La Spagna si prepara al voto, che si terrà domani domenica 23 luglio. Gli spagnoli sono chiamati alle urne per rinnovare le Cortes e quindi decidere il nuovo primo ministro. La destra, formata dal Partito Popolare e da Vox, è la favorita. Ma le differenze tra i leader dei due partiti potrebbero creare problemi per la formazione del governo.
La Spagna si prepara al voto: la destra è destinata alla vittoria?
La Spagna è pronta a votare. Domani si terranno le elezioni che decideranno se gli spagnoli vorranno “spostarsi” a destra. Gli spagnoli saranno chiamati alle urne per rinnovare le Cortes, cioè tutti i seggi del Congresso dei deputati e 208 seggi del Senato. Gli ultimi sondaggi mostrano che le destre, il Partito Popolare (PP) e il partito di estrema destra Vox insieme, potrebbero avere la maggioranza. Secondo il sondaggio di 40Db, pubblicato da El Pais e Cadena Ser, il blocco delle destre formato da PP e Vox avrebbe 173 seggi, solo tre in meno della maggioranza assoluta. Il Psoe del primo ministro uscente Pedro Sanchez sarebbe in leggero recupero, con 110 seggi.
Tuttavia, molti analisti sottolineano che PP e Vox non hanno un programma comune e che molti dei loro leader hanno opinioni in netto contrasto. Quindi, questo contrasto, potrebbe creare molte difficoltà per trovare un accordo per formare un governo.
Il candidato primo ministro del PP, Alberto Nunez Feijòo, è certo della vittoria. “C’è un partito, il nostro, che è pronto a vincere, e altri tre che si battono per chi guiderà l’opposizione”, afferma da giorni. Il suo obiettivo è vincere da solo, ipotesi quanto meno remota se non impossibile, ma l’unica che gli permetterebbe di non coinvolgere Santiago Abascal, leader del Vox con idee molte estremiste. A El Mundo Feijòo ha confessato cosa pensa di Vox: “Non condivido la sua visione dello Stato delle autonomie, né la sua visione del cambiamento climatico, né la sua visione della violenza sessista, né il suo modo di affrontare le polemiche”. Inoltre, Feijòo ha già messo in chiaro le cose in caso di vittoria: “Se andassi al governo nominerei ministri solo persone che abbiano la massima preparazione e zero settarismo. Nessuno di loro sarà contro l’UE, la NATO e l’Ucraina”.
Il programma di Vox
Il partito di Abascal presenta un programma molto estremista e discutibile. Dice no all’aborto, alle nozze gay, e molte delle sue proposte sono apertamente incostituzionali. Ad esempio, Vox chiede “l’immediato ritorno allo Stato dei poteri in materia di Istruzione, Sanità, Sicurezza e Giustizia” limitando “il più possibile la capacità legislativa delle comunità autonome“, mentre l’articolo 2 della Costituzione “riconosce e garantisce il diritto all’autonomia delle nazionalità e delle regioni che compongono la Nazione spagnola”.
Abascal afferma di ispirarsi a tra gradi leader: Orban, che per lui è “un grande leader consapevole della storia della sua nazione, delle difficoltà che il suo popolo ha attraversato durante il comunismo e della necessità di essere libero in un mondo globalizzato”; Le Pen, che è “una speranza per i francesi che non si rassegnano a veder scomparire davanti ai loro occhi la loro cultura, la loro sicurezza e il loro modo di vivere”; e infine Trump, la cui “vittoria è stata la più grande sconfitta dell’establishment politico-mediatico nel mondo occidentale”.
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