Fuga di cervelli nell’America di Trump? I tagli alla ricerca dell’amministrazione Trump costringono gli scienziati a cercare lavoro in Europa. Attrarre talenti americani in Europa, però, richiede più che buona volontà: servono soldi.
L’America di Trump: la fuga di cervelli
I tagli alla ricerca dell’amministrazione Trump costringono gli scienziati a fuggire e cercare lavoro in Europa. I Paesi europei, tra cui Francia, Germania e Spagna, stanno cercando di attirare i talenti accademici statunitensi. Il Consiglio europeo della ricerca, un organismo dell’UE che finanzia la ricerca scientifica, ha dichiarato a Reuters che raddoppierà il budget per il trasferimento dei ricercatori nell’UE, portandolo a 2 milioni di euro per candidato. Questa cifra andrà a coprire i costi del trasferimento in un’istituzione europea, che potrebbe comportare l’allestimento di un laboratorio. In Germania, nell’ambito dei colloqui di coalizione per un nuovo governo, conservatori e socialdemocratici hanno elaborato un piano per attrarre fino a 1.000 ricercatori dall’estero. “L’incertezza normativa, i tagli ai finanziamenti, le restrizioni all’immigrazione e la ridotta collaborazione internazionale creano la tempesta perfetta per la fuga dei cervelli”, ha affermato Gray McDowell della società di consulenza digitale statunitense Capgemini Invent.
I talenti americani in Europa
Attrarre talenti americani in Europa, però, richiede più che buona volontà: servono soldi. L’Università di Aix-Marseille, in Francia, ha dichiarato a Reuters di aver ricevuto l’interesse di 120 ricercatori provenienti da istituzioni statunitensi, tra cui la NASA e Stanford, per un programma da 15 milioni di euro “Safe Space for Science”, lanciato il 7 marzo. L’iniziativa mira ad attrarre personale statunitense da settori quali sanità, medicina LGBT+, epidemiologia e cambiamenti climatici. Nei Paesi Bassi, il governo vuole istituire un fondo per attrarre i migliori scienziati stranieri e sostenere gli obiettivi di “autonomia strategica” dell’UE, ha affermato il ministro dell’Istruzione Eppo Bruins in una lettera al parlamento del 20 marzo.
Il presidente dell’Università tecnica di Eindhoven, Robert-Jan Smits, ha dichiarato alla Reuters che l’ingresso di scienziati statunitensi potrebbe rafforzare la sovranità tecnologica dell’Europa in settori come quello dei semiconduttori. Le università gemelle belghe Vrije Universiteit Brussel e Université Libre de Bruxelles hanno lanciato un programma per incoraggiare i ricercatori statunitensi a candidarsi per 36 posizioni post-dottorato. E la Fondazione Alexander von Humboldt, che promuove lo scambio di scienziati di alto livello in Germania, prevede di aumentare i suoi programmi di circa il 20%. Il Grantham Institute dell’Imperial College di Londra, specializzato nella ricerca sui cambiamenti climatici, sta creando almeno altri due posti per borse di ricerca per ricercatori climatici all’inizio della carriera negli USA e ha già registrato un netto aumento delle domande.
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