Certamente Roger Scruton non è una delle personalità più in vista o più conosciute del mondo intellettuale globale ma è sicuramente un rappresentante internazionalmente noto sul piano accademico, dell’alta formazione universitaria di branca letteraria e filosofica e a livello prettamente elitario in termini universali, nonché una figura di spicco in qualità di critico e pensatore molto famoso in patria, la Gran Bretagna, dove le sue idee hanno raggiunto una certa attenzione sia da parte di colleghi che dall’opinione pubblica ricevendo, e da una parte e dall’altra, un notevole successo ma anche commenti strutturati di contrasto alle sue opinioni.

Sicuramente penna dal forte accento provocatore, mente audace capace di un sincretismo tra sacro e profano, di opinioni sul bene e sul male non convenzionali, e sull’intendimento della giustizia, della verità e della falsità dichiaratamente emblematiche, nonché mente fervida decisamente popolare oltre che si stampo accademico capace di spezzare tabù anche piuttosto consolidati, lo Scruton è stato un pensatore eccellente, coinvolgente e rivoluzionario. Deceduto domenica 12 gennaio all’età di 75 anni, lo Scruton ha lasciato stupefatta l’opinione pubblica in primo luogo per il suo particolare pensiero durante la sua lunga vita di studi e ricerche che se non avesse abbandonato l’intellettuale ci avrebbe concesso ancora a lungo l’onore della sua presenza e il proseguo e l’evoluzione delle sue idee per gli anni a venire, e in secondi termini interdetti i suo sostenitori che, continuando a ricordare e trasmettere la sua memoria, i suoi insegnamenti e le proprie tesi, proprio in occasione del tragico evento gli rendono sentito cordoglio. A rendergli tributo, oltre che lo storico, saggista e collega Timothy Garton Ash che su lui si è esposto raccontando il suo
“[…] instancabile sostegno a favore dei dissidenti dei paesi dell’Europa centrale durante il comunismo”
anche la trasmittente d’informazione BBC, la quale nel programma radiofonico di notizie e attualità del mattino Today ha spiegato come il filosofo sia stato praticamente perseguitato, per quasi tutta la vita, da un establishment intellettuale di sinistra non disposto a concedergli spazio.

Capace di formulare un pensiero dinamico, solido e costruttivo, oggettivamente parlando indipendentemente dalle accuse che sul suo conto gli si possono rivolgere o dalle dichiarazioni provenienti da diversi campi del sapere e da ideologie sociopolitiche ignoranti o ipocrite che ritengono giuste ed immutabili le proprie tesi e la propria visione senza riuscire a spaziare in speculazioni che accettano diversi punti di vista o altre controparti giudicanti, tipo di pensiero relativamente complesso e adeguatamente formato proveniente oltre che da una grande capacità di ragionamento anche da pratiche ed esperienze dirette nelle più svariate branche, ha lavorato infatti come accademico, curatore, editore, avvocato, giornalista, romanziere e compositore, Sir Roger Scruton è sicuramente una delle più controverse menti britanniche. Certamente ben voluto e seguito con rispetto e deferenza dalle cerchie politiche inglesi ed europee soprattutto in questi ultimi tempi che vedono l’ascesa e l’appoggio delle destre o di un liberalismo centrista, correnti politiche che stanno cercando con più o meno accettabili e consone ragioni di prendere il posto delle sinistre, nonché sostenuto in questa crisi definita democratica in particolar modo dalla piccola e media borghesia la quale fa riferimento oltre che alla classe media anche al comparto industriale ed economico finanziario appartenente non soltanto al settore pubblico ma pure a quello privato delle più varie classi, Scruton, durante la sua vita, ha sviluppato ed elaborato idee davvero considerevoli e suggestive.
Biografia, Pensiero e Carriera
Roger Scruton, all’anagrafe chiamato Roger Vernon Scruton, è nato il 27 febbraio 1944 a Buslingthorpe, paese a gestione comunale con potere decisionale sottostante ai distretti e alle contee chiamato anche parrocchia civile o parrocchia amministrativa secondo la giurisdizione territoriale facenti riferimento ai governi territoriali britannici così definito in eredità dell’antico retaggio ecclesiastico, borgo situato nel distretto del West Lindsay, nel Linconshire, regione inglese ubicata a est dell’isola britannica, come fa riferimento il nome del protettorato non distante dal capoluogo Lincoln che si trova più a sud rispetto alla cittadina natale del pensatore.
Definito dal New Yorker il filosofo più influente nel mondo, Scruton era una figura poliedrica e anche autore di due opere liriche. Divenuto Sir per le conquiste ottenute in ambito speculativo, per le idee innovative che ha elaborato e che hanno fatto piuttosto discutere considerato lo strascico di echi con cui si sono dovute confrontare, nonché per innumerevoli meriti professionali e artistici, rifacendosi alla storia della chiesa, allo spiritualismo, al socialismo e all’identità di matrice biblico clericale e ad un insegnamento più autenticamente messianico liberale rivendicava la necessità della tradizione cristiana nell’Occidente contemporaneo.

