venerdì, Aprile 18, 2025

La scure oscura della rivoluzione del Papa sull’oscurantismo della “scuria”

Tolleranza zero, questa è la parola definitiva di Bergoglio, la scure oscura della sua rivoluzione si abbatte inesorabilmente sulla curia e su tutta la Chiesa. Si muove come una nota definitiva, come l’ultimo assolo del violino del diavolo, come la frase ultima dell’ultima melodia. Ora la via è aperta, ora si combatte a campo aperto, niente riserve, niente favori o privilegi. Bergoglio contro la curia. L’atto di forza diventa estremo e violento. E lo sguardo severo si alza sulle cupole, sui seminnari, e sembra il dito di Dio.

La scure oscura abbatterà perdizione della curia?

La linea dura di Papa Francesco I si abbatte senza riserve sui depravati, talmente depravati da far ribrezzo al Diavolo. Jorge Mario Bergoglio ha messo mano alla vita ed alle regole della istituzione ecclesiastica e dei suoi dintorni. Il sistema sanzionatorio si è elevato come mai avvenuto in passato. La scure oscura di Bergoglio si scaglia sulla Costituzione apostolica Pascite Gregem Dei. Il Papa ha riformato alcuni passaggi centrali del diritto canonico. Il principio, la ratio di base delle nuove disposizioni, pare quello di tenere la barra ferma e i cannoni pronti a sparare. L’operazione nella sua essenza, non è priva di una elevazione culturale ampia. Bergoglio lo aveva già detto: “Non tollero più certi comportamenti, certi illeciti e reati“. Francesco si è mosso rapidamente, tanto rapidamente che la congregazione per la dottrina della fede ha dovuto focalizzare tutto all’improvviso, e l’interventismo normativo di Bergoglio è divenuto un segnale: il Papa comanda, il trono non è vacante, io sono l’erede di Pietro, il mio dito è il dito di Dio. detto questo, ora fate silenzio.

E’ l’ira di Dio

Ora mi vidi, avido dei miei sensi nascosti nei miei occhi sporchi. Ombre senza volto masticano parole di fede e arti impregnati di sangue. Sai chi sono ora che mi vedi? Nascosi oblii e misteriose verità al mio seguir strade sporche. Nascosi la mia età al vento del passato, per veleggiare di ignoto il futuro. Dio che di ogni anima di ora sei il padrone, hai bendato le mie ferite curate da spari improvvisi, così che il mio tempo divenisse il tuo e il tempo di ogni dio si perdesse nel mio labirinto senza averne
traccia di logorante parola. Io vidi le tue dimore farsi spazio, vidi i tuoi amorosi orgasmi
filiali diventare disperazione e attesa, parlammo al ticchettio di un pendolo che non prediva il tempo di domani ma ricordava il divenire dell’adesso, immerso nelle mie promesse prodighe di consigli al tuo dominio e di ringraziamenti alla tua attesa. Bevemmo il vino del perdono l’uno per ricordar dell’altro, e tu mi vinsi ancora una volta sferrando di spada il tuo dimenticar ripudio, e l’orologio della notte segno l’ora del mattino“.


Il messaggio del Papa: una Chiesa politicizzata dimentica Dio


La scure oscura

E avvenne il tempo di portare a compimento la rivoluzione. La rivoluzione di un Papa progressista? La rivoluzione di un Papa consrvatore? Di un Papa cattivo e intollerante? No! Solo la rivoluzione di un Papa, La forza di un pastore che assesta il tuono e la sua saetta: il tempo della condanna. La riforma della costituzione vaticana non è un atto morale, bensì una riforma giuridica profonda e autodenunciativa: se siamo questi, allora è tempo del giudizio e della pena. Riformando il libro VI del diritto canonico, Papa Francesco I ha apportato qualche novità potenti. Tra i reati ha introdotto la corruzione in atti di ufficio, l’amministrazione di sacramenti alle persone a cui è proibito amministrarli, l’occultamento di eventuali irregolarità all’autorità legittima e le censure sulla ricezione degli ordini sacri. “Verranno puniti pure: la violazione del segreto pontificio, l’omissione dell’obbligo di eseguire una sentenza o decreto penale, l’omissione dell’obbligo di dare notizia della commissione di un reato e l’abbandono illegittimo del ministero. L’ammenda, il risarcimento del danno, la privazione di tutta o parte della remunerazione ecclesiastica, secondo i regolamenti stabiliti dalle singole Conferenze episcopali, fermo restando l’obbligo, nel caso la pena sia inflitta a un chierico, di provvedere che non gli manchi il necessario per un onesto sostentamento“.

Il dito di Dio parte seconda

E il bello, il potente, la scure oscura arriva ora: “Gli abusi all’interno degli ambienti ecclesiastici non hanno più a che fare con l’eccezionalità della consacrazione. Bensì vengono parificati alla considerazione degli ordinamenti giuridici laici. Laici che, a loro volta, verranno sanzionati dal diritto canonico nel caso in cui svolgano incarichi all’interno della Chiesa cattolica. A supporto del palinsesto normativo sugli abusi, l’introduzione del reato di omissione della denuncia. Chi, oltre ai casi già previsti dal diritto, abusa della potestà ecclesiastica, dell’ufficio o dell’incarico, venga punito a seconda della gravità dell’atto o dell’omissione. Niente più sconti. Niente più qualità giuridica soggettiva derivante dallo status ecclesiastico o quasi“. E poi la grande bellezza: l’abolizione del segreto pontificio sugli abusi. Ci vediamo all’Inferno!

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