Sono in procinto di concludersi gli sbarchi dei soldati americani sul continente europeo iniziati il 5 febbraio scorso per l’operazione Defender Europe 2020, che si compierà secondo i programmi nonostante l’epidemia su scala mondiale del covid-19.
Contro l’operazione, per l’esponenziale diffusione del virus che comporterebbe un tale spiegamento, si schierano non solo le forze della sinistra tedesca ma anche la dura posizione del Cremlino assecondata da parte dell’opinione pubblica lettone.
Come annunciato dallo stesso Comando della Us Army quello che avverrà questa primavera in Europa sarà “il più grande dispiegamento di forze degli ultimi 25 anni”.
Negli Stati Uniti l’operazione era stata già messa nel bilancio dell’inverno 2019, con la richiesta della raccolta dei 42 miliardi di dollari necessari in investimenti.
La domanda che sorge spontanea è: l’Europa da cosa dovrebbe essere difesa?
Defender Europe 2020
Saranno 30 mila i soldati americani coinvolti, di cui 20 mila direttamente dagli Stati Uniti. All’operazione prenderanno parte anche 18 Paesi Europei tra cui Regno Unito, Polonia, Germania, Italia e Paesi Baltici, per una movimentazione di uomini e mezzi che prima d’ora si era visto solo negli anni della Guerra Fredda.
L’esercitazione durerà da aprile a giugno, mese nel quale è previsto il ritorno dei militari in Madrepatria. In tutto conterà 37 mila truppe tra militari Americani ed Europei.
Da Washington l’intento dichiarato è di testare le capacità logistiche degli Usa attraverso la National Defence Strategy Multi-Domain Operations, mentre la sfida della NATO sarà valutare le proprie capacità strategiche di accogliere e smistare un ingente numero di uomini e mezzi pesanti lungo la fascia dell’Europa centrale, allestendo campi di battaglia preconfezionati oltreoceano.
Le manovre hanno l’obiettivo di dispiegare una forza “credibile” attraverso 6 Paesi Europei: Belgio, Olanda, Germania, Polonia. Lituania, Estonia e Lettonia.

Il generale Tod Wolters, a comando delle forze Usa in Europa e della Nato, ha garantito che: “L’Unione europea, la Nato e il Comando europeo degli Stati Uniti hanno lavorato insieme per migliorare le infrastrutture”.
In Polonia arriveranno 12 aree di addestramento, 16000 soldati americani e 2500 veicoli militari. I paracadutisti della 173° brigata di stanza in Veneto e gli italiani della Brigata Folgore, in Toscana, saranno inviati in Lettonia per un’esercitazione congiunta di lancio.
Senza considerare l’impatto ambientale di un’esercitazione di tale portata: tra i maggiori inquinanti saranno i carri armati Usa Abrams muniti di corazze di Uranio impoverito per un peso di 70 tonnellate di peso ciascuno, i quali consumano 400 litri di carburante ogni 100 km.

Le esercitazioni NATO
Nello stesso periodo sono previste alcune esercitazioni NATO correlate al Defender Europe 2020. Nel comunicato ufficiale dell’US Army in Europe si legge che si tratterà di una vera e propria inter-operatività sebbene con finalità separate, per la quale sono stati previsti un comando di missione coordinato, sistemi di comunicazione e mutuo sostegno.
Attualmente sono 26 i Paesi che aderiscono alla NATO: oltre alla gran parte degli Stati Europei vi partecipano Stati Uniti, Canada e Turchia.
Le operazioni sarebbero anche eseguite per valutare le strategie in ottemperanza all’Articolo 5 del Patto Atlantico, fortemente voluto dagli Stati Uniti all’indomani dell’attacco terroristico dell’11 settembre.
A risaltare soprattutto è la partecipazione di alcuni Stati dell’area balcanica – come la Georgia – che nell’ultimo periodo hanno ottenuto l’indipendenza dal controllo russo per gravitare sempre più nell’orbita dell’Alleanza Atlantica.
Lo scopo dei militari usa in europa?
Nonostante l’obiettivo dichiarato da Washington sia di testare uno scenario militare su larga scala sulla base del combinato disposto degli articoli 5 e 24 del Patto Atlantico, secondo i principali oppositori dell’iniziativa questi non sarebbero altro che piani di un disegno di più ampio respiro teso all’espansione americana verso l’Est Europa – al confine con la Russia – noto come European Deterrence Initiative (Edi).
Tuttavia, l’esercitazione si cala tuttavia in un momento cruciale per l’Europa e non solo, flagellata dall’epidemia “su larga scala“, come l’ha definita l’OMS, da coronavirus.
A preoccupare è l’impatto che una tale sovraesposizione al virus potrebbe avere nella propagazione dei contagi, soprattutto in ragione di quanto ha lucidamente osservato nel suo articolo Manlio Dinucci, ossia che i soldati Usa “sono di fatto esentati dalle norme preventive sul coronavirus che invece valgono per i civili”.
