Meditare fa bene lo dice la scienze. La meditazione è una pratica radicata nella storia ma allo stesso tempo un argomento di grande interesse nella scienza moderna. Numerosi studi sono stati condotti per esaminarne il funzionamento e per poter comprendere come essa riesca ad influire sul cervello e sul nostro benessere fisico.
Meditare fa bene: come meditare?
Le ricerche degli scienziati suggeriscono che una pratica regolare della meditazione possa riuscire a migliorare la nostra salute mentale. Ma riferisce anche di un riequilibrio emotivo e può apportare un incredibile quantità di benefici fisici. Pertanto quando meditiamo, iniettiamo benefici di vasta portata e di lunga durata nelle nostre vite. Abbassiamo i livelli di stress, miglioriamo la nostra concentrazione e siamo più gentili con noi stessi.
Meditare fa bene: che cosa è la meditazione?
La meditazione è una pratica mentale e corporea, una pratica colonna portante di molte filosofie orientali e di molte scuole di pensiero. Essa aiuta a calmare le nostre menti, a connetterci con le nostre qualità interiori e a promuovere la saggezza e la consapevolezza. Praticare la meditazione non significa diventare una persona diversa, una persona nuova o persino una persona migliore. Si tratta di allenarsi nella consapevolezza e ottenere un sano senso della prospettiva. Non stai cercando di disattivare pensieri o sentimenti. Stai imparando ad osservarli senza giudizio. E alla fine, potresti anche iniziare a capirli meglio. Esistono molti tipi di meditazione, ma la maggior parte ha quattro elementi in comune. Una posizione tranquilla con il minor numero di distrazioni possibile, una postura specifica e confortevole, un centro dell’attenzione e un atteggiamento aperto.
Meditare fa bene: una tra le meditazioni più importanti è la meditazione della consapevolezza.
In questa meditazione impariamo a prestare attenzione al nostro respiro mentre entra ed esce, facendo attenzione a come la mente vaga, tende a sabotare questo apparente piccolo compito. Questa pratica di ritorno al respiro costruisce i muscoli dell’attenzione e della consapevolezza. Quando prestiamo attenzione al nostro respiro, stiamo imparando a come tornare e rimanere nel momento presente per ancorarci nel qui e ora di proposito, senza giudizio. Sembrerà quasi assurdo, ma dagli anni ’50 ad oggi sono stati portati avanti più di 3000mila esperimenti sulla meditazione. Senza dubbio questo è da ricercare in una forte curiosità verso le pratiche orientali che stanno destando sempre maggiore interesse anche da parte del mondo occidentale.
Probabilmente dubbi esistenziali, modi e stili di vita incentrati sull’ego e sul materialismo, stanno portando le persone a sentirsi insoddisfatte e ad aprirsi verso quel mondo tanto misterioso quanto meraviglioso che é la spiritualitá. Meditare fa bene!
Come reperiamo notizie
Non ci sorprendiamo quindi se da qualche anno a questa parte, abbiamo la possibilità di reperire ogni tipo di informazione sulla meditazione. Da articoli a libri, fino ad eventi a videocorsi, questa pratica oramai é spiegata e rispiegata in ogni angolo del web, in ogni tipo di formato, creando interesse su un numero sempre maggiore di persone.
Certo, ovviamente non è che improvvisamente la società occidentale si sia trasformata in un grande centro tibetano, ma è innegabile che qualcosa si stia muovendo!
E la conferma arriva proprio dal mondo scientifico.
Meditare fa bene al cervello
Un team guidato da Sara Lazar, insegnante di psicologia presso la Scuola Medica di Harvard, realizzò uno studio pubblicato poi sul Psychiatry Research. I risultati della ricerca mostrarono chiaramente come i cambiamenti prodotti nel tempo dalla meditazione, riuscivano ad influenzare positivamente la materia grigia del cervello. In breve, venne radunato un gruppo di 16 persone che prese parte ad un programma di 8 settimane, basato sulla meditazione consapevole presso il Centro di Consapevolezza dell’Università del Massachusetts. Due settimane prima e dopo la conclusione del programma, vennero prese in esame le immagini ottenute per mezzo della risonanza magnetica delle strutture cerebrali dei partecipanti.
L’obbiettivo delle indagini
L’obbiettivo era quello di confrontare le due risonanze e notare se ci fossero stati miglioramenti dopo la conclusione del programma meditativo.
Un particolare molto importante é che tutti i partecipanti meditarono in media per un massimo di 30 minuti al giorno per circa 8 settimane. Le analisi delle risonanze magnetiche, dimostrarono un incremento nei partecipanti della densità di materia grigia nell’ippocampo, noto per la sua importanza nell’apprendimento e nella memoria. notarono anche aumento della consapevolezza di sé, della compassione e introspezione.
Inoltre si è riscontrata una diminuzione della materia grigia nell’amigdala, messo in relazione con la diminuzione de
Effetto Maharishi
L’effetto Maharishi nasce dall’omonimo maestro spirituale Maharishi Mahesh Yogi, un personaggio che ha fatto parlare di sè nel corso del ventesimo secolo. Fondatore della tecnica conosciuta come Meditazione Trascendentale e del movimento ad essa relativo.
In termini pratici l’effetto Maharishi si manifesterebbe nel momento in cui un insieme di persone svolge in gruppo la meditazione trascendentale. Il gruppo riuscirebbe a dirigere il proprio pensiero in una particolare direzione. Questo permetterà di assistere ad un netto miglioramento delle tendenze sociali in un’ampia zona circostante. Riduzione della criminalità, degli incidenti, delle malattie e di altri problemi come perfino un miglioramento dell’economia.
Secondo le teorie del maestro indiano, il cervello umano sarebbe infatti in grado di espandere la sua vibrazione nell’ambiente circostante influenzando positivamente.
Gli studi
In concomitanza con le pratiche dello Yogi Maharishi, nel 1970 Herbert Benson e Robert Wallace, medici dell’università di Harvard, iniziarono i loro studi sulle conseguenze e sugli effetti della meditazione sul cervello. Concentrarono i loro studi appunto sulla Meditazione Trascendentale di Maharishi, ottenendo misure concrete per la diminuzione dell’ansia e dello stress nelle persone che praticavano regolarmente la MT. Una scoperta ancora più interessante fu quella mostrata dagli elettroencefalogrammi dei meditanti. Le onde cerebrali entravano in risonanza, in altre parole il pensiero di tutti i praticanti si allineava e si coordinava entrando in fase, come se fossero tutti collegati, come se fossero un unico pensiero.
Conclusione
In conclusione, la meditazione ha senza dubbio poteri che forse ancora non possiamo riuscire a capire in maniera chiara, ma certamente abbiamo abbastanza materiale per poter dire che questa pratica è un vero é proprio toccasana per mente e corpo. Una pratica che ci trasforma e ci ripulisce dalla “spazzatura energetica e mentale” che ci blocca e ci che rende la vita pesante e stancante.