Si è inaugurata il 31 marzo a Ginevra alla Maison Tavel Musée d’Art e d’Histoire la mostra “La ragione nelle mani”. Un’esposizione ideata da Stefano Boccalini con la collaborazione di quattro artigiani della Valle Camonica.
Opere d’arte meccaniche: l’artigianato nell’era del 3D
Cosa presenta la mostra “La ragione nelle mani”?
Un progetto che si muove su due livelli, quello del linguaggio e dei saperi artigianali, attraverso il coinvolgimento della comunità locale. Tutti i manufatti esposti sono stati realizzati in Valle Camonica da quattro artigiani affiancati ognuno da due giovani apprendisti. Gli otto allievi hanno partecipato a un bando della Comunità montana rivolto ai giovani interessati a confrontarsi con pratiche artigianali tradizionali. Si sono così avvicinati alla tessitura dei pezzotti, l’intreccio e l’intaglio del legno e il ricamo. Sono poche le persone che ancora conoscono le tecniche di realizzazione. L’allestimento nasce da un laboratorio coi bambini di Monno. I docenti hanno spiegato ai ragazzi il significato alcune parole intraducibili in altre lingue che poi i maestri hanno rappresentato in manufatti.
Un evento culturale collegato a un progetto di sviluppo locale
Stefano Boccalini e il Distretto culturale della Valle Camonica collaborano all’iniziativa Ca’Mon. Si tratta della realizzazione a Monno di un Centro per l’arte e l’artigianato della montagna. La Comunità montana ha vinto con l’idea il bando Italian Council, programma a supporto dell’arte contemporanea italiana nel mondo. Così gli enti intendono creare un luogo di scambio di conoscenze intellettuali e manuali e formazione con spazi adibiti a laboratorio.
L’esposizione
“L’esecuzione del lavoro di Boccalini non è una questione da poco – afferma la curatrice Adelina von Fürstenberg -. Le opere non sono fabbricate seguendo istruzioni date a priori, ma l’artigiano le crea coinvolgendo i ragazzi”. Boccalini si inserisce appieno nella tradizione dell’arte povera, un’arte che non interpreta ma percepisce il fluire della vita. L’attenzione non è tanto rivolta all’opera finale quanto al processo di creazione stesso. Il linguaggio è il protagonista del progetto che riprende la concezione dell’arte concettuale. Le parole intraducibili creano biodiversità di idee che nascono in minoranze linguistiche e i materiali impiegati le rappresentano. I termini hanno una dimensione economica e il loro uso restituisce valore collettivo al pensiero comune. La creatività si manifesta attraverso la consapevolezza, i concetti e le emozioni che la tecnica degli artigiani riesce ad esprimere. La mostra è visitabile fino al 27 giugno 2021.
Immagine cartella stampa.