venerdì, Aprile 18, 2025

Modelli teorici di analisi dell’adolescenza

Esistono diversi modelli teorici di analisi dell’adolescenza poiché Stanley Hall ha dato una spinta metodologica e, inoltre, ha influito la sua concezione di adolescenza su altri autori.

L’adolescenza per Stanley Hall

Lo psicologo e pedagogista statunitense Stanley Hall ha posto tesi fondamentali per lo sviluppo dei modelli teorici di analisi dell’adolescenza. Quindi, nella concezione e nell’analisi dell’adolescenza. Esse sono:

  • differenza quasi radicale tra infanzia e adolescenza. Infatti l’adolescenza è vista come una nuova nascita;
  • se la differenza tra infanzia ed età adulta è abissale, il passaggio dall’una all’altra è visto in maniera drammatica. Ovvero, con uno squilibrio e disadattamento;
  • il passaggio è determinato da fattori biologici. Cioè avviene indipendentemente dai fattori socio-culturali.

Tre modelli teorici dell’adolescenza

Ecco tre modelli teorici dell’adolescenza. Essi sono:

  • approccio psicoanalitico
  • approccio sociologico
  • prospettiva psicosociologica.

Approccio psicoanalitico

L’approccio psicoanalitico ha considerato l’adolescenza come malattia, disadattamento.

Sigmund Freud, padre della Psicoanalisi, non si è interessato particolarmente all’adolescenza. Infatti, si è soffermato sull’infanzia, che per lui determina la personalità. Egli colloca l’adolescenza nella ‘fase genitale’, che si ha dai dodici anni. Si verifica lo spostamento dell’oggetto verso cui si dirige la libido. Si sposta verso interessi di tipo sociale, lavorativo, altruistico. Allora, la persona è aperta a scelte altruistiche, non più narcisistiche ed egocentriche. Quindi, è aperta ad altre relazioni.

Anna Freud ha ripreso la teoria del padre. Ha affermato che la vita sessuale non ha inizio con la pubertà, ma già con la prima infanzia. Allora, la pubertà è la prima ricapitolazione del periodo sessuale infantile. Definisce l’adolescenza come un periodo burrascoso in cui l’individuo è sballottato dall’energia istintuale che si risveglia in lui. Essa genera conflitti dai quali si protegge con i meccanismi di difesa. Particolarmente, con l’ ‘ascetismo’ e l’ ‘intellettualizzazione’.

Con l’ascetismo, l’adolescente è talmente angosciato di fronte agli impulsi sessuali che diventa rigido. Perde il contatto con questi impulsi. Mentre, con l’intellettualizzazione vuole prendere distanza dai suoi meccanismi istintuali.

L’approccio psicoanalitico ha avuto il contributo di evidenziare come la vita sessuale raggiunge una forma abbastanza matura. Ed anche di come avviene lo spostamento dell’oggetto verso cui si dirigere la libido e la turbolenza dell’Io, tale da indurre i meccanismi di difesa.

Approccio sociologico

L’approccio sociologico considera l’adolescenza come fenomeno culturale/sociale. E’ un periodo di tempo con elementi di potenziale disagio e di conflitto. Può sfociare nella devianza. Dunque, si interessa alle cause e ai fattori che sono all’origine del fenomeno adolescenziale. I concetti chiave sono ‘socializzazione’ e ‘ruolo’.

L’adolescenza è definita come una fase della vita individuale in cui la società non considera più il singolo come bambino. E non gli accorda status, ruoli e funzioni da adulti.

Il contributo di questo approccio sta nell’aver focalizzato i fenomeni adolescenziali.

Prospettiva psico-sociologica

Emerge l’esigenza di un nuovo modello teorico che faccia sintesi tra realtà personale e quella sociale, per spiegare anche i processi secondo cui si producono i fenomeni. Così si origina la prospettiva psico-sociologica. Parte dal contributo dello psicologo Kurt Lewin ed è completato da un altro psicologo, Muzafer Sherif.

Lewin ha una duplice competenza: sia nella psicologia dinamica, considerando la personalità e quindi le dinamiche intrapsichiche, e nella psicologia sociale, quindi aver studiato il gruppo. Egli sostiene che non serve discutere se l’adolescenza è un fatto biologico sociale o psicologico. Occorre analizzare dei casi che si presentano aventi difficoltà. In tal modo, è possibile individuare le condizioni in cui tali difficoltà sono più rilevanti. Egli ha considerato l’adolescenza come cambiamento nell’appartenenza a gruppi. C’è incertezza per poca chiarezza cognitiva. Come pure instabilità per i cambiamenti a livello del corpo. I passaggi rapidi possono causare marginalità sociale.

Sherif si è interessato allo studio dei processi di interazione sociale. Quindi, ha valutato l’influenza reciproca tra fattori psicologici, cioè sistema di sé, e fattori sociali, come famiglia e lavoro. E ancora, il comportamento sociale. Inserisce la personalità in uno spazio di vita, ovvero una fitta rete di sistemi in cui l’adolescente è compreso. In questo spazio di vita, la personalità si struttura.

Conclusione

Quando si parla di modelli teorici di analisi dell’adolescenza, bisogna tener presente che l’adolescenza è una fase autonoma e prolungata dello sviluppo umano, per sé stessa normale e non patologica. Si verifica attraverso i suoi processi di formazione dell’identità e i percorsi evolutivi che ne determinano lo sviluppo. Quindi è una tappa della vita in cui si costruisce e si consolida l’identità con esiti di maturazione non prevedibili. Infatti, ogni adolescente ha un itinerario evolutivo unico.

https://www.periodicodaily.com/ladolescenza-e-la-costruzione-dellidentita/

Donatella Palazzo
Donatella Palazzo
Psicologa individuale, familiare e di coppia, e scrittrice. Sessoanalista (Istituto Italiano di Sessoanalisi e Dinamiche Sessuali). Specialista delle Risorse umane. Progettista in ambito sociale e scolastico. Membro dello Staff della Casa Editrice Noitrè. L'attività comprende, tra l'altro, la valutazione dei contributi di prossima pubblicazione, l'organizzazione degli eventi da presentare al pubblico e altro in ambito culturale.

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