Il mondo sta rischiando di entrare in una quarta ondata di coronavirus. Le nuove infezioni sono soprattutto tra i non vaccinati. Nonostante questo molti si ostinano ad essere No Vax. Molti capi di Stato hanno puntato il dito contro la disinformazione sui vaccini che circola liberamente sui social media. Secondo un report pubblicato dal Center for Countering Digital Hate, sono 12 i profili responsabili del 65% della disinformazione. Tra la “sporca dozzina” spicca anche il nome di Robert Kennedy jr, il nipote di JKF, il presidente USA assassinato a Dallas.
La disinformazione sul Covid dilaga
In America, come nel resto del mondo, i contagi di coronavirus stanno aumentando. La nuova ondata si sta verificando soprattutto tra i non vaccinati. Questo ha spinto numerosi governi a prendere provvedimenti affinché la campagna vaccinale riprenda un nuovo slancio. Hanno per esempio introdotto il Green pass obbligatorio per poter accedere alle principali attività quotidiane. Diversi capi di Stato hanno anche puntato il dito contro la disinformazione che circola su social media. Il presidente americano Joe Biden, la scorsa settimana, ha accusato le piattaforme social di “uccidere la gente” perché consentono alle informazioni false sul Covid e i vaccini di circolare sui loro canali. Anche il premier italiano Mario Draghi ha affermato che “l’appello no-vax è un appello a morire”. Ma chi sono questi profili che diffondono disinformazione? E quanti sono?
Da chi è composta la “sporca dozzina” che produce disinformazione?
Secondo un report pubblicato dal Center for Countering Digital Hate, sono solo 12 i profili responsabili del 65% della disinformazione sui vaccini in lingua inglese. Nella “sporca dozzina”, così soprannominata, spiccano nomi anche molto noti. Tra questi spunta infatti il nome di Robert Kennedy jr, nipote del 35° presidente USA John Kennedy. Kennedy, grazie al suo cognome, è riuscito a raggiungere molte persone con le sue teorie strampalate. Ha pubblicato un libro, Thimerosal: Let the Science Speak, nel quale afferma che nei vaccini è presente un composto mercuriale, il thimerosal, capace di alterare lo sviluppo neurologico dei minori provocando l’autismo. Ora, con l’avvento della pandemia di coronavirus, ha estremizzato ancora di più le sue posizioni. Ha iniziato a diffondere assurdità su 5G e Bill Gates.
Il guru della medicina alternativa
Molti dei No Vax più influenti sono guru della medicina alternativa, come Joseph Mercola. Questi personaggi però utilizzano la disinformazione per trarne profitto. Vendono infatti servizi di consulenza o prodotti di presunta medicina alternativa non autorizzati, non testati e a volte anche nocivi. Mercola, 67 anni, ha oltre 3 milioni di follower sulle sue pagine Facebook. Secondo quanto riportato dal New York Times, ha un patrimonio di oltre 100 milioni di dollari grazie alla vendita di trattamenti alternativi. È stato più volte denunciato e multato dagli enti federali. Mercola ha definito i vaccini anti-Covid “una frode medica”, sostenendo che alterano il codice genetico trasformando l’organismo del vaccinato in una inarrestabile fabbrica di proteine virali.
La “sporca dozzina”: osteopati e naturopati
Nella “sporca dozzina” ci sono anche i Bollinger, Ty e la moglie Charlene. Sono due ex istruttori di body building che hanno costruito un impero vendendo preparati anti- cancro, spacciati come alternativa alla chemioterapia. E ora sostengono di avere anche una cura per il Covid. Impegnati politicamente, finanziano Donald Trump e i cospirazionisti di QAnon. Nella lista figurano anche altri molti osteopati e naturopati, come Sherri Tenpenny; Rashid Butter, un sostenitore “terapia chelante”, a base di composti capaci di legarsi a metalli pesanti, spacciata come cura universale; Erin Elizabeth, che ha diffuso il falso mito dell’infertilità provocata dal siero; Sayer Ji, fondatore di un portale di medicina alternativa; Christiane Nortrup, che sostiene che fare pilates permette di non ammalarsi; Ben Tapper, un chiropratico; Judy Mikovits, autrice di uno studio sulla fatica cronica, protagonista del video virale Pandemic, dove sostiene la tesi del virus scatenato per profitto.
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