A tal proposito, deve bastare l’assicurazione da parte del Comando americano che “stiamo monitorando il coronavirus” e che “le nostre forze sono in buona salute”.
Fatto sta che continuano gli sbarchi su suolo europei dei militari americani, nonostante negli ultimi giorni il livello di allerta per il coronavirus sia stata portato a 3 per l’Italia (“evitare viaggi non essenziali”) e a 4 nelle Regioni di Lombardia e Veneto (“non viaggiare”), oltre che per la Cina.
Nei giorni scorsi il sottosegretario generale NATO, Jens Stoltenberg, ha dichiarato che per il momento tutto procederà secondo i piani e che la situazione epidemica verrà costantemente monitorata.
Ma cosa succederà quando i militari entreranno in contatto con la popolazione?
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Le proteste anti-NATO
La reazione della Russia è stata piuttosto prevedibile nel sottolineare che Defender Europe 2020 non potrà che riaprire le tensioni con Mosca a malapena assopite dopo che la NATO all’inizio del 2017 aveva rafforzato la sua presenza nei Balcani, in particolar modo in Polonia e nell’Ucraina dell’est, anche se a detta degli esperti del Cremlino la preoccupazione maggiore è legata al pericolo di un aumento esponenzialmente dei contagi da covid-19 in Europa.
Il 27 febbraio sul Voenno Politicheskoe Obozrenie, spazio russo dedicato ad approfondimenti sugli affari politici e militari, è stato pubblicato un articolo del politologo Vladimir Vyachich, intitolato Defender Europe 2020 – la strada letale del coronavirus in Europa.
L’autore, filo-Cremlino, ha rimarcato l’impatto del covid-29 in Italia sottolineando che la situazione nel nord est del Paese – ove è stanziato il contingente americano – sia “fuori controllo”.
A guisa dei malumori della Russia anche tra l’opinione pubblica lettone serpeggiano posizioni anti-NATO.
L’accusa principale è rivolta proprio alle truppe italiane che parteciperanno all’operazione a seguito del grande scalpore che ha riscosso nell’opinione pubblica europea e mondiale la rapida diffusione dei contagi da covid-19 avvenuta nel nostro Paese e che ci ha trasformanti negli “untori d’Europa“.
A sostegno della tesi gli oppositori portano il recente annullamento da parte del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti di un’esercitazione militare congiunta con Israele che avrebbe coinvolto il contingente americano stanziato in Italia.
La Lettonia
Le principali critiche sono state guidate da un autore sconosciuto apparse per la prima volta il 26 febbraio di quest’anno sul portale di lingua inglese OpEdNews.com, poi pubblicate su BulgarianMilitary.com, BalticWord.eu e TheDuran.com.
I contenuti, pressoché simili, sono tutti firmati da un certo Alvis Petus del quale non è possibile trovare alcun profilo social.
Analizzando i risultati delle ricerche il DRFLab, l’ente del Consiglio Atlantico con l’incarico di analizzare i risultati di ricerca a livello globale, ha potuto rilevare che tutte le sue pubblicazioni condividono delle forti posizioni anti-NATO.
I principali temi riguardano la denuncia della presenza NATO in Lettonia e l’appello a rifiutare l’ampliamento un campo di addestramento militare vicino a Daugavpils, una città lettone a maggioranza russa.
La sinistra tedesca
In Germania, a condividere le proteste lettoni ci sarebbero alcuni esponenti della sinistra tedesca. Alexander Neu, presidente del Comitato della difesa del Bundestag e deputato Die Linke, si è scagliato contro la NATO in un articolo prima pubblicato sul sito web del partito, e poi fedelmente riportato dal quotidiano tedesco Sputnik Germany.
Il deputato ha scritto che: “Defender 2020 dev’essere fermato” perché oltre al “Rischio che l’epidemia di coronavirus si diffonda ulteriormente” ha spiegato che “Anche in assenza di diffusione del virus, la manovra è irresponsabile in un’ottica di politica pacifista”.
Nordkurier, stampa tedesca, ha riportato le parole di un altro deputato Die Linke, Torsten Kopiln, secondo cui: “Se 36 mila soldati sono trasportati in tutta Europa il rischio di un’epidemia da covid-19 aumenta”.
Anche se il virus non sembra essere il motivo alla base della richiesta di sospendere l’operazione: già il 27 gennaio, ben prima che si manifestassero i primi casi di coronavirus in Europa e che esplodesse l’epidemia (in Italia) – anzi, ancor prima che si sospettasse che il covi-19 avesse valicato i confini della Cina – il partito della sinistra aveva definito l’operazione come un “esercizio di guerra, provocazione e preparazione alla guerra” contro la Russia.
Sebbene siano apparse simultaneamente in siti russi, inglesi e tedeschi solo in Germania le proteste hanno fatto breccia sui social con circa 2000 condivisioni su BuzzSumo e in misura minore su Facebook.