L’Esposizione della Triennale di Milano, ospitata dal Palazzo dell’Arte e che prosegue sino al 1 settembre, ha come tema il rispetto dell’ambiente e l’ecosostenibilità del pianeta, la valorizzazione del paesaggio e dei luoghi naturali e la sensibilizzazione al riciclo nonché l’attenzione allo spreco. Broken Nature: Design Takes on Human Survival, è con questo titolo che si è voluta chiamare la Triennale di quest’anno.

Un evento multidisciplinare che, spaziando dalla scienza, alla politica, ai saperi sociali ed economici, attraverso mostre, incontri, convegni, laboratori correlati alle esposizioni ed eventi di design, architettura, cinema e moda, cerca di comunicare artisticamente la spinosa tematica con cui la società contemporanea è costretta a fare i conti, si tratta dell’inquinamento arrivato a livelli pericolosi e del consumismo inconsulto e sregolato. Il titolo è significativo, perché, cercando di smuovere le coscienze, si scontra direttamente con la distruzione che l’umanità sta provocando a livello ambientale, parlando apertamente a ciò che l’uomo ha di più caro cioè la sua vita in un mondo comune, mette direttamente a confronto l’essere umano con lo sfruttamento incontrollato di cui si rende partecipe.

Broken Nature, dunque, studia i legami e le influenze che mettono in connessione l’uomo con il suo ambiente naturale in cui l’appartenenza a un determinato posto nel mondo è personale e al tempo stesso indissolubile dalla globalità, celebrando con le capacità del design e la versatilità dell’arte moderna più o meno concettuale una visione potente delle questioni chiave della nostra epoca. La Triennale promuove il rinnovamento e il cambiamento verso una direzione più coerente con le necessità della sopravvivenza e della coesistenza simbiotica tra la realtà umana e quella ambientale, incentivando le pratiche creative e rilevando i legami della nostra specie con i sistemi complessi del mondo. Non a caso, infatti, l’evento s’impone di progettare soluzioni inventive di riparazione attraverso oggetti, concetti e nuovi sistemi. Il design, allora, diventa il mezzo e la forma per incoraggiare allo sviluppo di nuove soluzioni di protezione e di pianificazione elegante e artificiale ma al tempo stesso ecologica. L’esposizione, curata da Paola Antonelli, Senior Curator del Dipartimento di Architettura e Design e direttrice del reparto Ricerca e Sviluppo al MoMA, si propone l’edificazione di un carattere ecosostenibile nell’uomo grazie all’influenza artistica armonica e spirituale che la visita alle mostre e agli eventi della Triennale è in grado di infondere nei partecipanti. I fruitori, in questo modo, sostenuti dall’opera d’arte che rispecchia le esigenze della natura, possono comprendere quanto l’ambiente abbia bisogno di essere curato e vissuto in quanto è la casa che dobbiamo abitare che accomuna i destini di tutti gli uomini.
Le Mostre
La mostra tematica dell’esposizione si compone di 21 Partecipazioni Internazionali offrendo proposte stilistiche diversificate da un Paese all’altro e differenti prospettive, contesti e provenienze nell’affrontare il tema comune indetto dalla manifestazione. L’approccio delle mostre è quello di un’azione creativa in cui si incoraggia il designer a considerare le proprie pratiche come un’attività a lungo termine attraverso le cui creazioni poter correggere la corsa dell’umanità all’autodistruzione pensando in maniera diversa le proprie esigenze e il rapporto che l’opera artistica ha con l’ambiente e con tutte le specie presenti sul pianeta. Tra le installazioni e le opere esposte si ricordano Formafantasma (Andea Trimarchi e Simone Farresin) con Ore Streams, Accurat con The Room of Change, Neri Oxman con Totem, Sigil Collective di Beirut e New York (Khaled Malas, Salim Al-Kadi, Alfred Tarazi, and Jana Traboulsi) con Birdsong. L’Italia espone 4 Elements/Taking Care, uno scenario interattivo generato da passioni ed esperimenti mirando, con questa installazione, a rimarginare l’ancora sanabile frattura tra l’umo e il territorio naturale. L’opera, incentrata sul dialogo tra l’arte e lo studio scientifico, oltre che allo sviluppo tecnico ambientale ideato da studenti, ricercatori e docenti del Politecnico di Milano, si focalizza sulla ricerca storica e contemporanea vertendo sull’interpretazione del rispetto per le meraviglie della natura e la possibilità di ripararle. L’installazione si dipana su quattro sezioni, ognuna di essere rappresentante di uno dei quattro elementi naturali, l’acqua, l’aria, la terra e il fuoco, come a voler identificare col sacro l’ambiente il quale come creatura divina e incontrollabile ente a noi superiore deve essere presa in considerazione temendone le conseguenze laddove non si seguano le sue leggi.

