sabato, Aprile 19, 2025

L’efficacia dell’Arnica Montana. Intervista al Prof. Paolo Bellavite

Sulla Rivista PlosOne, è stato pubblicato uno studio dal titolo “Arnica montana stimulates extracellular matrix gene expression in a macrophage cell line differentiated to wound-healing phenotype” .

L’Arnica montana è una pianta tradizionalmente utilizzata nella cura di traumi, ma finora si sapeva poco sul suo meccanismo d’azione a livello cellulare.

I ricercatori, cosi viene riportato dallo studio pubblicato, hanno utilizzato come modello una linea di cellule macrofagiche umane in coltura, differenziate con interleuchina-4 in modo da farle assomigliare a quelle che si trovano nelle ferite e nei traumi in via di guarigione.

La ricerca si è principalmente concentrata cosi sull’analisi dell’azione sull’espressione genica nei macrofagi umani dell’Arnica montana, pianta tradizionalmente utilizzata per curare traumi.

A Milano è stata poi presentata l’ultima edizione del volume “Low Dose Medicine -Omeopatia e Omotossicologia – Le Prove Scientifiche” (GUNA Editore) contenente i più recenti risultati della ricerca scientifica in questo settore: sono stati spiegati i meccanismi d’azione dei medicinali in bassi dosaggi, illustrando gli sviluppi in termini di cura per molte patologie come vitiligine e psoriasi.

Periodico Daily ha intervistato il Prof. Paolo Bellavite del Dipartimento di Medicina dell’Università di Verona, coordinatore dello studio:

  • Professore, perché una ricerca sull’Arnica Montana? 
  • Perché è una medicina molto usata ma poco studiata scientificamente.
  • Cosa si sapeva già di questa pianta e circa il suo utilizzo? 
  • Tradizionalmente è usata nella cura dei traumi e probabilmente ha anche un effetto benefico nel decorso postoperatorio.
  • Quale contributo possono dare gli ultimi risultati della vostra ricerca? 
  • Conoscere meglio il meccanismo d’azione a livello cellulare.
  • Nello studio pubblicato, viene messo in evidenza come “le cellule siano dotate di un’altissima sensibilità livello della regolazione dell’espressione genica tale da renderle capaci di rispondere agli stimoli di medicinali in alte diluizioni ”, che significa in termini meno tecnici? 
  • Le cellule rispondono al medicinale attivando alcuni geni che poi a cascata fanno aumentare la sintesi di proteine utili alla guarigione. Il fatto che ciò avvenga anche con diluizioni omeopatiche significa che la regolazione del fenomeno è molto sensibile, molto delicata.
  • Quali sono i vantaggi e i punti critici nell’utilizzo dell’Arnica?
  • I vantaggi clinici sono ancora oggetto di prove, per cui i nostri risultati non possono rispondere a tale domanda in modo diretto. Ovviamente i vantaggi sarebbero quelli di facilitare la guarigione, i punti critici quelli di tutte le medicina basate sulle piante per cui le preparazioni sono di difficile standardizzazione. Spero che il fatto di aver indicato un plausibile meccanismo d’azione stimoli ulteriori ricerche.

*Si ringrazia per la disponibilità il Prof. Paolo Bellavite del Dipartimento di Medicina dell’Università di Verona e la dott.ssa Clelia Corradi

Giacomo Buoncompagni
Giacomo Buoncompagni
Buoncompagni Giacomo. Aspirante giornalista scientifico. Laureato e specializzato in comunicazione pubblica e scienze sociali -criminologiche. Collaboratore di Cattedra presso l'Università di Macerata. Presidente provinciale Aiart Macerata. E' autore di "Comunicazione criminologica" e "Analisi comunicazionale forense" (2017)

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