domenica, Aprile 20, 2025

Lettera43 – Un tweet conferma la fine del quotidiano

Nella classifica Audiweb di febbraio, il quotidiano online Lettera43 si era appena posizionato al 72° posto, contando su 77mila utenti ogni giorno. Un traguardo ragguardevole per una testata giornalistica online che conta 10 anni di vita. Ma Matteo Arpe, finanziere che attraverso la società Sator gestisce il network News 3.0, ha ritenuto doverosa la cessazione della testata per cause di ordine economico e conflitti d’interesse nei confronti delle sue attività.

La chiusura di LetteraDonna e Pagina99

Il Network milanese News 3.0 aveva già dovuto fronteggiare la chiusura di altre due testate legate al gruppo: LetteraDonna, offline da gennaio 2020 e Pagina99, settimanale di economia e cultura che aveva assistito al trasferimento della pubblicazione da cartacea a online già da dicembre 2017.

Su ItaliaOggi l’indiscrezione sulla fine di Lettera43

L’annuncio era già stato preannunziato il 2 aprile attraverso indiscrezioni di stampa sul quotidiano di informazione online ItaliaOggi, scatenando l’insurrezione della redazione ignara dell’imminente chiusura della testata. Nell’articolo pubblicato su ItaliaOggi, si apprendeva infatti che la testata avrebbe previsto uno stop entro massimo un mese. Il socio di riferimento Matteo Arpe non era intenzionato a finanziare ulteriormente un notiziario online con buoni audience ma ricavi scarsi. Per l’azienda, alcune trattative in corso con probabili acquirenti avrebbero potuto salvare la sorte del quotidiano online.

Una redazione in rivolta

In risposta all’articolo su ItaliaOggi, i 13 giornalisti della redazione di Lettera43 avevano pubblicato lo stesso giorno un comunicato in cui facevano presente la loro indignazione. Nel comunicato, i giornalisti esprimevano sgomento per la mancata comunicazione da parte dell’azienda ai diretti interessati. Indignazione dovuta inoltre all’ingiustificata scelta aziendale di incolpare la situazione di emergenza sanitaria come causa della chiusura del giornale.

Secondo la redazione di Lettera43, “l’azienda ha avanzato il 1° aprile la richiesta di cassa integrazione in deroga dovuta all’eccezionale situazione del coronavirus. Una scelta però illegittima ed eticamente censurabile, giustificata con la «riduzione dell’attività lavorativa dovuta all’emergenza sanitaria in corso». Ma la realtà è esattamente all’opposto: il lavoro svolto in smart working nel mese di marzo non si è interrotto, come capitato a diverse imprese italiane in difficoltà, anzi è aumentato proprio per la mole di notizie sul Covid-19, che il giornale è impegnato a trattare occupandosi prevalentemente di cronaca, politica ed economia. I clic e il traffico online, non a caso, sono raddoppiati.”

Incremento di audience

A fine gennaio 2020 tutti i brand di informazione quali agenzie di stampa, quotidiani e telegiornali hanno assistito ad una accelerazione impetuosa della domanda di informazione causata dal crescendo di notizie sulla diffusione del coronavirus e sulle misure per contrastarlo. Il CDA di News 3.0 ha voluto comunque cessare la pubblicazione online del quotidiano diretto da Paolo Madron, che a marzo 2020 aveva visto un incremento dell’audience da 77mila a 82mila utenti.

Rivista Studio e Rivista Undici

Secondo un’analisi Leanus, News 3.0 aveva chiuso il 2018 con 1,2 milioni di euro di ricavi ma una perdita netta di 894 mila euro. Rimangono comunque attive le due testate facenti parte di News 3.0, le superstiti Rivista Studio (attualità e cultura) e Rivista Undici (calcio) controllate da Studio editoriale.

si veda qui l’analisi di Leanus https://bebeez.it/files/2020/04/Leanus-News3.0-2018.pdf

Per i lettori affezionati di Lettera43, venerdì 15 maggio rappresenterà dunque l’ultimo giorno di pubblicazione online del quotidiano d’informazione.

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