Parimenti ad un’opera alchemica che specula le cause, gli scopi e la natura dei quattro elementi, così si comporta la concezione artistica della scienza che, capendo il funzionamento della natura, cerca di mettere in guardia dagli eventi avversi sostenendo un saggio sfruttamento delle risorse. In particolare il settore acqua esplorerà le reti idriche, i ghiacciai, i rischi idrogeologici e i sistemi di coltivazione, la parte costituita dall’argomento aria parlerà di telecomunicazioni, intercettazione, internet, cielo e reti spaziali e affini, a trattare i temi energetici, del cambiamento climatico, le centrali termoelettriche, i mostri ecologici e il rischio sismico sarà compito dell’area fuoco, mentre l’agente Terra è dedicato alle nanotecnologie, ai siti archeologici, al patrimonio culturale, agli oggetti che accompagnano le nostre vite quotidiane e molto altro ancora. Per l’Austria la curiosa installazione Circolar Flow-The Toilet Revolution!, ideato e sviluppato dallo studio di design viennese EOOS s’incentra sull’inquinamento delle acque causato dall’azoto proponendo una soluzione particolare a tale problema il cui protagonista all’esigenza di purificazione delle urine dalle molecole di azoto e dalle componenti non rinnovabili è proprio l’urinatoio studiato appositamente per separare le sostane nocive da quelle utili per l’ambiente attraverso il cosiddetto processo urine trap, ossia il riciclo ecosolidale delle urine.

L’Algeria espone The song con Verso un ritorno ai valori del patrimonio ancestrale come risorse e stile di vita per un futuro incerto che s’impernia sui valori architettonici e di design ambientale nazionale il cui fulcro è la storia regionale e locale, l’Australia con Teatro della Terra Alienata denuncia la decadenza delle barriere coralline e della biodiversità analizzando il preoccupante e accelerato fenomeno delle sbiancamento dei coralli. E ancora, la Cina propone Environmental Consciousness in Design, il padiglione di Cuba mette in campo Arte e Rivoluzione-Las Escuelas Nacional De Arte, La Habana, il progetto delle Scuole Nazionali d’Arte dell’Avana focalizzato sul rapporto conflittuale e di fusione che intercorre tra la natura e l’architettura, quest’ultima considerata da Ricardo Porro “la cornice poetica per la vita”.

La Francia sostiene il ruolo vitale del pensiero del design come comprensione del mondo con l’esposizione De la pensée au visible. Design as a large Ring, la Germania con Carceri d’Invenzione tratta la crisi planetaria in cui si paragona l’ambiente ad una prigione a cielo aperto prendendo in esame ecosistema, istituzioni politiche e infrastrutture scientifiche per trattare il cambiamento climatico. Delle esigenze della vita quotidiana e sullo sviluppo ecosostenibile con la presentazione di dodici progetti sperimentali e soluzioni innovative fa riferimento la Finlandia con Everiday Experiments, Tawaf: a Geology of Tree è l’esposizione del Libano che approfondisce il tema arboricolo attraverso la devozione musulmana e la fede islamica per cui viene proposta un’interessante relazione fra gli anelli di crescita dei cedri con le interpretazioni bibliche, coraniche, letterarie, popolari e locali. La Lituania presenta l’artista visiva Emilija Škarnulyte con la sua estetica ipnotica radicata nell’archeologia dell’Antropocene rappresentata dalla video installazione di personale ideazione Manifold, mentre il Myanmar con Frammenti, Elementi e Impermanenza della Natura, allestisce un padiglione di fibre naturali e bambù in cui lo spettatore può ritrovare uno spazio di riflessione. Gli altri partecipanti propongono I See That, I See What, You Don’t See per i Paesi Bassi in cui si propone un’atmosfera di video, performance e paesaggi sonori e olfattivi, la Polonia in MYCOsystem analizza il legno, i funghi e i microorganismi da cui la scienza può sviluppare grandi potenzialità, il Regno Unito con Maps of Defiance presenta il lavoro che sta svolgendo Forensic Architecture insieme alla ONG Yazda nel Nord dell’Iraq impegnati nella registrazione dei dati territoriali dei siti di eventi traumatici e violenti come prova di crimini di guerra.

Il progetto della Repubblica Ceca intitolato Out of Power Tower-Lithopy tratta il tema dello spreco energetico ironizzando sulle criptovalute, la Russia con The Moscow River Age esplora l’ingegneria idrica e delle dighe in grado di deviare il corso dei fiumi attraverso un approccio letterario che, grazie ad una sequenza di storie, presenta la relazione tra l’uomo e il fiume. La Slovenia in Thinking the Condiotions of Our Time sostiene che la natura torta è una conseguenza della natura umana spezzata e parcellizzata, A Piece of Sky – Restoring the life cyrcle dello Sri Lanka, dopo trent’anni di guerre, vuole garantire soluzioni di stabilità alla sua popolazione civile permettendo le condizione minime per lo sviluppo economico e sociale e per la realizzazione personale della sua gente, gli USA propongono RECKONstruct in dimostrazione che il design può essere d’aiuto al progresso migliorando le condizioni dell’attuale crisi ecologica globale.

