La democratica Nancy Pelosi è stata rieletta speaker della Camera dei Rappresentanti degli USA con una maggioranza di 216 voti contro 208. Il voto si è svolto durante la prima seduta del nuovo Congresso che ha prestato giuramento ieri. Pelosi, 80 anni, principale oppositrice del presidente Trump, ha così riconquistato l’incarico per altri due anni. Probabilmente per l’ultima volta.
Nancy Pelosi è rieletta speaker della Camera?
Nancy Pelosi è stata rieletta per due anni come speaker della Camera dei Rappresentanti, una delle due camere che compongono il congresso degli USA. Pelosi, 80 anni, fa parte del partito democratico e alla Camera rappresenta la California. Ha ricoperto la carica negli ultimi due anni e anche dal 2007 al 2011. È l’unica donna nella storia degli USA a essere stata eletta speaker della Camera. Pelosi è una delle principali oppositrici di Donald Trump.
La scelta della Pelosi aveva messo in conflitto i membri del partito democratico
La rielezione della Pelosi è stata molto discussa anche all’interno del partito democratico. I membri della parte più radicale chiedevano un nuovo volto come speaker ma senza mai presentare un nome. Mentre i democratici moderati affermavano che Pelosi si era schierata troppe volte con la sinistra radicale, alle frange violente di Black Lives Matter e allo slogan “Defund the Police”. Inoltre i moderati affermano che per colpa dell’ala radicale il partito avrebbe perso seggi alla Camera. Infatti ora si trova con la maggioranza più risicata da decenni: 222 a 211. Nel giorno dell’insediamento del nuovo Congresso Pelosi è riuscita però a battere lo sfidante repubblicano Kevin McCarthy per 216 voti contro 208. Pelosi inizia il suo quarto, e forse ultimo mandato, promettendo di attivare tutte le sue abilità negoziali per collaborare con i repubblicani e cercare di mantenere unito il partito democratico.
Dopo l’annuncio della rielezione i democratici si sono ricompattati intorno all’anziana leader che li guida ormai da 18 anni, accogliendo il conteggio finale con una standing ovation. Nella speranza che questo rappresenti un messaggio di unità.
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