Fervido oppositore del fascismo, Luigi Albertini dedicò gli ultimi anni della propria vita alla compilazione di uno studio dedicato all’analisi dettagliata delle cause che portarono allo scoppio della prima guerra mondiale. L’opera di Albertini (Le origini della guerra del 1914) rimane ancora oggi il più autorevole, documentato e completo lavoro storiografico dedicato all’argomento.
Dotato di singolare intelligenza politica e di grande onestà intellettuale, ebbe il merito di portare il Corriere della Sera ai livelli che oggi conosciamo.
Chi era Luigi Albertini?
Luigi Albertini fu un giornalista ed editore. Fu direttore del Corriere della Sera dal 1900 al 1921. Ebbe il merito di portare il giornale alla posizione di prestigio che ancora oggi il quotidiano mantiene. Studiò e visse a Torino, dove si laureò in giurisprudenza con una tesi intitolata: “La questione delle otto ore di lavoro.” A Torino conobbe Luigi Roux, direttore del quotidiano Gazzetta Piemontese. Roux propose ad Albertini di collaborare. Il giovane, che desiderava puntare sulla carriera universitaria, accettò di scrivere articoli per finanziarsi i successivi studi di economia politica.
Nel dicembre del 1894 si recò a Londra a studiare i temi e problemi giuslavoristici anglosassoni. Nella capitale, dove rimase otto mesi, conobbe il direttore amministrativo del Times. Mentre si trova a Londra, Albertini si rende conto delle differenze tra la stampa anglosassone e quella italiani. I giornali inseriti nel sistema liberale inglese seguivano i propri interessi e concorrevano, di comune accordo con gli altri attori sociali, all’interesse pubblico. In quel di Londra, Albertini si appassionò al proprio lavoro di ricerca e strinse molte nuove conoscenze nell’ambiente accademico.
Il Corriere della Sera
Al rientro in Italia, Albertini interruppe gli studi e ricominciò a lavorare per la Gazzetta Piemontese. Agli inizi del 1896 si recò a Roma, dove prese le redini della rivista delle banche popolari: Credito e cooperazione. Il presidente onorario della Banca popolare di Milano, Luigi Luzzatti, lo presentò a Ernesto De Angeli, industriale tessile e socio comproprietario del Corriere della Sera. Su consiglio di Luzzatti, Torelli Viollier, direttore del quotidiano milanese, assunse Albertini. A Milano Albertini cominciò coordinando l’organizzazione interna al giornale, dove regolava i rapporti tra direzione e redattori.
Nel gennaio 1900 Albertini acquistò una piccola quota della proprietà del Corriere della Sera. Dopo soli due anni, Albertini diventa il braccio destro di Torelli Viollier. Quando questi morì, Albertini ne ereditò la posizione. Il 13 luglio, quando venne rifondata la società, Luigi Albertini ne diventò gerente responsabile e direttore amministrativo.
Orientamento politico
Luigi Albertini fu sempre presente nella vita politica del Paese. Si oppose al pensiero di Giovanni Giolitti e appoggiò l’intervento dell’Italia nella prima guerra mondiale. Criticò la politica del ministro degli esteri Sonnino e, dopo una simpatia iniziale per il fascismo, ne divenne un fervido oppositore. Nel 1925 fu tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali antifascisti redatto da Benedetto Croce.