Il 1 Gennaio 2022 è uscito nei Cinema il film Matrix Resurrections diretto da Lana Wachowski che ha deciso di dirigere un nuovo Matrix nonostante non volesse farlo, solo per evitare che Warner Bros (lo studio che detiene i diritti della saga) realizzasse un rifacimento del franchise senza il suo consenso e la sua direzione artistica. La pellicola però è un accozzaglia di idee buttate alla rinfusa e non sviluppate a pieno.
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Matrix Resurrections: un film che divide il pubblico
Dopo il successo enorme del primo film diventato ormai un cult dal titolo Matrix del 1999, è stato prodotto il secondo film nel 2003 dal titolo Matrix Reloaded, e per concludere la speciale trilogia sei mesi dopo sempre nel 2003 è stato ultimato il terzo film dal titolo Matrix Revolution. Nel 2022 esce quindi forzatamente il quarto film che si può dire sia stato una vera risurrezione mal masticata e digerita. La pellicola sposta gli equilibri dei primi tre film, riscrive le sorti dei personaggi ed è per questo motivo che i fan della saga sono insorti contro quello che doveva essere un reboot e invece si è trattato di un film che chiude il cerchio in modo diverso e innovativo rispetto al terzo film.
Matrix Resurrections: la creatività viene sfruttata
Lo scontro tra la regista e la produzione viene raccontato anche nella prima parte del film, in cui le esperienze di Neo (game designer di successo) rispecchiano da vicino quelle della sua creatrice. In una scena del film c’è adirittura la citazione diretta di Warner Bros che vuole un nuovo capitolo della saga (di videogiochi), “con o senza Neo al comando”. Assistiamo così ad una specie di liberazione in cui sembra di vedere la stessa Lana Wachowski parlare con Warner Bros: “le idee sono il nuovo sexy”, si dice, “Matrix è porno per la mente”, “la storia non finisce mai”, “più cerchi, più trovi”. C’è anche però chi, come il Merovingio è inorridito da tutto questo: sequel, prequel, remake, la vera Matrix ormai è Hollywood, che ci tiene lobotomizzati e contenti dandoci prodotti sempre uguali, allontanando l’angoscia della morte (e dei bassi incassi) spremendo il più possibile idee e personaggi che non hanno più nulla da raccontare.
Neo combatte quello che ha costruito
In un’epoca in cui ogni grande Studio cerca di capitalizzare sulle sue storie più forti e amate, era difficile pensare che Matrix non venisse toccato, a maggior ragione ora che Warner Bros voleva acquisire dalla creatrice della saga i diritti. Ambientato 60 anni dopo i fatti dei terzo film, in Matrix Resurrection ritroviamo Neo nei panni di Thomas A. Anderson. L’inizio sembra molto simile a quello del 1999: un personaggio sembra addirittura abbattere la quarta parete e dire agli spettatori “conosciamo quella storia”. Eppure molte cose sono cambiate: il signor Anderson ora è uno sviluppatore di videogiochi invece che un hacker e la sua creatura più famosa è Matrix. Sta lavorando a un nuovo progetto, Binary (nome scelto non a caso), ma il suo socio in affari, Smith (Jonathan Groff), lo scoraggia: le persone preferiscono combattere l’ansia con la nostalgia, quindi è meglio dar loro un’altra dose della stessa medicina.
Matrix Resurrections: il messaggio principale della pellicola
Tra i tanti temi toccati nel Matrix originale che ha unito filosofia e informatica, scienza e fede, cyberpunk e mitologia c’è quello della trasformazione, del cambiamento. Neo ha creato uno stile riconoscibile ma ne prende le distanze anche se non definitivamente e c’è la donna a cui interessa essere sempre più padrona della propria storia e delle proprie ambizioni. La sceneggiatura di Matrix Resurrections invece ha una struttura a scatole cinesi: la tana del Bianconiglio ha più livelli di lettura, racchiusi uno dentro l’altro che potremmo riassumere, semplificando paragonandoli ai concetti psicoanalitici di Es, Io e Super-Io.
Cosa significano i tre termini Es- Io e Super-Io ?