Tema ricorrente del suo pensiero è, come si è capito, il tentativo di comprendere e difendere le conquiste della cultura occidentale storicamente affidantisi al ragionamento razionale e alle dottrine biblico fideistiche soggette a trattamento filosofico critico non solamente in relazione all’aspetto più autenticamente religioso la sovranità della quale, in riferimento alla cultura scolastica, intellettuale e scientifica dei popoli di ponente, è ritenuta inefficace a individuare e finalizzare una struttura sociale armonica ed equilibrata se fine a se stessa e considerata quale unico e narcisistico scopo di sviluppo generale in quanto forma di credenza, ma anche in accostamento ad interventi politico amministrativi che facciano ricorso oltre che all’evoluzione e al pensiero scientifico moderno anche al progresso economico, industriale e valoriale che dal precedente trae ispirazione, spunti ed origini. Addentrandoci ancor più nel profondo del suo pensiero che soprattutto a livello giudiziale, giurisdizionale ed amministrativo l’intellettuale stesso faceva derivare da Edmund Burke, politico, letterato e filosofo irlandese del Settecento anch’egli abbastanza controverso per il suo tempo conosciuto come il critico della Rivoluzione francese nonché uno dei principali precursori del Romanticismo, risulta evidente come la filosofia politica dello Scruton cerca di articolarsi sul principio di conservatorismo e su di esso basarsi per difenderlo e attualizzarlo.

Con una capacità di sintetizzare e sincretare diversi ambiti speculativi connettendoli fra loro in maniera creativa oltre che utilitaristica e logica secondo l’intendimento prettamente moderno in rapporto allo spirito di antiche ed aggiornate riflessioni teoriche e pratiche di tipo religioso, filosofico e teologico, il pensatore durante tutta la sua esistenza ha cercato di appoggiare le tesi conservatoristiche senza cadere nelle assurde banalità di una tirannia necessaria piuttosto che di un uso della forza e del potere più ambiguamente e famelicamente machiavellica, banalità spesso originantesi da una a volte ridicola corsa alla cattura di un capro espiatorio simile ad una inefficiente battuta di caccia da parte in primo luogo dell’opinione pubblica o della stessa intelligencija repubblicano democratica di sinistra che spesse volte non riuscendo a trovare soluzioni per migliorare le condizioni politiche, sociali ed economiche del proprio Paese si inalbera in inefficaci e inconsistenti riprovazioni verso avversari che loro stessi contribuiscono ad assurgere a tali scagliando a vuoto frecciate che producono l’effetto opposto a quanto cercato, cioè la caduta delle destre, volontà anch’essa non sempre purtroppo supportata da idee concrete ma invece dettate da ideali ormai triti e oltredatati o, peggio ancora, dettati dalla moda dei tempi e da infecondi desideri benché universalmente da proteggere non attinenti alla ricerca reale e pragmatica di cambiamento.

Se oggigiorno sembra che proprio per questi motivi le sinistre siano le nuove destre perché trattenute e fissate nelle sabbie mobili di ideali sì umanitari ma inconsistenti, le destre al contrario paiono davvero molto attive per cercare di realizzare nuove prospettive sociali e governative, circostanza evidente indipendentemente da qualunque tipo di corrente politica e di pensiero con cui ci si identifichi, sempre che ne esista uno.

E’ esattamente in questa innovazione del conservatorismo, principio che viene espresso non soltanto in ambito politico ma in termini generali come costruzione assoluta e unitaria di riflessione sui poli maggiori di interesse speculativo che determinano caleidoscopicamente la società civile oltre che termine da intendersi quale locuzione solo in apparenza contrastante, che si è inserita la figura di Roger Scruton, il quale attraverso i suoi ragionamenti, che in molti casi si possono anche definire indipendenti come sempre la ricerca deve essere, ha contribuito ed aiutato a determinare le nuove frontiere del conservatorismo stesso e di conseguenza delle destre che su di esso basano la propria lotta, i propri ideali e le tipiche modalità di iniziativa e d’azione.

Con Scruton, che ammirava molto il conterraneo Burke e che su di esso si ispirava per trovare soluzioni ancora non ipotizzate o sondate in ambito politico piuttosto che sociale, il conservatorismo diviene contemporaneo e, se vogliamo, democratico, dopotutto il fascino, l’influenza e l’ammirazione del conservatorismo per lui si è generato all’incirca nel Sessantotto, durante le proteste studentesche del Maggio francese. L’aver abbracciato dunque la filosofia da lui tanto acclamata e protetta, pensiero secondo lo Scruton indubbiamente versatile e conforme alla creazione e alla risoluzione delle più vaste problematiche, caratteristica che si adatta dunque alla politica e al pensiero critico che non nega la giustizia ma anzi la cerca, la regge e la mantiene, sinonimo pure di flessibilità mentale, in un periodo in cui la democrazia era il baluardo dei popoli per quanto essa fosse controversa per mezzi e modalità in quanto ottenuta con la forza o imposta feticciamente come tale, fa del filosofo, checché se ne dica, un propugnatore del benessere e della libertà.

