Si conversa attraverso il discorso che serve per spiegare, giustificare ed attribuire. Ciò significa che tutti noi siamo impegnati in conversazioni che sono regolate da rituali e norme sia esplicite che implicite, queste ultime inconsapevolmente. Una regola fondamentale della conversazione è che deve comunicare ai destinatari più o meno ciò che il parlante intendeva comunicare. Conversare è dialogare, comunicare. Come tale, è un’arte che si può imparare.
Conversare e comunicare
‘Ma tu sai conversare?’. No, non è una domanda retorica, anzi. Una regola fondamentale della conversazione è che deve comunicare ai destinatari più o meno ciò che il parlante intendeva comunicare. E l’assunto di base della comunicazione umana è che è impossibile non comunicare. Così, sappiamo che conversare è dialogare, comunicare. Come tale, è un’arte che si può imparare.
Si conversa attraverso il discorso. Esso serve per spiegare e giustificare. Come pure per attribuire. Ciò significa che tutti noi siamo impegnati in conversazioni che sono regolate da rituali e norme. Esse sono sia esplicite che implicite, queste ultime inconsapevolmente.
Quando si ascolta, si può tendere a selezionare le informazioni. Si ascolta ciò che si pensa possa interessare. Oppure si ascolta, pur senza comprendere. O ancora il messaggio arriva forte e chiaro al destinatario, con tutta la sua efficacia.
La base della conversazione è una buona comunicazione. Questa costituisce la costruzione di un legame relazionale, che può durare nel tempo. Come pure rappresenta la possibilità di condividere le emozioni.
Aspetti della conversazione
Due sono gli aspetti della conversazione. Essi sono aspetti specifici:
- scopo comune degli interlocutori;
- carattere di attività basata sul ‘principio di cooperazione’.
Il ‘principio di cooperazione’ prevede l’osservanza di quattro massime:
- massima di qualità, cioè essere sinceri. Significa dire la verità e dimostrare quello che viene detto;
- massima di relazione, che vuol dire essere pertinenti. Indica l’attinenza tra le parole percepite e il contesto in cui sono state espresse;
- massima di quantità, cioè essere informativi. Significa dire tutti i dettagli che richiede lo scopo della conversazione;
- massima di modo, significa essere chiari. Cioè tenere in considerazione l’altro con cui si sta interagendo.
Queste massime sono utili per comprendere l’itinerario del discorso. Le regole si mettono in atto durante l’episodio. Qui tutti i partecipanti danno il loro contributo e c’è il significato, che è:
- quello che io penso tu voglia dire;
- quello che tu intendi;
- quello che tu credi che io crederò.
Elementi della conversazione: pausa e silenzio
Pausa e silenzio sono elementi che appartengono alla conversazione.
La pausa è un momento fisiologico della conversazione che serve a scandire i passaggi di turno. Esistono:
- le pause vuote, che sono momenti di silenzio per cui non c’è alcuna attività vocale;
- pause piene, dove chi parla pronuncia false partenze o sillabe ripetute.
Il silenzio rappresenta la violazione del processo discorsivo. Lunghi silenzi indicano un forte coinvolgimento emotivo ed anche se c’è disagio interpersonale.
Comunicazione e cooperazione
Una comunicazione si dice efficace se c’è cooperazione tra le parti coinvolte nel dialogo. La cooperazione presenta tre forme:
- informazioni pertinenti;
- presenza di feedback immediati;
- armonizzazione del tono ed enfasi su determinati argomenti.
Modalità di conversare
Si hanno i turni di conversazione, cioè procedure attraverso cui gli interlocutori parlano e gestiscono i loro comportamenti.
La domanda è uno strumento ambiguo. Serve per:
- ottenere informazioni chiarimenti;
- attirare l’attenzione;
- interrompere un flusso di conversazione;
- deviare l’attenzione su un altro tema.
Conversazione a due interlocutori
Nella conversazione a due interlocutori, A parla a B, B parla ad A. La conversazione è finalizzata ad uno scopo perseguito da entrambi.
Conversazione a tre o più interlocutori
Nella conversazione a tre o più interlocutori, vanno seguite tre regole:
- selezione e interpellanza, quando il prossimo turno è della persona a cui si è rivolta la parola;
- auto-selezione: il primo che parla non si rivolge a nessuno, per cui chi risponde per primo ha acquisito il diritto a un turno
- precedenze, quando ha diritto di parlare chi già sta parlando, se riprende prima che gli altri intervengono.
Le regole della conversazione
Esistono alcune regole del saper conversare. Tra esse, ci sono:
- utilizzo di un linguaggio chiaro e accessibile, infatti la conversazione non è una conferenza. Per cui, il linguaggio deve essere chiaro e comprensibile. Come pure ordinato e accessibile;
- non monopolizzare la conversazione, perché le persone non sono lì pronte ad ascoltare solo noi, ma sono interessate alle idee di tutti i presenti. Dunque, è necessario limitare i propri interventi per dare l’opportunità anche agli altri di parlare;
- non interrompere chi parla. Infatti, è considerato come comportamento di scarsa educazione. Eventuali correzioni o affermazioni diverse vanno esternate con gentilezza e toni pacati;
- prestare attenzione all’interlocutore, all’altro della conversazione. Infatti, non si tratta di un monologo. L’altro o gli altri vanno ascoltati con attenzione anche per potersi preparare a rispondere.
Conclusione
Naturalmente la conversazione è legata alla comunicazione. La competenza comunicativa prevede l’interazione di persone che decidono come comunicare. Così, la comunicazione diventa il centro di gravità dell’interazione sociale. La conversazione ci permette di esprimere il nostro pensiero. Come pure di ascoltare e imparare dagli altri.
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