Migliaia di studenti si sono radunati davanti alla sede di Lettere dell’Università La Sapienza in seguito alle minacce di Forza Nuova, che voleva impedire a Mimmo Lucano di tenere un seminario
Migliaia di studenti, striscioni e cori antifascisti hanno accolto Mimmo Lucano nella facoltà di Lettere dell’Università La Sapienza, dove l’ex sindaco di Riace ha tenuto un seminario sul tema dell’accoglienza.
Le minacce di Forza Nuova
La formazione neofascista aveva annunciato di voler tenere un “comizio” in piazzale Aldo Moro alle 14.30. L’obbiettivo sarebbe stato, dunque, quello di impedire lo svolgimento dell’iniziativa.
Da parte del questore è poi arrivato lo stop, per motivi di sicurezza pubblica, alla manifestazione di Forza Nuova.
La stessa Magistratura democratica aveva, inoltre, chiesto di bloccare il sit in, poiché ” lo scopo è quello di ostacolare o, addirittura, impedire ai cittadini di recarsi al dibattito. Forza Nuova si dichiara neofascista e le sue attività si fondano sul rifiuto dei valori costituzionali”.
La risposta degli studenti


“Il fascismo non è un’opinione, è un reato”, cantano in coro i ragazzi in piazzale Aldo Moro.
E ancora, gridano “siamo tutti Mimmo Lucano” e cantano “Bella ciao”.
“Non possiamo permettere che i fascisti entrino nel nostro ateneo”, dice ad una folla di studenti una studentessa. In piazza tanti studenti, universitari e liceali, ma anche tanti adulti, professori e ricercatori.
L’intervento di Lucano
Appena arrivato l’ex sindaco di Riace si è mostrato visibilmente commosso da quel clima di accoglienza e solidarietà che si era creato in piazza. “Un’emozione indescrivibile -dice- mi sento uno di voi. Non immaginavo che un giorno avrei parlato di fronte a tanta gente. Non ho fatto nulla di speciale. Sono rimasto uno che ha inseguito un sogno di umanità e democrazia, in un momento in cui prevale la disumanità, la divisione, l’odio“.
“Salvini- dichiara -è uno di quelli che ha creato un clima di odio e di divisioni. Vogliamo riuscire a trasmettere altri messaggi per costruire una società più umana, di maggiore uguaglianza sociale, libertà e democrazia, dove il popolo conta. Se siamo popolo possiamo rovesciare tutto questo. Noi siamo l’onda rossa che contrasta l’onda nera che ci sta oscurando”.
Successivamente entra in aula per tenere la propria lezione sul tema dell’accoglienza. L’aula è stracolma. Molti non riescono a entrare e sono costretti a rimanere fuori.
L’iniziativa è stata un’occasione di discutere delle esperienze di coesistenza tra cittadini e migranti. Quello messo in atto da Mimmo Lucano nella sua Riace, è, infatti, un modello di accoglienza studiato e apprezzato in tutto il mondo per la sua unicità ed efficacia.
Il sit in di Forza Nuova e il ragazzo schiaffeggiato

La polizia, come si è detto, ha deciso di bloccare i militanti di Forza Nuova. I neofascisti, capeggiati da Roberto Fiore, hanno però esposto lo striscione “Mimmo Lucano nemico dell’Italia” in piazza Confienza, distante centinaia di metri dalla sede della Sapienza.
Al comizio sono presenti al massimo una cinquantina di persone, con fumogeni e bandiere nere.
Durante la loro avanzata lungo viale del Castro Pretorio, un ragazzo che usciva dalla biblioteca è stato schiaffeggiato da un esponente di Forza Nuova. L’episodio di violenza si sarebbe verificato in seguito a uno scambio di parole tra i due. L’intervento repentino della polizia ha impedito che si verificasse dell’altro.
L’avanzata di Forza Nuova si è poi arrestata davanti alla biblioteca Nazionale. I militanti, seguiti dalla polizia, hanno lasciato piazza Confienza e sono ripartiti per tornare a casa senza passare per piazzale Aldo Moro, dove ancora stava avendo luogo il presidio antifascista, nonostante Lucano fosse già entrato in aula.
Perchè questa massiccia adesione
L’episodio di ieri è solo un esempio di come la società si stia progressivamente ribellando di fronte al riemergere di nostalgie o richiami al passato dittatoriale. Prova ne è la dura battaglia che è stata fatta per arrivare all’esclusione dal Salone del Libro di un editore dichiaratamente fascista e vicino a CasaPound. La società risponde probabilmente al proprio Ministro dell’Interno, che troppo spesso si concede il lusso di non condannare gli atti dei gruppi neofascisti.