L’agenzia antifrode dell’UE sta indagando sul possibile rebranding del petrolio russo per evitare sanzioni. È molto probabile che i porti turchi abbiano accettato e poi inviato petrolio russo rinominato all’UE sfruttando una scappatoia nelle sanzioni.
L’agenzia antifrode dell’UE sta indagando sul petrolio russo
L’agenzia antifrode dell’Unione Europea ha avviato un’indagine sulla possibile esportazione di petrolio russo ribattezzato attraverso la Turchia nell’UE. Come ha dimostrato una precedente inchiesta di Politico, è molto probabile che i porti turchi abbiano accettato e poi inviato petrolio russo rinominato all’UE sfruttando una scappatoia nelle sanzioni. Le prove fornite da Politico includono picchi corrispondenti nelle importazioni e nelle esportazioni di petrolio russo nei porti turchi e analisti che sottolineano che la Turchia semplicemente rinomina il petrolio russo che riesporta nell’UE, dotando il carico di un documento che attesta la sua origine “non sanzionata”. Secondo Politico, questa scappatoia ha generato fino a 3 miliardi di euro di entrate per le casse di Mosca solo nel 2023.
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