giovedì, Aprile 17, 2025

Lonely Planet chiude le sedi di Londra e Melbourne

Lonely Planet, l’editore delle guide di viaggio più famose al mondo, ha annunciato, a causa delle ripercussioni dell’emergenza Coronavirus, la chiusura della sede di Melbourne e della maggior parte degli uffici di Londra, della sua rivista e della divisione Trade and Reference.

Il prodotto di punta di Lonely Planet, ovvero le storiche guide cartacee, continueranno a essere prodotte presso le sedi di Dublino e di Nashville, anche se l’azienda andrà incontro a tagli e ristrutturazioni interne.

Lonely Planet: la storia

Nel 1973 Tony e Maureen Wheeler pubblicarono la guida Across the Asia on the cheap, resoconto del loro viaggio da Londra all’Australia attraverso l’Asia, con mappe disegnate a mano e tanti consigli utili e a budget contenuto, destinata a chi volesse percorrere quelle strade.

A partire da quell’anno la guida Lonely Planet ha accompagnato milioni di viaggiatori alla scoperta del mondo.

Il successo della guida, venduta in 1500 copie, incoraggiò la coppia a pubblicarne altre su singoli Paesi da loro visitati.

Paula Hardy: la storia di Lonely Planet inizia a Melbourne

Paula Hardy, autrice di molte guide, racconta che la storia della Lonely Planet inizia proprio a Melbourne negli anni Settanta:

Fu a Melbourne che i co-fondatori Tony e Maureen Wheeler aprirono un negozio nel 1973 dopo aver terminato il loro epico viaggio via terra da Londra attraverso l’Asia fino all’Australia. Pubblicarono un racconto di quel viaggio in Across Asia on the Cheap, un volume con mappe disegnate a mano e l’ormai famigerato logo, progettato da Tony. Vendette 1.500 copie. Incoraggiati dal suo successo, i Wheeler lo seguirono con guide in Nepal, Africa, Nuova Zelanda e Nuova Guinea

La guida sull’India ne decreta il successo

Fu la guida sull’India, scritta nel 1981, a decretarne il definitivo e decennale successo; quella guida infatti divenne un best seller.

Guida sull’India di Lonely Planet

Una storia di successo editoriale dunque. Lonely Planet è oggi il più importante editore di viaggi al mondo; rappresenta il 31,5 per cento del mercato globale delle guide turistiche.

I momenti di crisi

Non è la prima volta che la casa editrice si trova ad affrontare difficoltà economiche; avvenne anche dopo l’11 settembre e dopo lo tsunami del 26 dicembre 2004, che devastò il Sud Est Asiatico. Lonely Planet ha però resistito a queste due catastrofi che hanno devastato l’industria dei viaggi.

Var Berkmoes afferma infatti che:

 “Gli attacchi dell’11 settembre hanno avuto un profondo effetto sulla compagnia. La gente ha smesso di viaggiare e le librerie hanno restituito tutte le loro guide. La compagnia ha perso dozzine di persone di talento. Era straziante per tutti. Ma i viaggi sono tornati e così anche Lonely Planet. ”

Nel 2004 invece l’azienda ha cercato di mobilitarsi come poteva: fondi di soccorso e risorse significative sono state impiegate per fornire assistenza dove possibile.

Grazie ai suoi autori attivi nelle aree colpite, la casa editrice ha creato un vademecum di supporto alle organizzazioni locali che si occupavano della tragedia sul territorio: ha aperto infatti una sezione sul sito dove si trovavano risposte a domande come “come posso aiutare?”, “quando potrò tornare”, ecc.

Ver Berkmoes ricorda:

“Avevamo persone a terra in tutte le aree più colpite e abbiamo cercato i progetti che avrebbero fatto la differenza. C’era una parte completa del sito Web che rispondeva a domande pratiche come: come posso aiutare? dove dovrei viaggiare? come arrivo a casa? “

Proprio le stesse domande che si sta ponendo oggi.

Negli ultimi anni ha anche attraversato due passaggi di proprietà: nel 2007 alla Bbc e poi nel 2013 a NC2 Media.

Lonely Planet e la tecnologia

Ha sempre saputo cogliere i cambiamenti dei tempi ed è stata una pioniera della tecnologia.

Accanto alle guide, pubblicate da EDT dall’inizio degli anni Novanta, già nel 1994 Lonely Planet aveva aperto il suo primo blog, intuendo dunque le potenzialità di Internet, ancora prima che quella parola fosse ufficialmente coniata.

A questo è seguito, due anni dopo, la creazione di un sito web diventato da subito un punto di incontro per milioni di viaggiatori, un luogo dove scambiarsi informazioni, pareri e dritte per organizzare al meglio il proprio viaggio; insieme alle guide di CitySync su PalmPilots. Il più innovativo di tutti è stato il forum del viaggiatore online, Thorn Tree, lanciato nel 1996.

Secondo Jane Rawson, uno dei suoi primi moderatori: “È stato istituito un minuscolo team web che ha detto di capire cosa fosse Internet e se fosse utile ai viaggiatori“.

La casa editrice con l’avvento di Internet è andata incontro a delle trasformazioni inevitabili, ma la guida Lonely Planet rappresenta tutt’oggi un compagno inseparabile per molti viaggiatori. Una community cresciuta sempre più negli anni e che, nel 2016, ha raggiunto i 10 milioni di utenti.

Secondo Hardy, sono proprio queste vicissitudini del passato a far ben sperare per il futuro della Lonely Planet.

Tony Wheeler: Non credo che l’attuale crisi stia per porre fine al ruolo della guida tradizionale

Il fondatore Tony Wheeler ha affermato:

Non credo che l’attuale crisi stia per porre fine al ruolo della guida tradizionale, sia in formato cartaceo che in quello digitale. Ho già ricevuto le nuove guide Lonely Planet per i viaggi che avevo intenzione di realizzare entro la fine dell’anno

Angelo Pittro: Le Lonely Planet continueranno a uscire

Angelo Pittro, direttore marketing e commerciale della torinese Edt, licenziataria per l’Italia dello storico marchio ha rassicurato:

Voglio rassicurare i nostri affezionati lettori: le “Lonely” continueranno ad uscire. Le chiusure annunciate, infatti, non riguardano redazione e produzione del nostro prodotto di punta. Come direttore di Lonely Planet per l’Italia confermo inoltre che continuiamo a lavorare con le sedi di Dublino e di Nashville. Certo, la programmazione editoriale subirà modifiche anche pesanti –non avrebbe senso uscire ora con aggiornamenti su località bloccate dal lockdown –  e molti nostri autori scontano le proibizioni agli spostamenti e, quindi, alle verifiche sul campo. Ma l’avventura delle nostre guide prosegue, in attesa del momento in cui potremo tornare a metterle in valigia e nello zaino

Lonely Planet: le 10 top cities per il 2020

Tony Wheeler afferma:

Rimango orgoglioso di ciò che Lonely Planet ha realizzato. Sono sempre felice quando la gente dice:” Non sarei andato lì se LP non mi avesse dato una spinta, mi ha mostrato la strada “

Ver Berkmoes crede anche che le guide dureranno:

Una volta che ricominciamo a viaggiare … così tanti volti e marchi vecchi spariranno. Le persone avranno bisogno di quell’amico accanto a loro nel bar con un sacco di consigli intelligenti.

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