Il Super-Io si può riassumere come l’insieme dei divieti sociali sentiti dalla psiche come un ostacolo per la soddisfazione del piacere, una sorta di “sistema di censure” che regola il passaggio dalle pulsioni dell’Es all’Io. Rappresenta quindi la linea di demarcazione tra giusto e sbagliato. Il primo livello di lettura di Matrix Resurrections si avvicina molto al Super-Io. L’Io invece è la coscienza della saga. Si può definire come il il direttore generale della personalità, che prende decisioni, controlla le azioni (è dall’io che nasce il comportamento) e gestisce i rapporti con il prossimo. E’ l’io che ci consente di risolvere i problemi in modo complesso. L’Es infine è il “serbatoio dell’energia vitale” cioè è connessa, in modo primitivo a pulsioni interne come fame, sesso e impulsi irrazionali. Le forze dell’Es puntano ad alleviare tensioni e a ottenere soddisfazione immediata.
Matrix Resurrections: la libera scelta non esiste
Nel film si dice che “Matrix ti mette rumore in testa”. Possiamo interpretarlo come Hollywood, i social, la politica poco interessata ai diritti civili, i pregiudizi della gente. Tutto ciò che affossa la speranza e fa aumentare la disperazione. L’Analista lo dice: “la speranza e la disperazione hanno un codice quasi identico”. Come si fa quindi a preservare il codice della speranza? Attraverso le storie e le emozioni che sanno trasmettere. L’emozione è uno strumento potentissimo: fatti e finzione possono essere facilmente confusi e manipolati se si sanno gestire le emozioni. È quello che fa un bravo narratore, ma anche un leader politico. Bisogna quindi capire da che parte stare. Capire, non scegliere perchè in Matrix Resurrections si dice forte e chiaro che “la scelta è un’illusione: sai già cosa devi fare”.
La nuova visione di Wachowski
La regista cambia totalmente filone narrativo arrivando ad incentrare il film sulla storia d’amore tra Neo e Trinity. È proprio chi non conosce se stesso, chi non sa chi è, chi continua a ragionare in termini binari “pillola rossa e pillola blu”, “maschio e femmina”, “giusto e sbagliato”, “noi contro di loro” che può provocare disastri. E soprattutto che vive in una bugia. Alla fine la risposta di questo Matrix è semplicissima, ma non per questo meno efficace: la risposta è l’amore. Non soltanto quello romantico, ma soprattutto un amore accogliente, che abbraccia ogni forma, colore, volontà di espressione. L’amore che fa pensare in termini di “noi e loro”, che cerca di far evolvere e migliorare il mondo, invece che distruggerlo e mantenerlo immobile. Oltre la trama e gli incassi la vera essenza di un film e quindi di una storia è l’emozione da cui nasce e che trasmette.
Matrix Resurrections: la forza delle Donne
Lana Wachowski ragiona anche sui cambiamenti sociali. Centrale è il discorso sulle donne: c’è chi dice che “una volta le donne erano facili da controllare”. Oggi Trinity, risoluta come non mai dimostra che essere padrone della propria storia e scegliersi da sola il nome e la proprio ruolo. Anche se diversi, anche se con nuove etichette loro sono sempre gli stessi e traggono la propria forza dalla loro unione. Spirituale e mentale più che fisica (il corpo è sempre stato una prigione nel mondo di Matrix).Trinity è una madre e una moglie attenta e responsabile, ma quando incontra Neo in un bar sente un legame speciale. Così decide di dare ascolto alle sue sensazioni e buttare tutto all’aria con forza e coraggio. Così riscopre i suoi poteri e supporta Neo che decide di credere in lei e nel loro amore profondo e indissolubile.
L’analista cinico
I fantasmi della vita precedente sembrano però tornare a far visita all’Eletto Neo: per riuscire a distinguere tra realtà e finzione Anderson va quindi dall’analista, o meglio l’analista (Neil Patrick Harris) lo tiene a bada con una terapia a base di pillole blu. Non è un caso (niente lo è quando si tratta di Matrix) se dall’Architetto siamo passati all’Analista: a Lana non interessa sconvolgere di nuovo il cinema, rivoluzionare lo stile dei film d’azione. Matrix ha seminato per tutti gli altri film a venire (soprattutto grazie al bullet time, ma non solo), costruendo un immaginario, mentre qui l’azione è invece secondaria. Alla regista interessa molto di più analizzare la sua storia.
