venerdì, Aprile 18, 2025

Lo sciopero: promemoria di libertà per l’operaio

Oggi ricordiamo il 4 Settembre 1894. Ricordiamo un giorno in cui circa 12.000 operai tessili di New York scioperarono contro le condizioni lavorative delle fabbriche

La seconda rivoluzione industriale fu un importante periodo di fermento tecnologico. Industrie e fabbriche furono travolte da un impetuoso vento di progresso e invenzione; uno sviluppo industriale smisurato che prese piede in Europa ma che arrivò fino agli Stati Uniti. I settori fondamentali furono quelli tessile, siderurgico e dei trasporti, con la diffusione sempre più capillare delle ferrovie. Il “salto” tecnologico fu talmente grande che si parlò appunto di rivoluzione. La rivoluzione industriale implicò anche il potenziamento della forza lavoro operaia e la diffusione della fabbrica quale precipuo luogo di produzione.

Ciò che aumentò in maniera quasi incontrollata fu l’ingordigia dei padroni industriali che per dare ristoro alle proprie aspirazioni di guadagno costringevano la classe operaia, inclusi bambini e donne, a lavori faticosi con ritmi e discipline intollerabili, senza tutela e alla mercè di pericoli. La seconda metà dell’ottocento fu senza alcun dubbio un periodo storico economicamente positivo; la spinta verso la tecnologia fu entusiasmante ma proprio quell’entusiasmo venne spezzato da tutti i retroscena sociali dell’industrializzazione, progressiva ed espansiva. Le condizioni lavorative delle fabbriche furono meschine e disumane, il lavoro operaio obbediva esclusivamente ad una logica di economia capitalista e quindi tutti gli operai lavoravano per 13 e 14 ore al giorno ininterrottamente, senza protezione e spesso in balia della morte. Le problematiche sociali dunque si acutizzarono ma non furono le sole; impellenti divennero anche le rivendicazioni delle classi popolari e operaie.

Lo sciopero fu l’elemento sociologico che permise a migliaia di operai di riconoscersi come esseri umani e non come macchine lavorative. Lo sciopero, unico baluardo dei lavoratori, fu il mezzo per combattere un ambiente di lavoro troppo meschino. Nella seconda metà dell’ottocento si rafforzarono le associazioni operaie, le quali, con sempre più rigore, reclamavano il riconoscimento e la tutela dei diritti dei lavoratori. Il 4 Settembre 1894, a New York, 12.000 operai tessili scioperarono contro la disumanità delle fabbriche, contro un potere capitalista avido e vorace.

Fabbrica tessile della seconda metà dell’800

Le condizioni lavorative delle fabbriche dell’800

Tredici o quattordici ore di lavoro al giorno. Ore frustranti e massacranti. Così gli operai scandivano il loro tempo nelle fabbriche; continui gli infortuni, doloranti le gambe e le braccia, misera la paga. Donne e bambini erano sottoposti a ritmi assurdi, dalle giornate lavorative ne uscivano estenuati, macilenti e sfiniti. I padroni esercitavano un arbitrio selvaggio e gli operai erano meri pezzi di un meccanismo che finiva sempre per inghiottirli. Questa fu la situazione delle fabbriche alla fine dell’ottocento ma non fu la sola: rapidamente una reazione sociale insorse contro la miserevole vita della fabbrica. Lo sciopero si trasformò in un evento vitale, nella presa di coscienza collettiva, nella consapevolezza della dignità quale cosa cara, meravigliosa e irrinunciabile. Il lavoro nobilita l’uomo ma l’uomo è prima di tutto umano e nessuna attività lavorativa deve ridurne il senso e l’essenza umani e mai meccanici.

Quel giorno di settembre del 1894 fu un giorno di giustizia e di coscienza.

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