Questa paralisi economico-sociale il Libano non la viveva dagli anni di guerra civile. Anni si sangue e di lacrime, periodo in cui il piccolo paese, prima centro finanziario del Medio Oriente, stava per collassare. Ora a distanza di anni quell’incubo torna a bussare alla porta degli sfortunati cittadini libanesi: in più di un anno hanno sofferto immani pene, che mai nessuno avrebbe immaginato. Le città sono in fiamme, negozi e esercizi essenziali al collasso, l’economia reale brucia. Dopo Beirut alle proteste si è aggiunta anche Tripoli a nord e Sidone al sud. Tutto il Libano è in fermento, e solo un governo stabile porrà fine a questa crisi disastrosa.
Libano, il futuro politico del paese è nelle mani dei giovani partiti
Quanto pesa la crisi finanziaria in Libano?
Pesa, pesa molto. Lo scorso 16 marzo la lira locale ha raggiunto un nuovo record negativo nello scambio col dollaro statunitense: ci vogliono 15.000 lire per comprare un dollaro. La crisi è in atto e nulla sembra, al momento, farla cessare. Secondo l’economista libanese Sami Zogheib il mercato nero sta assumento sempre più rilevanza, a causa dell’inadempienza delle finanze istituzionali. “Tutto ora ha un prezzo basato sul mercato nero“, ha detto Zogheib ad Al Jazeera. “È tutto molto opaco e quindi la valuta può subire forti fluttuazioni“.
Crisi Libano, l’economia crolla
Lira in caduta, tessuto economico strappato, movimentazioni popolari. In tutto questo tarda ancora la formazione di un governo solido che possa almeno porre una pezza su tutti questi problemi. Lo chiedono i militanti di un partito locale, Li Haqqi. Beirut Nora Abouchakra, un loro rappresentante, ha esplicitamente affermato di non farcela più a sopportare questa inefficienza. “Ci sono persone che soffrono la fame e non si preoccupano più di questi dettagli“. Alimenti come formaggio, uova, latte hanno triplicato il loro prezzo base. L’inflazione è salita del 400%, sta diventando assolutamente insostenibile per le finanze già martoriate di piccoli e medi commercianti.