sabato, Aprile 19, 2025

L’assassino di Martin Luther King e la sua condanna

L’assassino di Martin Luther King, James Earl Ray, fu condannato a 99 anni di carcere per l’omicidio avvenuto il 4 aprile 1968.

L’assassino di Martin Luther King: cosa successe quel 4 aprile del 1968

Martin Luther King fu ucciso sul ballatoio di uno squallido motel di Memphis il 4 aprile del 1968, in un’ America lacerata dalla campagna per i diritti civili a favore della popolazione di colore. Era in compagnia di Jesse Jackson e altri collaboratori. L’assassino sparò da lontano alcune mortali fucilate e fuggì.
Ray, che aveva una camera nello stesso motel, fu subito interrogato e confessò di aver sparato al leader negro per odio razziale. Una vendetta in proprio, senza complici.
Tre giorni dopo il presunto assassino ritrattò, chiamò in causa un misterioso Raoul, ma alla fine accettò di dichiararsi colpevole per evitare la sedia elettrica.

L'assassino di Martin Luther King

L’assassino di Martin Luther King: breve biografia di James Earl Ray

James Earl Ray nacque ad Alton, nell’Illinois, il 10 marzo 1928. Ray, un razzista confermato e un criminale di breve durata, iniziò a pianificare l’assassinio del riverito leader dei diritti civili Martin Luther King Jr. all’inizio del 1968. Ha sparato e ucciso King in Memphis il 4 aprile 1968, confessando il crimine il marzo successivo.
Ray morì al Columbia Nashville Memorial Hospital di Nashville, nel Tennessee, il 23 aprile 1998, per insufficienza renale.

L'assassino di Martin Luther King

L’assassino di Martin Luther King: colpevole o innocente?

Negli anni seguenti all’arresto, sorsero domande sul suo coinvolgimento nell’omicidio. Ray stesso ha ribattuto che non era l’unico coinvolto nel crimine in un’autobiografia uscita dopo vent’anni di carcere.

Nei primi anni ’90, infatti, suggerì che dietro l’assassinio c’era stata una cospirazione che coinvolgeva il governo. Perfino un comitato congressuale speciale del 1978 affermò che c’era la “probabilità” che Ray non agisse da solo.

Verso la fine della sua vita, Ray, la cui pena era stata estesa a 100 anni dopo essere fuggito dal carcere nel 1977, ebbe il sostegno di un alleato inaspettato: la famiglia King. Non molto tempo prima della morte di Ray, Dexter King, figlio di Martin, ha visitato l’uomo che si presume fosse l’assassino di suo padre. “Non avevo nulla a che fare con l’uccisione di tuo padre”, disse Ray. “Ti credo,” rispose Dexter King e gli strinse la mano.

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