lunedì, Aprile 14, 2025

L’adesione della Turchia all’UE rimane bloccata

La commissione per gli affari esteri del Parlamento europeo ha affermato che l’adesione della Turchia all’UE rimane bloccata a causa delle preoccupazioni sulla democrazia e sui diritti umani.

Perché l’adesione della Turchia all’UE rimane bloccata?

La commissione per gli affari esteri del Parlamento europeo ha concluso in una bozza di relazione che il processo di adesione della Turchia all’UE non può procedere a causa delle persistenti carenze democratiche e delle violazioni dei diritti umani. La bozza di relazione preparata dal relatore del Parlamento europeo sulla Turchia, Nacho Sánchez Amor, valuta i progressi della Turchia verso l’adesione all’Unione europea e conclude che il processo di adesione resta congelato a causa delle preoccupazioni persistenti relative al regresso democratico, alle violazioni dei diritti umani e alla mancanza di indipendenza della magistratura.

Il rapporto sottolinea che la Turchia continua a essere classificata come “non libera” da Freedom House, citando significative restrizioni ai diritti fondamentali, l’ingerenza del governo nel sistema giudiziario e la continua repressione di esponenti dell’opposizione, giornalisti e attivisti della società civile. Una delle principali preoccupazioni sollevate nel rapporto dell’UE è il licenziamento dei sindaci eletti democraticamente e la loro sostituzione con fiduciari nominati dal governo. Il comitato definisce questo come un “attacco palese alla democrazia locale” e un esempio dei continui sforzi del governo turco per indebolire l’opposizione politica. Il rapporto critica anche fortemente il sistema giudiziario turco, descrivendolo come privo di indipendenza a causa di sistematiche interferenze politiche. Nonostante l’introduzione da parte del governo di nove pacchetti di riforma giudiziaria, il comitato ritiene che questi non siano riusciti a produrre miglioramenti tangibili nell’imparzialità giudiziaria.

La violazione dei diritti umani

Nel rapporto si legge anche che le violazioni dei diritti umani restano una questione chiave per l’adesione all’UE. Il comitato dell’UE ha espresso profonda preoccupazione per il trattamento riservato dalla Turchia agli oppositori politici, ai difensori dei diritti umani, ai sindacalisti, agli accademici e ai giornalisti. “Il comitato resta profondamente preoccupato per la continua e incessante repressione da parte delle autorità turche di qualsiasi voce critica”, si legge nel rapporto, invitando le autorità turche “a porre fine alle attuali gravi restrizioni alle libertà fondamentali e ai costanti attacchi ai diritti fondamentali dei membri dell’opposizione, dei difensori dei diritti umani, degli avvocati, dei sindacalisti, dei membri delle minoranze, dei giornalisti, degli accademici e degli attivisti della società civile, tra gli altri”. Il rapporto affronta anche la politica estera della Turchia e la sua crescente divergenza dalle posizioni dell’UE, in particolare in relazione alle sanzioni contro la Russia.

Erdoğan: la Turchia può salvare l’UE

Dal canto suo, il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha affermato che la Turchia può salvare l’UE dalle sue difficoltà economiche e politiche. Indicando le attuali sfide in Europa, come l’ascesa dei movimenti di estrema destra, la stagnazione economica e il declino dell’influenza internazionale, Erdoğan ha affermato che l’economia dinamica della Turchia e la popolazione giovane potrebbero dare nuovo slancio al blocco. Erdoğan ha anche sottolineato il ruolo della Turchia nella sicurezza, nella migrazione e nella diplomazia internazionale e ha sottolineato che la cooperazione con Ankara avrebbe giovato alla stabilità dell’UE.


Leggi anche: Erdoğan: solo l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea può fermare la deriva a destra dell’Europa

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