La Tunisia con Genesi e Sviluppo di una Cultura Nazionale ricerca l’equilibrio tra umanità e natura progettando un’installazione in cui il deserto, la cultura e le conoscenze architettoniche dei suoi villaggi sono preponderanti in quanto chiave interpretativa per le difficoltà ambientali e sociali.
Gli spettacoli
Ma la Triennale non è solo mostre. Infatti, fino al 5 giugno c’è la possibilità di essere intrattenuti con la seconda edizione del festival FOG, un evento di arte performativa contemporanea comprensiva di danza, balletti, musica e intrattenimento che viene ospitata dalla Triennale per la seconda edizione. Gli spettacoli teatrali argomentano il tema delle mostre attraverso insolite modalità di coinvolgimento degli spettatori in un corollario di più realtà disciplinari. Con una pluralità di eventi e di esibizioni, le rappresentazioni attoriali mettono in comunicazione design, architettura e arti figurative. Oggi l’ultimo appuntamento con Milano Drive ideato da Cristian Chironi progetto multidisciplinare che indaga i rapporti tra Milano e l’architetto modernista Le Corbusier in un ambiente percettivo spaziale, visivo e sonoro. Sempre questa domenica si conclude lo spettacolo di Alex Cecchetti Walking Backwards nel quale gli spettatori partecipano attivamente all’interpretazione artistica della narrazione attoriale camminando all’indietro per un percorso guidato in un ambiente magico e immaginifico dove storie di alberi, piante ed erbe vengono sussurrate all’orecchio. Il 28 maggio la rappresentazione History of Touches di Alessandro Sciarroni presenta loop di documentazioni video delle proprie produzioni più importanti nel mentre che, negli spazi espositivi dei padiglioni, gruppi di ballerini alimentano la mostra con la poetica dell’artista, dal 30 al 31 maggio Ivana Müller propone Hors-Champ in cui l’approccio artistico interpretativo si finalizza ad approfondire la nostra relazione con la natura, con gli altri, con il concetto di sopravvivenza e con il tempo libero e la cultura. Il 30 maggio sono in programma i quadri audiovisivi in cui il sincretismo tra la musica elettronica del gruppo Plaid con Dewey Dell s’innesta con composizioni di gesti, suoni e testi che traducono il grande sconquasso degli elementi.

Scavi, dal 30 maggio al 2 giugno, di Daria Deflorian, Antonio Tagliarini e Francesco Alberici, è un omaggio al regista ferrarese Michelangelo Antonioni, il 4 e 5 giugno l’appuntamento è con Rip it up and start again, la ricerca del presente tramite l’analisi del passato rappresentato attraverso l’unità simbiotica di spettacolo, concerto e karaoke che si congiungono in un manifesto artistico della compagnia Motus, sempre il 5 giugno si propone Gold Panda Live & Awesome Tapes From Africa di Radio Raheem per cui il giardino della Triennale si trasforma in una cornice urbana in cui la musica pop, jazz, fino all’elettronica più sperimentale, la fanno da padrone.
Il Museo
Al pianterreno della Triennale c’è la possibilità di visitare per la prima volta l’allestimento permanente del Museo del Design Italiano che include una selezioni di pezzi più rappresentativi che hanno fatto la storia del design de nostro Paese, grazie ad un percorso organizzato in ordine cronologico che fornisce approfondimenti sui temi della poetica degli oggetti esposti e della loro storia civile e contestuale.

La Biblioteca
Dal marzo del 2005 è possibile visitare per consultazione, ricerca e progetti, la biblioteca che la Triennale mette a disposizione per lo studio dei materiali cartacei, plastici ed audiovisivi che sono stati raccolti nel corso di esposizioni e mostre. Le sezioni tematiche sono svariate, vanno dall’archivio storico a quello fotografico ed audiovisivo. Con l’aiuto di numerosi enti pubblici e privati tra cui il Fondo Tomas Maldonado per l’architettura, il Fondo Architetcura & Natura, il Fondo Acquati-Garavaglia proveniente dalla biblioteca privata omonima, il Fondo Casa Vogue, il Fondo Gramigna, la Raccolta Alessandro Mendini maestro del design italiano che ha donato la sua collezione di disegni e l’Archivio Paola Lanzani e Piercarla Toscano Lanzani Racchelli, i materiali della Biblioteca della Triennale si sono ampliati e specializzati.