Quante volte ho pensato che mi piacerebbe imparare a leggere i tarocchi e puntualmente non trovo mai il tempo per farlo. E così capita che, passeggiando in una calda sera di agosto, sul lungomare di Salerno, incontro Madonna. Capelli neri, occhi scuri, un tavolino di spalle al mare, una candela e un mazzo di carte. Avevo tempo, sono una curiosa di natura, avevo anche mille domande in testa. 5 euro per scoprire qualcosa di nuovo o riscoprire quello che sapevo.
Madonna e le carte delle bisnonna
Madonna si chiama così in onore della Madonna di Medjugorje, non della cantante come ho pensato per un attimo quando mi ha detto il suo nome. Ha iniziato a capire di avere qualche cosa di diverso dai suoi coetani a 13 anni. Ha iniziato a comprendere che le bastava guardare una persona per sentire quella persona. Non deve essere facile accettare di avere quello che per molti è un dono, per altri un dramma, a 13 anni. Hai voglia di giocare, uscire con gli amici, divertirti. Lei invece è partita. E’ tornata dalla sua bisnonna, in Croazia. E lì ha imparato a leggere i tarocchi con il mazzo di carte della bisnonna, lo stesso che usa ancora oggi. Lo stesso che ha usato per me.
Una tradizione, quella che porta avanti, non di quelle che scegli ma di quelle che scelgono te. Nella sua famiglia sceglie ogni terza generazione. E solo le donne.
Ho parlato con lei per una mezzora, dopo la lettura dei miei tarocchi. Non vende il suo dono perché le serve il ricavato per vivere. Madonna lo fa perché ha una missione. Se ha un dono deve usarlo per aiutare gli altri. Parla con una dolcezza infinita, ti fa sentire a casa anche se sei a migliaia di chilometri da casa. Ti ascolta, lo fa davvero, non come si usa fare oggi quando si chiede a qualcuno “come stai” e poi la risposta nemmeno la sentiamo. Ascolta e mentre lo fa ti guarda. Non ti toglie gli occhi di dosso mai, se non per guardare le carte. E’ delicata nel dirti le cose, sa che quello che dice ha un effetto su chi ascolta e dosa le parole per evitare di ferire o creare fastidio.
Non è la prima persona che conosco che fa un uso buono di un dono. Ne conosco altre, alcune sono anche in posizioni molto importanti. Fa bene al cuore, soprattutto in questo momento storico, sapere che ci sono persone che fanno del bene solo per fare del bene. Quando ho scritto 9 anni fa Nelle Tue Mani avevo la stessa intenzione.
Un libro che sto leggendo in questi giorni parla di presenze positive e presenze angeliche. Le prime entrano nella nostra vita per restare a lungo (e in questo periodo ne ho almeno un paio da ringraziare) e le seconde invece entrano nella nostra vita solo per poco, ma cambiandola in modo radicale.
Ripartendo da Salerno, quella sera, ho avuto la sensazione di aver incontrato una presenza angelica, ma ho il suo numero di cellullare e credo possa essere tra le presenze positive che questo coronavirus mi ha portato.