Proprio in conseguenza di questa crisi democratica dei primi anni Settanta, Scruton elabora un pensiero che faccia dell’ordine sociale politicamente e socialmente costituito, mediante il reciproco contributo di queste realtà che per sopravvivere per il benessere del Paese devono oltre che coesistere in armonia anche lavorare in sinergia, necessità che non può provenire se non dall’accettazione comune dei diritti, il migliore governo possibile. Parla chiaro quanto rammarico per il Sessantotto e quanti e quali errori di valutazione questo operò in Europa la definizione che ne ha fatto di questa parentesi storica il filosofo inglese:
“Una folla di hooligans benestanti viziati che professavano assurdità marxiste”
Dimostrazione di quanto secondo lui l’ambiguità socio politica e ideale non è tipica del conservatorismo, ma piuttosto di un socialismo corrotto da idee viziate e per alcuni versi stravaganti. La visione di Scruton pare allora, piuttosto che imposizione delle leggi che piovono dall’alto sui sudditi, una soluzione politica che accontenta tutti, soltanto così le genti possono felicemente convivere e svilupparsi. Anche se, per quanto con le dovute correzioni dettate da una diversa sensibilità ideologica che si è formata anche in conseguenza del tempo storico contemporaneo, l’idea sul conservatorismo che il Burke espose nel suo scritto Riflessioni sulla Rivoluzione in Francia parlando della rivoluzione francese, atteggiamento che si può mettere a confronto con il periodo sessantottino vissuto dallo Scruton, fu sostenuta dallo stesso, che così è stata descritta
“Non escluderei del tutto le alterazioni ma, anche se dovessi mutare, muterei per preservare, grave dovrebbe esser l’oppressione per spingermi al mutamento. E nell’innovare, seguirei l’esempio dei nostri avi, farei la riparazione attenendomi il più possibile allo stile dell’edificio. La prudenza politica, un’attenta circospezione, una timidezza di fondo morale più che dovuta a necessità, furono tra i primi principi normativi dei nostri antenati nella loro condotta più risoluta”
lo Scruton, chiaramente, accoglie il conservatorismo in quanto modo che possiamo definire democratico per evitare ingiustizie, patimenti o guerre piuttosto che insurrezioni sanguinose, una giustizia sommaria o qualsiasi altra messa in scacco dei diritti umani.

Come pure nel Burke il quale nonostante le sue idee piuttosto conservatrici sviluppate in conseguenza delle atrocità apportate dalla Rivoluzione francese considerata non un movimento diretto a creare una democrazia costituzionale e rappresentativa bensì una violenta rivolta contro la tradizione e la legittima autorità, un esperimento sconnesso dalla complessa realtà della società civile che, prevedeva, sarebbe finito in un disastro come per molti aspetti avvenne, diede il suo sostegno all’indipendenza americana e alla cosiddetta campagna contro la prerogativa regia, per il pensatore del Linconshire l’autodeterminazione politica e delle masse finalizzata all’equilibrio sociale e prodotta secondo una giustizia rispettosa dei diritti dei popoli e di ciascun soggetto senza che tali diritti agiscano da indebolimento di un potere suprematista soltanto concepito in termini di entità sovraindividuale, è uno dei requisiti primari per la corretta reggenza statale. Credente anglicano, arrivato a Dio ascoltando le Passioni di Bach, il suo senso del sacro era molto spiccato, lo spiritualismo non deve essere sopravanzato dalla scienza o considerato una vergogna, ma anzi associarlesi e collaborare all’interno della comunità civica o di gruppo.

Secondo le sue parole, da un’intervista rilasciata ad Avvenire in cui parla della religiosità e descrive il significato del sacro che intende letteralmente quale mistero che la scienza di oggi vuole negare:
“La crocefissione dà così tanto senso alla mia vita e mi mette in rapporto con gli altri. Mi ci è voluta una vita per capirlo”
Curatore dal 1982 al 2001 della Salisbury Review-Quarterly Megazine of Conservative Thought, una rivista politica conservatrice, Scruton ha scritto moltissimo in ambito filosofico, artistico, musicale, politico, letterario, culturale, di sessualità e religione. Docente in qualità di professore di estetica al Birkbeck College presso l’Università di Londra dal 1971, anno in cui ebbe il suo primo incarico come docente, al 1992, in seguito ricoprì altri incarichi accademici in altri atenei, alcuni dei quali anche fuori dalla Gran Bretagna, come negli Stati Uniti.

Insignito nel 1998 della Medaglia al Merito della Repubblica Ceca dall’allora presidente Vaclav Havel per aver contribuito, negli anni Ottanta, a creare network accademici segreti nell’Europa dell’Est sovieticizzata affinché la democrazia, il sapere, le conoscenze e la lotta politica potessero mantenersi saldi in tutti quei Paesi soggetti a repressione al fine di evitare lo sfacelo degli stessi e la disintegrazione dei diritti umani messi duramente a repentaglio in quei tempi, Roger Scruton fu indubbiamente una personalità che a suo modo ha contribuito assiduamente e lungamente alla ricerca della giustizia e delle serenità dei popoli.