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19 ottobre 1909 muore Cesare Lombroso

19 ottobre 1909 muore a Torino, il criminologo e antropologo italiano Cesare Lombroso, creatore della teoria della causalità criminale, secondo la quale i criminali possiedono caratteristiche fisiche identificabili.

La vita

Nasce a Verona il 6 novembre 1835, discendente di una famiglia di ebrei spagnoli benestanti, i suoi genitori erano Aarón Lombroso e Séfora Leví. Cesare Inizia gli studi di medicina a Pavia continuando a Padova e Vienna. Prima del suo dottorato si arruola come medico nell’esercito piemontese, dopo l’esperienza militare, ottiene il titolo di dottore in medicina all’Università di Pavia con una tesi sul cretinismo.

L’opera “L’uomo delinquente” di Cesare Lombroso

Dodici anni dopo sposa Nina Debenedetti, con la quale ha cinque figli, e un anno dopo ottiene la nomina di direttore del manicomio di Pesaro. Nel 1871 torna al suo lavoro di insegnante a Pavia. Nel 1875 pubblica il suo famoso libro “L’UOMO DELINQUENTE“. Dopo una serie di conferenze che tiene in varie città europee come Parigi, Torino, Amsterdam, l’antropologia criminale inizia a diffondersi in tutto il mondo.

La teoria di Lombroso

Lombroso sostiene, insieme ai suoi discepoli, che i criminali abbiano, come nelle popolazioni selvagge, un’incapacità per il lavoro regolare e metodico e un’alta impulsività. Lombroso elenca diversi fattori nell’etimologia del crimine, fattori che inciderebbero nella formazione dell’istinto criminoso, come il clima e altri agenti ambientali, l’ereditarietà, evidente nelle famiglie dei soggetti dediti al crimine, legata all’alcolismo, alle malattie mentali, all’epilessia e alla prostituzione, l’età dei genitori, delle razze, delle tribù e delle popolazioni e dei fattori sociali come le condizioni economiche, l’istruzione ed il fattore emigrazione. Ma non solo, secondo lo studioso, i fattori che vengono ritrovati nell’aspetto antropologico-biologico del soggetto non lasciano via di scampo al dubbio.

Catalogazione dei criminali secondo Cesare Lombroso

Elementi fisiognomici ci accompagnano, sempre secondo Lombroso, nell’identificazione del criminale, dalla mascella, agli zigomi, forme del cranio particolari o come nell’ asimmetria del viso, per Lombroso esistono vere e proprie schede ereditarie trasmissibili, un bagaglio genetico che imprime un destino scientificamente prevedibile.

Secondo la teoria di Lombroso alle condizioni socioculturali ed economiche dei popoli con un grado di sviluppo inferiore, ci sarebbe da sommare un carattere antropologico, morale, fisico, fisiologico, psicologico, degenerativo. Interessante è se si vuole approfondire l’argomento la mostra al Museo del Cinema di Torino,” I 1000 volti di Lombroso”.

Gli ultimi anni fra viaggi ed insegnamento

Museo si Antropologia “Cesare Lombroso”

Nel 1898 fonda a Torino un museo di psichiatria e criminologia e nel corso della sua vita professionale Lombroso viaggia molto per divulgare i suoi studi e le sue teorie. Svolge una serie di indagini epidemiologiche con metodo statistico, incrociando dati sanitari, geografici e climatici, dimostrando lo stretto rapporto tra l’uomo, la sua salute e l’ambiente. Queste ricerche, infatti, si concentrano su alcune malattie come cretinismo, il gozzo e la pellagra, dimostrando in verità come una cattiva alimentazione possa favorirle. È proprio grazie ai risultati delle ricerche di Lombroso che venne imposto il divieto di vendere mais avariato. Nel 1907 si sposta a Roma, per insegnare proprio l’antropologia criminale, per la quale è tuttora famoso, sostenitore dell’eugenetica si batte, da avanguardista, per la sterilizzazione dei delinquenti.

Gli ultimi anni

Lapide al Cimitero Monumentale di Torino

Tuttavia dopo anni trascorsi a viaggiare gli ultimi, Cesare Lombroso, li trascorre in compagnia dei suoi figli, personaggi illustri della medicina e della letteratura, Paola, Gina e Ugo Lombroso nella sua casa a Torino.

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