giovedì, Aprile 17, 2025

L’ISIS usa TikTok per fare propaganda tra i giovani

L’ISIS usa la popolare app cinese TikTok per fare propaganda tra i giovani e trovare nuove reclute. Chiusi account che arrivavano fino a 1000 follower

L’ISIS, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, usa il famoso social network cinese TikTok per fare propaganda tra i giovani fruitori dell’app e fare nuovi proseliti.

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Nel feed, infatti, sarebbero comparsi diversi video riconducibili alla propaganda jihadista. Questi video contenevano immagini riguardanti esecuzioni, combattenti dello Stato islamico con in mano armi e donne che si definivano “jihadiste e orgogliose”.

I video pubblicati all’interno del social erano stati modificati inserendo cuori, icone floreali e aggiungendo della musica in sottofondo.

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La decisione di TikTok per fermare la propaganda dell’ISIS

L’azienda, dopo l’indagine del WSJ, ha deciso di rimuovere gli account che diffondevano video riconducibili alla propaganda dell’ISIS. Questi account, in totale due dozzine al momento, arrivavano in alcuni casi ad avere più di 1000 follower.

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La difficoltà di TikTok nel rimuovere i contenuti dell’ISIS

A quanto pare, comunue, la famosa app cinese diffusissima tra i giovani non ha ancora trovato un sistema per classificare e trovare contenuti di questo tipo all’interno del social.

Rispondendo alle domande di Forbes, un portavoce dell’azienda ha dichiarato:

“Questa è una sfida a livello di settore è complicata da cattivi attori che cercano attivamente di eludere le misure di protezione. Abbiamo un team dedicato alla protezione aggressiva contro comportamenti dannosi su TikTok”.

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TikTok, infatti, ha già delle regole contro le organizzazioni terroristiche che usano l’app. Tuttavia, di fatto, il suo team di moderatori di contenuti negli Stati Uniti e in Cina non è stato in grado di individuare quei video prima della segnalazione del Wall Street Journal.

Questo è un problema che anche altri social popolari, primo tra tutti Facebook, hanno dovuto affrontare un passato, e che solo ora riescono a risolvere in maniera più o meno sistematica. Facebook e YouTube, infatti, hanno dovuto impiegare innumerevoli risorse, rafforzare i propri algoritmi e creare un database condiviso per arginare la diffusione della propaganda terroristica. I risultati cominciano però a vedersi: Facebook ha dichiaro di aver rimosso a settembre 2019 oltre 26 milioni di contenuti di propaganda terrorista nel corso di due anni.

Facebook ha dunque dimostrato come con un massiccio impiego di risorse, e una maggiore attenzione al tipo di contenuti che circolano sui social, questa sia una sfida che può essere vinta.

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