sabato, Aprile 19, 2025

L’azione del Governo verso il virus è disordinata, inopportuna e disonesta

Guardando la situazione da debita distanza, quale la mia che scrivo che da 1400 chilometri da Roma, l’azione del Governo in Italia sembra una vecchia commedia italiana. Oggi, ascoltando l’ennesima conferenza stampa del premier Conte ho avuto la netta sensazione di ascoltare un attore che, con un copione scritto, alle domande della stampa rispondeva cercando l’aiuto del gobbo.

Chi ha scritto il decreto sa cosa stava scrivendo?

Nel nuovo decreto ci sono talmente tante contraddizioni con le leggi in essere a livello nazionale, che viene da chiedersi se chi lo ha scritto si renda conto di cosa stesse facendo. Un esempio solo su tutti. Esiste l’obbligo, in Italia, di non lasciare i minori soli in casa. Nel decreto si mettono le scuole superiori, quindi con ragazzi dai 14 anni, in didattica a distanza ma non si considera di mettere le aziende in smartworking. Risultato: ragazzi di 14 anni che o stanno a casa da soli e rischio per i genitori di denuncia se qualche vicino vuole fare un dispetto. Oppure genitori, e di solito le mamme, che devono chiedere permessi o autorizzazioni ai datori di lavoro per stare a casa. Sperando che gli venga concesso, altrimenti scegliere tra lavoro e figli.

Il Governo non poteva essere pronto

Ma non è solo quello che mi lascia perplessa. Alla fine nessun governo sarebbe mai stato pronto a gestire una situazione come questa, a marzo. Quindi nemmeno questo governo. Come non lo sono stati i governi delle altre nazioni. A darmi un pugno nello stomaco è stata una risposta data a una cronista che chiedeva cosa rispondere ai cittadini che scrivono al suo quotidiano chiedendo cosa è andato storto?

Non possiamo dire che il Governo ha abbassato la guardia” la risposta di Conte. Lo stesso Governo che a giugno non ha chiuso le spiagge, perchè facevano comodo. Lo stesso Governo che in agosto non ha dato alcuna limitazione numerica a ristoranti, perchè era estate. Mentre in altre nazioni vigeva l’obbligo di un numero fissato di persone nei ristoranti, in Italia nessuno faceva rispettare il distanziamento sui mezzi pubblici. Chi aveva questa responsabilità se non il Governo? A chi spettava vigilare in caso di non ottemperanza delle norme? In quale senco l’azione del Governo non è stata abbassare la guarda?

La responsabilità di chi è?

Non sto escludendo la responsabilità dei singoli. Gli italiani sono sempre stati bravissimi a curare il proprio, e solo il proprio, orticello. Questa volta che era necessario farlo in modo preciso e costante se ne sono spesso lavati le mani, delegando al vicino di casa. Ma dove gli italiani non rispettavano le norme, lo Stato non ha fatto nulla. Poche multe, pochi controlli. Questo è, caro Conte, abbassare la guardia. E’ confidare solo nel buonsenso dei cittadini e non è quello che un Governo è chiamato a fare.

Polemiche e nessuna soluzione nell’azione del Governo

Abbiamo passato l’estate a leggere della possibile seconda ondata e di banchi con le rotelle. Non ricordo di aver letto di investimenti nella sanità, tanto la seconda ondata sapevamo sarebbe arrivata. Vogliamo parlare dei mezzi pubblici? Veramente tra i tanti consulenti del premier nessuno ha fatto notare che a settembre, con la riapertura di uffici e scuole, saremmo tornati nel caos? Oltre a dare indicazioni di posti alternati (che nessuno controlla vengano rispettati) sui treni e alcuni bus, forse era il caso di aumentare le corse e i mezzi? Se gli stessi mezzi un anno fa, a settembre 2019 erano stracolmi, per quale ragione non avrebbero dovuto esserelo a settembre 2020? Con quale criterio dimezzi i posti a sedere e lasci a piedi il 50% dei passeggeri che dovrebbero andare a lavorare?

L’azione del Governo è stata imporre limitazioni e tamponi a chi veniva dall’estero. Come se il problema fossero solo i turisti o gli italiani che andavano in vacanza fuori. Nessun controllo per tutto luglio su chi andava in discoteca e in spiaggia. E non sto scaricando la colpa sui giovani, che avevano tutto il diritto di divertirsi. Ma dove non erano rispettate le norme nessuno ha fatto rispettare nulla. E questo controllo era prerogativa dello Stato.

Un virus che continuerà a diffondersi nonostante l’azione del Governo

Sinceramente in questo decreto ci sono tante altre contraddizioni. Analizzarle tutte non avrebbe senso. Io resto del parere che mi sento più tranquilla a vedere un film al cinema, nel mio posto prenotato con distanziamento sicuro, che ad andare al museo dove per quanto ci siano ingressi contati, le distanze non sono garantite. E poi, per andare al museo posso tranquillamente prendere la metro, a Roma, a mezzogiorno, fianco a fianco con altre 5 mila persone. Che tanto, orma abbiamo imparato, il virus non viaggia in metro. E non esce prima delle 18. Rigorosamente non frequenta le scuole elementari e medie inferiori, non va in ludoteca, ma ama lo sport dilettantistico mentre snobba il calcio di seria a e b. Un virus intelligente perchè frequenta convegni e conferenze ma che non ama l’arte e non va al museo. Adora il cinema, la musica e divertirsi. Non lavora e soprattutto non mangia a pranzo e non fa la spesa.

Ma il virus che fa più paura, ora, non è il Covid. E’ lo scaricabarile. Il Governo che fa spalluccia ai disordini di Napoli e Roma, e non si prende responsabilità. Lo Stato che si gira dall’altra parte e da multe a singhiozzo. La gente per strada che spera di non prendere il virus, quello vero, contando sul fatto che tanto qualcuno la mascherina la mette, “ma non io, io non mi faccio imbavagliare“. Dovevamo uscirne migliori. Non ne usciremo.


DPCM 25 ottobre: le novità introdotte dal nuovo decreto

Sowmya Sofia Riccaboni
Sowmya Sofia Riccaboni
Blogger, giornalista scalza (senza tesserino), mamma di 3 figli. Guarda il mondo con i cinque sensi, trascura spesso la forma per dare sensazioni di realtà e di poter toccare le parole. Direttrice Editoriale dal 2009. Laureata in Scienze della Formazione.

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