati

La crisi sanitaria in corso sta mettendo in ginocchio il turismo italiano. Un settore che rappresenta il 13% del Pil nazionale, per un valore economico di 232,2 miliardi di euro. Uno dei principali motori dell’economia, della società e della cultura del nostro Paese.

Le importanti e necessarie misure restrittive per arrestare il virus hanno portato, a partire da fine febbraio, alla progressiva chiusura di tutte le attività del comparto turistico. Con la conseguenza di non essere più in grado di generare nuovi flussi economici in entrata.

Una situazione che durerà presumibilmente per diversi mesi, con una prospettiva di ripresa lenta e lunga.

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Senza un sostegno immediato, si rischia un crollo a catena delle imprese del settore

Un crollo che avrà pesantissimi impatti sull’economia, sull’occupazione diretta, sull’immenso indotto collegato e sul Paese.

Per la prima volta aziende private, in qualche modo concorrenti, si uniscono per lanciare un grido di allarme su uno dei settori più colpiti da questa crisi e diventano i promotori del Manifesto per il Turismo Italiano, con l’ashtag #ripartiamodallitalia.

Un’iniziativa che chiama a raccolta le istituzioni, tutti coloro che vivono di turismo e quanti, anche da semplici cittadini e viaggiatori, vogliono esprimere il proprio sostegno.

L’adesione al Manifesto online è aperta a tutti. Sigle del settore e consumatori, che potranno aderire alla piattaforma su change.org  ed essere aggiornati sulle azioni in corso sul sito www.ripartiamodallitalia.it.

Tra le varie richieste c’è anche la creazione di Buoni vacanza da utilizzare per l’imminente stagione estiva.

A lanciare l’allarme le associazioni ASTOI Confindustria Viaggi (che rappresenta il 90% del tour operating in Italia). FTO (che raccoglie il mondo della distribuzione turistica con network e agenzie indipendenti e altri segmenti del settore), insieme ad altre importanti aziende del settore.

Pier Ezhava: “Il turismo sta vivendo la crisi economica più grande della sua storia

Il turismo sta vivendo la crisi economica, finanziaria, operativa più grande della sua storia. Ecco perché nasce il manifesto del turismo”, ha spiegato a SiViaggia Pier Ezhava, Chief operating Officer – Alpitour World. 

“Aziende private e concorrenti si mettono insieme per lanciare una forte campagna di comunicazione che miri a farci sentire dalle istituzioni e includere nell’imminente secondo decreto delle misure a sostegno del turismo. Hanno aderito 16 aziende e diverse associazioni di categoria. Sul sito change.org stiamo raccogliendo le firme, non solo da parte di attori del turismo ma anche dalla società civile, con personaggi dello spettacolo, della cultura, della musica, dell’intrattenimento e dello sport. Il turismo va difeso e questo manifesto vuole gridarlo in maniera forte e chiara“.

Le richieste del settore turistico

I firmatari, i promotori e i sostenitori del Manifesto per il Turismo Italiano chiedono, con urgenza, al Governo l’adozione di alcune azioni forti per la sopravvivenza delle imprese e di tutti i lavoratori:  

  • La costituzione di un Fondo straordinario di sostegno al mancato reddito per tutte le imprese del settore turismo organizzato. Mediante finanziamenti a tasso 0 e prestiti a fondo perduto. Proporzionalmente al fatturato di ogni singola azienda del settore
  • Il prolungamento della cassa in deroga
  • La creazione di Buoni Vacanza, da utilizzare per l’imminente stagione estiva

 L’emergenza economica potrà protrarsi fino a fine anno

Secondo il Cerved Industry Forecast l’emergenza economica scatenata dalla pandemia durerà in uno scenario base fino a maggio. Nell’ipotesi peggiore potrà protrarsi fino a fine anno.

Tra i dieci settori che soffriranno di più quest’anno, ben sette sono in tutto o in parte ascrivibili al turismo. Si parla di alberghi, agenzie di viaggio e tour operator. Non solo, nel triste elenco anche agenzie di eventi, strutture ricettive extra alberghiere, trasporti aerei, organizzazione di fiere e convegni, gestione aeroporti, autonoleggi.

E tutto questo nella previsione più ottimistica dello studio realizzato. Quella più pessimistica arriva a stimare la perdita di oltre il 70% del fatturato, con ripercussioni anche nel 2021. 

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