Sabato 11 aprile varie testate della città di Messina hanno riportato la notizia del corteo funebre a seguito del funerale di Rosario Sparacio, fratello dell’ex boss messinese pentito di Cosa Nostra, Luigi, accusato nel 2009 per estorsioni avvenute alla fine degli anni ’80. Oltre alla celebrazione, vietata a causa dell’emergenza che stiamo vivendo, amici e parenti si uniti in quello che il sindaco avrebbe definito lungo “poche centinaia di metri”, per accompagnare la salma al cimitero, contro l’obbligo del distanziamento sociale. A riportare il fatto anche la Gazzetta del Sud che scrive: “Numerosi i giovani in sella a ciclomotori e tante autovetture in marcia. Una consistente e commossa partecipazione”. Dichiarazioni subito silenziate dall’intervento sui social della nipote del defunto.
La risposta della nipote di Sparacio
Messinaora.it oltre ad aver riportato in esclusiva la foto del corteo, ha aggiunto anche l’intervento della nipote del defunto, che ha dichiarato: “Funerali non ce ne sono stati! C’è stato un corteo a piedi e ovviamente c’era presente la famiglia, poi a nostra insaputa è venuto qualche amico… ma purtroppo non c’è stata nè messa, bensì una breve benedizione fuori dalla chiesa e lo abbiamo lasciato davanti la porta del cimitero…”
Le richieste di chiarimento sono state numerose, sia da parte della popolazione che della politica, tra cui anche l’ex sindaco di Messina Renato Accorinti. Su Twitter il deputato pentastellato Francesco D’Uva ha scritto: “Chi si fa garante dei messinesi sullo Stretto lo faccia anche sul territorio comunale. Si faccia chiarezza, senza distinzioni”.
Ma non solo, a chiedere spiegazioni anche Rete34+, un’associazione di messinesi che si era spesa per lo stop all’ordinanza sugli ingressi in Sicilia.
Cateno De Luca: “Non si è trattato né di un corteo funebre né di una celebrazione religiosa”
Tutto questo avviene nella città del sindaco Cateno De Luca. Quella città che vede il suo primo cittadino più attivo che mai, almeno fino allo scorso sabato. La risposta di De Luca ha tardato due giorni ad arrivare, per poi prendere tutte le distanze dal caso e definendo il corteo funebre come un “mero trasporto della salma per poche centinaia di metri”. Un’azione in ogni caso proibita.
“Venerdì scorso, nel primo pomeriggio, Rosario Sparacio, già gravemente malato, è deceduto all’interno della propria abitazione. – A riportare le parole del primo cittadino di Messina l’Huffington Post. – Constatato il decesso, trascorse le canoniche 24 ore di osservazione, nel pomeriggio di sabato 11 aprile il feretro è stato trasportato dall’abitazione fino al Camposanto in via Catania dove è stato deposto in attesa della tumulazione. Non si è trattato né di un corteo funebre né di una celebrazione religiosa, che sono peraltro vietati dalle disposizioni del DPCM. Dunque, quanto in modo becero è definito ‘corteo funebre con oltre cento persone’ non è altro che un mero trasporto della salma per poche centinaia di metri”.
De Luca è oggetto anche di una denuncia da parte del Viminale per vilipendio per aver fermato tutte quelle persone che, a fine marzo, avevano il diritto di tornare in Sicilia. Misure di difesa per la sua città che lo hanno spinto ad emanare un’ordinanza – poi sospesa dopo la bocciatura del Consiglio di Stato – per imporre a coloro che volessero superare lo Stretto di Messina di registrarsi almeno 48 ore prima sul sito del Comune. Ma a passare sulle cronache non sono state solo le sue proposte, bensì anche quei modi di fare e quell’atteggiamento che ricorda il modo di fare dei tempi del regime in un video diventato subito virale.