mercoledì, Aprile 16, 2025

Myanmar: il Giorno della vergogna, 114 morti

Ieri per il Myanmar è stata la Giornata della vergogna. Nel giorno della celebrazione delle Forze armate, i militari hanno ucciso oltre 100 persone che si oppongono al colpo di Stato. Tra le vittime ci sarebbero anche due bambini di 5 e 13 anni. Colpito ad un occhio anche un bambino di solo un anno. Condanna unanime della comunità internazionale.

Myanmar, il Giorno della vergogna: cos’è successo?

Una giornata di sangue senza precedenti dal colpo di Stato del 1° febbraio scorso in Myanmar. Ieri, nel giorno in cui il paese si celebrava la festa delle Forze armate è stata una vera e propria carneficina di manifestanti anti-golpe. Il bilancio parla di oltre 100 morti, portando a 400 il totale delle vittime dall’inizio delle proteste. Tra le vittime ci sono anche due bambini di cinque e tredici anni, colpiti da proiettili indirizzati senza criterio contro le case nei quartieri giudicati ribelli. È stato colpito ad un occhio anche un bambino di soli un anno che stava giocando nel suo giardino.

La condanna della comunità internazionale

Le azioni dei militari birmani sono state duramente condannate dalla comunità internazionale. I capi delle forze armate di 12 paesi hanno condannato fermamente l’uso della forza letale contro le persone inermi da parte delle forze armate birmane. L’ambasciatore britannico, Dan Chugg, ha affermato che l’esercito si è coperto di infamia.

Il capo della giunta militare, Min Aung Hlaing, si difende affermando che i militari hanno protetto il popolo dai terroristi. Tuttavia le immagini che circolano sui social mostrano tutta un’altra storia. I soldati hanno sparato per uccidere. Hanno percorso viali e vie secondarie sparando alla cieca e mirando alla testa dei manifestanti.

Una crisi economica senza precedenti

Il Myanmar si trova anche difronte ad una crisi economica senza precedenti. Dopo il golpe, infatti, il movimento di protesta ha organizzato scioperi diffusi e disobbedienza civile da parte dei lavoratori del governo, che hanno ostacolato il funzionamento dello stato. Le proteste, sommate alla pandemia di coronavirus, hanno messo in ginocchio l’economia birmana. Le Banca Mondiale ha avvertito che il paese dovrà affrontare un enorme crollo del 10% del prodotto interno lordo (PIL) nel 2021.


Leggi anche: Diario di un medico del Myanmar che aiuta manifestanti

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