Matrix Resurrections: una società becera e violenta
Quello che si vede nel quarto film di Matrix è lo specchio della società attuale. Una società che è cambiata pur rimanendo uguale a sé stessa. Quello in cui viviamo è pur sempre un mondo dove l’informazione viene manipolata maggiormente rispetto al passato e che tende ad uniformare il tutto ancora di più. Oggi come ieri inoltre, il libero pensatore è visto come un ribelle e una minaccia che deve essere fermata. La differenza è che questa volta l’eletto capace di sconvolgere lo status quo può essere chiunque.
Perché la pellicola è così largamente criticata?
Chi muove le maggiori critiche a questo film ha delle basi fondate, visto che in tutti e tre i film si seguiva una linea che poi è stata completamente stravolta e modificata di colpo. La trilogia era finita con la morte e il sacrificio dei due protagonisti per salvare l’umanità, quindi farli risorgere significava che dovesse essere spiegato bene il come e il perchè sono tornati a Matrix. La pellicola doveva ricordare l’atmosfera dei primi tre film, mentre le scene d’azione sono buttate a caso. Le domande quindi sono due: c’era davvero bisogno di un nuovo film? Ma soprattutto: le Wachowski avevano ancora qualcosa da raccontare? la risposta è negativa, perchè le basi ci sono, ma la costruzione è diversa.
Trama dei primi tre film
Nel primo film del 1999 Neo faceva la conoscenza di Trinity, Morpheus e di Smith suo nemico e veniva a sapere della guerra che era intercorsa tra le macchine e gli uomini vinta dai primi. Neo viene ucciso da Smith ma però riesce a rianimarsi uccidendo Smith a sua volta. Nel secondo film Tinity viene colpita a morte mentre lei e l’agente Thompson cadono da un edificio. Prima che tocchi il suolo, Neo vola giù e la prende e le rimuove il proiettile dal petto. Neo raggiunge il suo cuore e la fa rivivere. Tornano nel mondo reale, dove le sentinelle li attaccano. Neo mostra una nuova capacità di disabilitare le macchine del mondo reale con i suoi pensieri, ma cade in coma per lo sforzo. Nel terzo film invece Trinity viene ferita a morte, Neo si lascia assimilare e sacrifica la vita per la pace morendo.
Conclusioni finali
Risvegliare e dare slancio ad una trilogia fatta e finita è un’operazione quasi impossibile, visto che i fan hanno seguito un’avventura logica e che ha avuto una crescita lineare. Il film non ha mordente, rimane in superficie e i valori che vorrebbe trasmettere sono troppo smielati per una saga che era irriverente e che inoltre faceva riflettere. Cambiare la prospettiva significa creare un filone che si discosta troppo da quelli precedenti e si crea un embrione amorfo che viene subito rigettato.
Matrix Resurrections: la trama
Il film vede Thomas Anderson Neo (Keanu Reeves) di nuovo nel mondo reale, ma tormentato da sogni e visioni a cui non riesce a dare un senso e che racconta al suo analista (Neil Patrick Harris), temendo di essere diventato pazzo. Nonostante sembri non ricordare molto di quanto accadutogli in precedenza, tanto da incontrare Trinity (Carrie-Anne Moss) e non riconoscerla, il signor Anderson sembra accorgersi di come le persone siano vittime della tecnologia e ancorate ai loro telefoni come un prolungamento di se stessi. Ma le visioni e la sua curiosità non permettono a questo uomo di capire che si trova incastrato in una falsa realtà, perché ogni giorno per ragioni mediche assume una pillola blu, che gli impedisce di “aprire la mente”. L’incontro con alcuni personaggi interessanti e la sospensione dell’assunzione della pillola, inizieranno a riportare Neo alla consapevolezza che ciò che lo circonda non è quel che sembra.
Cast
- Keanu Reeves- Neo
- Carrie-Anne Moss- Trinity
- Neil Patrick Harris- Analista
- Christina Ricci- Gwyn de Vere
- Priyanka Chopra- Sati
- Jonathan Groff- Smith
- Jessica Henwick- Bugs
- Yahya Abdul-Mateen II- Morpheus
- Jada Pinkett Smith- Niobe
- Daniel Bernhardt- Agente Johnson