Manca poco a Natale, forse la festività più attesa dai cristiani ma anche per chi non crede rimane un momento di solidarietà, che unisce, scalda e riposa i cuori.
Cosa non può mancare a Natale? L’albero di Natale ovviamente. Ma che origini ha questa tradizione? Da dove proviene l’abitudine di addobbare e portare dentro casa un pezzo di natura? Chi sono stati i primi uomini a porre l’albero come simbolo natalizio? Che rapporti ha con la tradizione cristiana e con le culture precedenti?
L’utilizzo dell’albero nelle festività pagane
Nelle varie tradizioni pagane si era soliti, durante le festività, omaggiare gli dei ornando alberi di ogni tipo che simboleggiavano, il più delle volte, la vita. Il privilegiato fra tutti era l’abete che tutt’ora rimane “l’albero natalizio” per eccellenza. Gli antichi Egizi, per esempio, addobbavano delle piccole piramidi di legno d’abete avendo per loro un valore propiziatorio. Gli Egiziani consideravano l’abete simbolo di nascita poiché sotto i suoi rami era nato il dio “Biblos”. Nell’antica Grecia l’abete era l’albero sacro della dea Artemide, mentre in Asia settentrionale era considerato albero cosmico piantato al centro dell’universo e simbolo dell’evoluzione.
Fra i primi popoli pagani della storia a compiere simili usanze troviamo anche i Vichinghi. Questi, nel pieno dell’Inverno, non potevano rivedere il sole per settimane. Credevano che “l’abete rosso” potesse esprimere poteri magici non perdendo i suoi rami nemmeno nei periodi di gelo intenso. Quindi tagliavano gli alberi e li custodivano dentro le loro abitazioni decorandoli con frutti di vario genere, auspicando l’arrivo della primavera e finalmente del sole. Ritroviamo l’utilizzo dell’albero (questa volta non dell’abete ma del pino) anche nelle festività dei Romani. Proprio durante le Calende di Gennaio, a Roma, si usava regalare dei rami come segno di buon auspicio.
L’entrata in scena dell’albero di Natale nel cristianesimo
In un primo momento la Chiesa non considerava l’abete, tra tutti gli alberi, quello più gravido di simbologia cristiana, perciò ne predilesse un altro: l’agrifoglio. Infatti le sue spine dovevano alludere alla corona di Cristo mentre le bacche al sangue.
Successivamente, innestata l’idea che gli antichi culti pagani erano una prefigurazione della rivelazione di Cristo, si interpretò in altri modi la figura dell’albero. Venne ripresa l’importanza “dell’albero della vita” nel giardino dell’Eden e del “legno” in cui era stato crocifisso Gesù cosicché l’abete iniziò a diventare simbolo di Cristo e della Sua immortalità. La prima comparsa degli alberi nelle vicinanze del giorno di Natale sappiamo che avvenne in Germania durante l’epoca medievale. Il 24 dicembre si praticava un gioco chiamato “Adam und Eva Spiele” (il gioco di Adamo ed Eva). Il gioco consisteva nel riempire piazze e chiese di alberi da frutto e simboli di abbondanza per simulare un ambiente paradisiaco richiamando il giardino dell’Eden. Poco dopo, questi alberi vennero sostituiti con gli abeti che avevano il pregio di essere sempre-verdi e di ricordare il dono che secondo la tradizione gli venne dato (all’abete) proprio dallo stesso Gesù come ringraziamento per averlo protetto mentre era inseguito da nemici.
L’uso moderno dell’albero di Natale
Si pensa che a Tallin (Estonia),nel 1441, per la prima volta l’albero fu utilizzato nel senso moderno. Nella piazza del municipio fu eretto un grande abete attorno al quale giovani uomini e donne danzavano e cantavano per trovare il loro corrispettivo amore.
Altri proclamarono la città di Riga (Lettonia) come la prima ad averlo utilizzato durante il periodo natalizio nel 1510 ( tant’è che nella città vi sono otto targhe che traducono in otto lingue diverse la frase: ” il primo albero di capodanno”)
Siamo comunque tutti d’accordo nel dire che l’usanza di servirsi dell’albero nel periodo di Natale nacque nelle terre del nord Europa e già agli inizi del XVII sec. venne introdotta non solo nei luoghi pubblici ma anche nelle singole abitazioni.
E’ interessante il fatto che in tutta Europa i primi a utilizzare e introdurre l’albero di Natale nelle loro dimore furono i ricchi e i potenti.
A Vienna l’albero di Natale apparve per volere della principessa Henrietta von Nassau-Weilburg nel 1816 e in Gran Bretagna il principe Alberto di Sassonia (marito della regina Vittoria) lo introdusse nelle sue abitazioni.
In Francia l’albero venne introdotto, nel 1840, dalla duchessa d’Orléans.
Così iniziò la moda di introdurlo nelle case di tutti i sudditi dei rispettivi regni.
In Italia l’utilizzo dell’albero di Natale venne visto per parecchio tempo come un’usanza protestante lontana dalle tradizioni cattoliche. Tuttavia, a metà dell’Ottocento, la prima ad addobbare un albero nel periodo natalizio fu la regina Margherita, che lo agghindò proprio nel palazzo del Quirinale. Dopo questo evento, possedere dentro casa un albero di Natale nei giorni di festa divenne una tradizione anche nel nostro paese.
L’albero di Natale sarà un simbolo cristiano anche in futuro?
Abbiamo riepilogato la storia simbolica dell’albero nelle varie culture pagane e successivamente quello che rappresenta nella tradizione cristiana. Su un punto “la storia dell’albero” (se così la possiamo chiamare) mette d’accordo tutte le culture, ovvero quello di rappresentare nel corso dei secoli qualcosa di simbolico a livello religioso.
Ora, nell’età contemporanea l’albero natalizio è sempre più svuotato del valore simbolico cristiano che possiede o meglio, è iniziato a diventare un simbolo di consumismo e di mero estetismo. Il significato che porta con se potrà perdurare ancora per molto?
In un paese come il nostro, secondo gli ultimi dati riportati dall’Istat, entra in chiesa, durante la settimana, una persona su quattro, di cui la maggior parte sono anziani sopra i sessant’anni. La sostanza della tradizione natalizia cristiana morirà? L’albero di Natale, in futuro, servirà solo come mero addobbo della casa durante una festività priva di senso?
Il pranzo di Natale di Luisa Spagnoli