«Sempre caro mi fu quest’ermo colle… » , un verso che riecheggia, eterno, nella mente di ogni italiano (e non solo). L’infinito , la poesia di malinconica perfezione del maestro Leopardi, compie 200 anni.
Era il 1818 …
Correva l’anno 1818, quando il padre del pessimismo cosmico creò una delle opere più omaggiate del repertorio italiano : l’Infinito. La poesia, un idillio di endecasillabi sciolti, fa parte di una raccolta di liriche denominate ” Idilli’‘, e si accompagna a ”Alla luna” e ”La sera del dì di festa” .
Tre idilli connotati da una riflessione profonda sul tempo , sulla vita, e sul futuro che ci offrono un abbraccio viscerale fra poesia e filosofia. Tre gioielli poetici che hanno avuto successo secolare, e l’Infinito ha il posto d’onore

Direttamente dalla visione panteistica e mistica del romanticismo europeo del XVIII, Giacomo Leopardi è profeta di un’esigenza moderna
In un opera dedicata alla rappresentazione del Sehnsucht, ossia quel profondo struggimento d’animo nostalgico per l’assoluto, il poeta descrive l’animo dell’essere umano immutato nel tempo. La siepe come ostacolo ai sensi, gli interminati spazi da cui scaturisce uno sgomento addolcito dalla meraviglia, l’idea dell’eternità che da sempre tormenta e affascina la mente umana, il mare in cui l’anima affonda dolcemente : ecco il ritratto permanente dell’uomo attuale. Dinnanzi alla ”siepe” della vita quotidiana, l’uomo scorge un’infinito che è immenso, agognato ed incerto : il suo futuro. Non è forse ciò che sarà di noi a tormentarci? Non è forse l’incertezza di ciò che avverrà a renderci fragili e tormentati? Uno dei colossi della letteratura ha anticipato la nostra agonia : in un mondo in cui ricerchiamo costantemente la certezza, l’incertezza d’infiniti spazi ci tormenta, e ci innamora.

Caspar David Friedrich – Viandante sul mare di nebbia , quadro-simbolo del romanticismo
Così l’emblema artistico dell’Infinito, dipinto da Caspar David Friedrich , non è solo il principale simbolo dell’idillio imperituro e del romanticismo , ma diventa un ritratto di ogni singolo essere umano che si erge, con senso di sgomento, davanti ad un mare di nebbia che fa da specchio a ciò che ne sarà.
Con l’ascesa del Monte Tabor , e un dolce naufragio, Giacomo Leopardi offre un diamante raro e inestimabile alla cultura italiana.
Oltre la poesia
Sorpassando le barriere liriche e assuefatte della poesia, l’Inifinito diventa il protagonista anche della musica. Il primo a rendere melodia l’Idillio fu Gaetano Braga (1829-1907) , alla fine dell’ Ottocento. Il tema fu ripreso anche in epoca moderna dalla voce lirica di Mario Genovesi, con l’approvazione dall‘Istituto Leopardiano italiano. L’ultima celebre composizione è quella dell’italo-americano Mario Castelnuovo-Tedesco.