E’ necessario mantenere una continuità didattica, perchè “nessuno deve essere in sosta, in panchina, a bordo campo”
Il 17 marzo scorso il Ministero dell’ Istruzione, Lucia Azzolina, ha diramato la nota “Emergenza sanitaria da nuovo Coronavirus. Prime indicazioni operative per le attività didattiche a distanza”, firmata da Max Bruschi, neodirigente al Dipartimento per il Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione.
FINALITA’ DELLA NOTA
La finalità della nota, pur tenendo conto dell’autonomia di ogni scuola, è quella di fornire un quadro complessivo univoco in tema di sostenibilità operativa, amministrativa e giuridica della didattica a distanza, partendo dalle questioni legate alla privacy degli studenti.
É fondamentale che in questo lungo periodo di emergenza sanitaria sia mantenuta una relazione didattica costante con tutti gli alunni.
«Siamo tutti consapevoli della sfida che il Paese tutto sta affrontando e che richiede a ciascuno sacrifici e responsabilità nei comportamenti – si legge in una delle otto pagine della nota – La scuola è in prima linea perché ritiene che la cultura sia un fattore decisivo perché il nostro Paese sappia affrontare, superare e vincere la battaglia in corso. Nessuno deve essere in sosta, in panchina, a bordo campo. “Ibi semper est victoria, ubi concordia est”».

COSA S’ INTENDE PER ATTIVITA’ DIDATTICA A DISTANZA
Un primo importante chiarimento riguarda la didattica a distanza.
«La didattica a distanza, in queste difficili settimane, ha avuto e ha due significati. Da un lato, sollecita l’intera comunità educante, nel novero delle responsabilità professionali e, prima ancora, etiche di ciascuno, a continuare a perseguire il compito sociale e formativo del “fare scuola”, ma “non a scuola” e del fare, per l’appunto, “comunità”. Mantenere viva la comunità di classe, di scuola e il senso di appartenenza, combatte il rischio di isolamento e di demotivazione. – si chiarisce nella nota – Le interazioni tra docenti e studenti possono essere il collante che mantiene, e rafforza, la trama di rapporti, la condivisione della sfida che si ha di fronte e la propensione ad affrontare una situazione imprevista. Dall’altro lato, è essenziale non interrompere il percorso di apprendimento», si legge nella nota.
Inviare solo del materiale didattico o la mera assegnazione di compiti, che non siano preceduti da una spiegazione o che non prevedano un intervento successivo di chiarimento o di restituzione da parte del docente, “dovranno essere abbandonati, perché privi di elementi che possano sollecitare l’apprendimento.” E’, quindi, da privilegiare il più possibile le modalità di “classe virtuale”.
LA QUESTIONE PRIVACY
Per svolgere l’attività di didattica a distanza anche in modalità “virtuale” e non nell’ambiente fisico della classe, le istituzioni scolastiche non devono richiedere un ulteriore consenso per effettuare il trattamento dei dati personali, in quanto già rilasciato al momento dell’iscrizione.
Le istituzioni scolastiche sono invece tenute, qualora non lo abbiano già fatto, ad informare gli interessati del trattamento secondo quanto previsto dagli artt. 13 e 14 del Regolamento UE 2016/679.
PROGETTAZIONE DELLE ATTIVITA’ DIDATTICHE
Affinchè venga mantenuta la continuità didattica con il programma svolto sino al momento della chiusura delle scuole, il MIUR propone di riesaminare i programmi definiti all’inizio dell’anno durante i consigli di classe e nei dipartimenti. Gli obiettivi formativi devono essere rivisti e riformulati alla luce delle attuali esigenze.
“Attraverso tale rimodulazione – si legge nella nota – ogni docente riprogetta in modalità a distanza le attività didattiche, evidenzia i materiali di studio e la tipologia di gestione delle interazioni con gli alunni e deposita tale nuova progettazione relativa al periodo di sospensione, agli atti dell’istituzione scolastica, tramite invio telematico al Dirigente Scolastico, il quale svolge un ruolo di monitoraggio e di verifica”.
ALUNNI CON DISABILITA’
Per quanto riguarda gli alunni con disabilità, il punto di riferimento rimane il Piano educativo individualizzato. La sospensione dell’attività didattica non deve interrompere, per quanto possibile, il processo di inclusione. I docenti di sostegno devono cercare di mantenere l’interazione a distanza con l’alunno e tra l’alunno e gli altri docenti curricolari o, dove ciò non sia possibile, si consiglia di tenere i rapporti con la famiglia dell’alunno stesso.
ALUNNI CON DSA E CON BES NON CERTIFICATI
Anche nella didattica a distanza si deve prevedere l’utilizzo di strumenti compensativi e dispensativi, i quali possono consistere, ad esempio, nell’utilizzo di software di sintesi vocale che trasformino compiti di lettura in compiti di ascolto, libri o vocabolari digitali o mappe concettuali.
Per ogni chiarimento in merito si può consulatre il Decreto Ministeriale 5669 del 12 luglio 2011 e le relative Linee Guida.
LA VALUTAZIONE SCOLASTICA
Tra i compiti del docente c’è anche quello della valutazione degli alunni che hanno il diritto di essere valutati tempestivamente in modo tale da poter colmare eventuali lacune e mancanze.
“Si tratta di affermare il dovere alla valutazione da parte del docente, come competenza propria del profilo professionale – si legge nella nota – e il diritto alla valutazione dello studente, come elemento indispensabile di verifica dell’attività svolta, di restituzione, di chiarimento, di individuazione delle eventuali lacune, all’ interno dei criteri stabiliti da ogni autonomia scolastica, ma assicurando la necessaria flessibilità”.
NO AD UN ECCESSIVO CARICO DI COMPITI
Il MIUR non incoraggia l’assegnazione di troppi compiti agli studenti. “Occorre evitare sovrapposizioni e curare che il numero dei compiti assegnati sia concordato tra i docenti, in modo da scongiurare un eccessivo carico cognitivo. Per questo motivo il ruolo del registro elettronico è prezioso.”
