McLaren si prepara a partire con una nuova sfida nel mondo dei motori che guarderà anche alla sostenibilità e alla lotta alle emissioni inquinanti. La società automobilistica britannica, infatti, ha annunciato che presto arriverà la McLaren Artura, una nuova supercar che per la prima volta nella storia del marchio inglese sarà una plug-in ibrida. Dunque gli ingegneri e i tecnici si sono concentrati sullo sviluppo di questa nuova tecnologia, puntando ad inserirsi nel settore delle High-Performance Hybrid che presenta già diverse vetture performanti delle principali case rivali.
L’azienda di Woking, storicamente, quando si tratta di proporre delle innovazioni riesce sempre a centrare il bersaglio. È successo ad esempio nel 1981 quando, nonostante dubbi e perplessità, Gordon Murray introdusse il carbonio nella produzione delle vetture: da quel momento i telai in fibra di carbonio sono diventati una componente fondamentale delle auto britanniche, facendone una sorta di marchio di fabbrica.

Adesso invece la novità riguarda il comparto motoristico, con la McLaren Artura che monterà un propulsore avveniristico nel comparto dell’ibrido plug-in. Finora non sono state comunicate tutte le caratteristiche della nuova tecnologia, ma da Woking hanno fatto sapere che presto arriveranno ulteriori aggiornamenti e che non ci sarà molto da aspettare per avere sul mercato la supercar ibrida che, infatti, sarà disponibile entro i primi sei mesi del 2021.
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McLaren Artura: ibrida plug-in con motore potente
La società inglese ha evidenziato che il progetto della McLaren Artura è completamente nuovo ed è stato realizzato dall’esperienza accumulata in questi anni in Formula 1 e che ha già portato alla realizzazione della P1 e della Speedtail Hyper-Gt, due hypercar ibride. La seconda è poi balzata agli onori della cronaca perché con i suoi 403 Km/h si è imposta come l’auto stradale dell’azienda britannica più veloce della sua storia.

Tornando alla prossima supercar, la piattaforma sarà naturalmente in carbonio, elemento fondamentale per ridurre il peso complessivo e per controbilanciare quello relativo alla presenza di tutte le componenti del sistema ibrido. Il punto di forza del bolide di Woking sarà il motore, un V6 biturbo in grado di sprigionare 600 Cv che, pur essendo più piccolo dei tradizionali V8, potrà comunque garantire prestazioni di livello grazie proprio alla presenza del plug-in elettrico che darà al conducente anche la possibilità di percorrere alcuni tratti di strada ad emissioni zero.