Il prossimo sabato i cosiddetti “gilets jaunes”, i manifestanti contro il caro carburanti che nel passare dei giorni si sono caratterizzati sempre più come moto spontaneo contro l’élite della politica francese, sono chiamati tutti a radunarsi a Parigi per far sentire la propria voce anche all’inquilino dell’Eliseo.

La protesta
La protesta nasce appunto come insurrezione disorganizzata contro l’aumento del prezzo della benzina, anche a conseguenza delle sanzioni imposte dagli Stati Uniti alla Repubblica Islamica dell’Iran a cui la Francia di Macron si è adeguata. Il movimento dei “gilets jaunes”, che prendono il nome dai gilet catarifrangenti che ogni automobilista deve tenere a bordo del proprio veicolo, ha assunto poi una piega più generalizzata,andando a scontrarsi in toto contro le politiche di Macron.

Dopo diversi giorni di protesta con conseguenti blocchi di depositi di carburante e del traffico e il rallentamento del traffico in gran parte della repubblica transalpina la leadership del movimento di protesta, che comincia ora a darsi una forma, chiama da Facebook e dai social all’impresa parigina.
“Atto II: tutta la Francia a Parigi!!!!”
“Atto II: tutta la Francia a Parigi!!!!” questo il titolo del gruppo Facebook in cui Eric Drouet, quello che fino a pochi giorni fa non era che uno sconosciuto camionista di Seine-et-Marne e ora assume sempre più la fisionomia di uno dei leader della protesta, chiama a raccolta tutti i “gilets jaunes” a Parigi per sabato 24 novembre. L’obiettivo,stando alle parole di Drouet, è “dare un colpo di grazia e convergere tutti su Parigi con tutti i mezzi possibili (car-sharing,treno, bus…), perché è lì che si trova il governo. Vi aspettiamo tutti, camion, bus, taxi, Ncc, agricoltori… Tutti”

Interessante come la figura di Drouet sia in buona sostanza l’anti-Macron: l’uomo qualunque, la persona semplice, il lavoratore, il francese che si contrappone all’Eurocrazia di Bruxelles del Presidente Emmanuel Macron, da sempre uomo delle élite, vicino alle banche e ai grandi salotti della tecnocrazia europeista. E questa è un po’ la cifra dell’intero movimento, tant’è che già molti uomini (e donne) politici francesi stanno tentando di mettere le mani su questa sollevazione dalle grandi potenzia

I “gilet jaunes” e la politica
Dal comunista Melenchòn alla nazionalista Le Pen in molti stanno cercando di strumentalizzare la spontanea sollevazione dei cittadini francesi contro l’élistismo del Presidente e del governo Philippe. Dopo cinque giornate di silenzio Macron si è detto disposto al dialogo mentre il governo di Edouard Philippe (les Republicains) vacilla e pare si prepari un grande rimpasto.

Si sono registrate anche due vittime dall’inizio delle manifestazioni: una dimostrante coinvolta in un incidente stradale con una donna alla guida spaventata dall’irrompere improvviso dei “gilets jaunes” sulla carreggiata e un motociclista rimasto ucciso in un frontale con un furgone che stava compiendo un’inversione di marcia per sottrarsi al blocco dei manifestanti.