Il 17 agosto 1974 si registrò la morte di Aldo Palazzeschi, il poeta della neoavanguardia.
Usando il cognome della nonna materna, si guadagnò fama e notorietà con le sue opere letterarie.
I primi passi artistici
Costretto da giovane agli studi in ragioneria, Palazzeschi si avvicinò presto all’arte, facendo parte di una compagnia teatrale.
Però, come spesso succedeva in quell’epoca, la famiglia non apprezzava questa inclinazione e men che meno che si usasse il cognome per simili attività.
Da qui la scelta di utilizzare il cognome della nonna e di proseguire nella propria scelta artistica.
Anche se ben presto Palazzeschi abbandonerà il teatro per dedicarsi alla poesia.
La poesia di Palazzeschi
Sostenuto finanziariamente dalla famiglia, Aldo Palazzeschi pubblica la sua prima raccolta di poesie a proprie spese.
La critica lo accoglie con interesse, specie il poeta Sergio Corazzini, che però morirà presto, nel 1907, interrompendo la fitta corrispondenza che aveva iniziato con Palazzeschi.
Ma le sue opere vanno avanti e viene dato alla stampa “Lanterna”, raccolta di poesie dai temi oscuri e fiabeschi, ove echeggia il richiamo alla morte.
Il suo stile lo avvicina al Crepuscolarismo prima, al Futurismo poi, con la collaborazione a “Poesia”.
Le convinzioni di Aldo Palazzeschi
La poesia di Palazzeschi è sempre stata fondata sul sorriso e la pietà, in un’amalgama di sentimenti talvolta contrastanti eppure ben permeati tra di loro.
Sempre critico verso coloro che animano i contrasti nella società, e in particolare verso la borghesia, Palazzeschi guardava a una società senza guerre.
I conflitti mondiali di quegli anni lo avevano condotto a serie riflessioni e alla ricerca di un senso di pace, non solo interiore.
Morte di Aldo Palazzeschi
All’età di 89 anni Palazzeschi muore a Roma, all’ospedale Fatebenefratelli dell’Isola Tiberina, dopo un periodo trascorso privatamente.
Ritiratosi infatti dalla vita pubblica, ma continuando a collaborare per il “Corriere della Sera”, aveva deciso che la società era troppo cambiata per continuare a muoversi sotto i riflettori.
Resta di lui un’eredità letteraria importante, frutto del suo tempo, ma anche di una personalità spiccata che lo ha portato sempre più a scelte personali piuttosto che di convenienza.