Era appena atterrata con volo proveniente da Kinshasa via Addis Abeba, e quei bagagli che aveva al seguito sembravano essere abbastanza leggeri ancorché riempiti al massimo, troppo leggeri per contenere tanti abiti, per questo i Finanzieri ed i doganieri in servizio presso l’aeroporto di Malpensa (Varese) ne hanno voluto accertare il contenuto scoprendo che era costituito da 30 mila compresse di farmaci illegalmente importati in Italia.
È così finito con un sequestro il viaggio “d’affari” di una donna congolese, la quale sperava di passare inosservata ai controlli aeroportuali ed introdurre cosi l’ingente quantità di farmaci risultati essere compresse di Desametasone, un corticosteroideo (non cedibile in Italia senza ricetta medica) che trova ampio uso in diverse patologie e che viene altresì utilizzato per aumentare illecitamente le prestazioni degli atleti che ne sfruttano la potente azione antinfiammatoria.
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Maxi sequestro di medicine a Malpensa. Dal Congo pastiglie per disfunzioni erettili
Nella citata circostanza, nonostante le varie e ripetute scusanti addotte dalla donna, i militari delle Fiamme Gialle ed i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli hanno comunque acquisito il parere del competente Ufficio della Sanità Marittima ed Aerea di Frontiera (USMAF), che ha difatti confermato il divieto d’importazione dei medicinali in questione, il che oltre al sequestro di tutta la partita ha comportato per la stessa detentrice una denuncia per violazione al D.Lgs 219/2006 (cosiddetto “Codice dei medicinali per uso umano”) con il quale si è recepita ed attuata una specifica normativa di settore vigente in tutta l’Unione europea.
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Aeroporto di Malpensa: maxi sequestro di medicinali
Sulla vicenda giova far presente come questi traffici, oltre ad alimentare i canali clandestini connessi allo spaccio di sostanze dopanti, si rivelano assai lucrosi per la richiesta che se ne fa sul mercato nero proveniente soprattutto dai molti cittadini extracomunitari presenti sul nostro. territorio i quali, per non incappare negli inevitabili rifiuti di somministrazione da parte di medici e farmacisti, nonché per risparmiare qualche soldo, preferiscono ricorrere a loro conoscenze per ottenere i medicinali di cui hanno bisogno ma dei quale, però, ne sconoscono le modalità con cui è stato conservato nonché gli effetti collaterali.