La Gran Bretagna sta attraversando una crisi senza precedenti di carenza di manodopera. Secondo i dati pubblicati dall’Office for National Statistics, il Paese sta affrontando una carenza di un milione di lavoratori in settori chiave, come la produzione di carne, la ristorazione, il trasporto, l’edilizia e i servizi di assistenza.
La Gran Bretagna è in cerca di manodopera?
Gli ultimi dati pubblicati dall’Office for National Statistics mostrano che la Gran Bretagna sta affrontando una carenza di un milione di lavoratori per settori vitali. La pandemia di coronavirus e la Brexit hanno portato a carenza di manodopera in settori chiave, tra cui la produzione di carne, la ristorazione, il trasporto, l’edilizia e i servizi di assistenza. La British Meat Processors Association stima che ci sia una carenza di 15 mila macellai. Fino all’80% dei dipendenti di alcuni centri di lavorazione della carne proveniva dall’Europa orientale, ma molti non sono tornati dopo la Brexit e la pandemia. A meno che il primo ministro Boris Johnson non trovi una soluzione entro i prossimi 10 giorni, gli agricoltori affermano che dovranno iniziare l’abbattimento di massa di 120 mila maiali a causa della mancanza di lavoratori al macello.
Ma non è tutto. La National Farmers’ Union ha rilevato che il numero di braccianti di frutta e verdura stagionali dell’UE è diminuito dell’11% quest’anno. Per questo un’azienda agricola ha dovuto far marcire 600 tonnellate di prodotti nei campi. La crisi petrolifera dovrebbe continuare fino a dicembre, nonostante 100 autisti dell’esercito siano stati schierati questa settimana. C’è una carenza stimata di 100 mila conducenti di veicoli pesanti. Il declino delle condizioni di lavoro, i salari bassi e gli orari prolungati hanno visto il numero di conducenti di camion diminuire di oltre 50 mila dal 2016, inclusi 12 mila cittadini dell’UE, secondo i dati dell’ONS.
Carenza di lavoratori anche nei supermercati e nel settore delle costruzioni
Anche nei supermercati vi è carenza di personale, che sta provocando molti disagi. Secondo il The Times anche il settore delle costruzioni, settore chiave per la crescita economica, è a corto di 140 mila lavoratori. Gli hotel, che si affidano a lavoratori dell’UE per il 40% del personale, hanno un posto di lavoro su sei vacanti, con alcuni che devono limitare il numero di ospiti. Con il programma di congedo, che ha sostenuto i posti di lavoro durante la pandemia, che termina per un milione di persone, si prevede che saranno disponibili più lavoratori. Ma fino a 500 mila ultracinquantenni sono andati in pensione. Inoltre altri che sono stati licenziati hanno deciso di intraprendere altri lavori con un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata.
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