La fototerapia è uno strumento che si pone come pratica terapeutica per la conoscenza di sé. Pioniera è la psicologa e arteterapeuta Judy Weiser. Rientrano come materiale utilizzato le foto personali, gli album di famiglia, e le foto realizzate da altri, che sono elementi che stimolano gli aspetti della comunicazione e della comprensione durante gli incontri di psicoterapia.
Scoprire la fototerapia come strumento di conoscenza di sé
La fototerapia è uno strumento che si pone come pratica terapeutica per la conoscenza di sé. Permette di lavorare sull’immagine di sé e sulla visione della realtà. Quindi, in vista della narrazione di sé e del riconoscimento della propria identità.
Allora, la fototerapia è uno strumento che si pone come pratica terapeutica per la conoscenza di sé. Pioniera è la psicologa e arteterapeuta Judy Weiser. Rientrano come materiale utilizzato le foto personali, gli album di famiglia, e le foto realizzate da altri. Questi sono elementi che stimolano gli aspetti della comunicazione e della comprensione durante gli incontri di psicoterapia.
Fotografia e psicologia
La psicologia e la fotografia intervengono nella costruzione dell’identità, attraverso la definizione della percezione dei sentimenti. La psicologia è la scienza che studia i fenomeni del meccanismo mentale e affettivo. La fotografia è strumento di comunicazione.
Dunque, le tecniche di fototerapia utilizzano scatti personali e foto di famiglia dei pazienti in terapia come catalizzatori nella comunicazione terapeutica. E, ovviamente, i sentimenti, i ricordi, i pensieri e le informazioni che le foto evocano.
Cosa rappresenta la fotografia?
Il fotografo e fotoreporter Ferdinando Scianna afferma: “La fotografia è sempre biunivoca. Racconta la realtà, ma è anche lo specchio di noi stessi”. La fotografia rappresenta, oltre che uno strumento di comunicazione, anche di introspezione. Infatti è ‘sempre un oggetto di relazione, un mezzo di scambio intrapsichico e intersoggettivo…è richiamo di segni di affetti e di emozioni simultaneamente evocate in una trama di ricordi, di pensieri e di parole…’, come sostiene lo psicoanalista e psichiatra Renè Kaes.
Così, le fotografie scattate rappresentano lo strumento per sviluppare un maggior livello di consapevolezza. Esse funzionano come registratori di ricordi e strumento che permette di esprimere i sentimenti di un determinato momento. Infatti, le fotografie sono mediatori delle informazioni che si nascondono nella memoria e nell’inconscio, che è la parte più profonda della psiche.
Obiettivi della fototerapia
La fototerapia ha come obiettivo consentire all’individuo l’opportunità di esprimersi nel suo quotidiano per sviluppare e accrescere la conoscenza di sé.
E’ un percorso di scoperta personale attraverso l’osservazione e l’interazione con le fotografie.
Quando e come scattare la fotografia utile per la fototerapia
La fotografia deve essere scattata da una fotocamera compatta oppure uno smartphone. Infatti, il mezzo non deve limitare il soggetto che fotografa. Utilizzando una fotocamera di dimensioni standard, potrebbe subentrare stanchezza o dover modificare il momento in cui si scatta la foto. Mentre, la persona deve sentirsi libera di fotografare ‘quel’ preciso momento. Quindi, può e deve fotografare tutto ciò che percepisce come interessante.
Scattare le fotografie è un’azione determinata nel tempo. Ad esempio, a giorni alterni per dieci giorni.
Tipologie di fotografie per la fototerapia
Per la fototerapia, esistono tipologie diverse di foto. La Weiser ha distinto cinque categorie:
- fotografie scattate raccolte dal paziente, sia scattate da lui che da altri;
- fotografie scattate da altri al paziente, sia in posa che a sua insaputa;
- autoritratti e album di famiglia;
- raccolte biografiche, cioè anche foto non contenute in album ma sparse, attaccate ai muri o tenute in altri posti;
- foto-proiettive, per cui guardare qualsiasi immagine fotografica produce delle percezioni e reazioni che vengono proiettate dal mondo interiore del paziente sulla realtà.
Classificazione delle fotografie a cura del paziente
Dopo aver scattato le fotografie, esse vanno divise dal paziente in quattro categorie: la prima categoria si riferisce all’importanza delle fotografie, cioè deve dividere le foto in quelle più importanti e meno importanti. Successivamente, tra le più importanti, dovrà evidenziare quelle che hanno un’importanza maggiore. E tra quelle meno importanti, quelle che hanno un’importanza minore. In tal modo, le categorie sono, appunto, quattro. Ciò significa avere i contenuti più nascosti e inconsci nel gruppo di foto considerate meno importanti per il paziente. Mentre proprio quelle sono considerate elementi chiave della terapia.
Tant’è che nell’analizzare le fotografie, l’individuo si trova di fronte a delle fotografie che non vuole considerare o ha tentato di eliminare. Ciò deriva da una sorta di rimozione o anche uno spostamento della tensione. Essa può originarsi creata da uno stato di ansia o di insicurezza presente a livello personale.
Analizzare le foto
Nella fototerapia, vanno considerati sei caratteristiche per l’analisi delle fotografie:
- i soggetti primari
- i soggetti secondari
- i colori, la loro quantità ed il modo di combinarsi tra loro nelle immagini
- il momento dello scatto
- le condizioni dello spazio dove l’individuo scatta la foto
- la quantità di fotografie.
La fotografia come strumento terapeutico per la conoscenza di sé
La fotografia in psicoterapia èuno strumento che indaga e rafforza l’identità. Come pure un mezzo per connettersi con ricordi, pensieri e sentimenti che si trovano nell’inconscio. Infatti, la fotografia comunica attraverso le immagini. E i primi ricordi sono immagini e memorizzazioni. Così, le immagini permettono di far emergere vissuti, ricordi e pensieri.
Conclusione
Le fotografie permettono di andare oltre il linguaggio verbale. Quindi, di far proiettare su di sé significati che per il paziente è complesso o doloroso spiegare e riconoscere a parole.
https://www.periodicodaily.com/martin-parr-e-la-fotografia-del-quotidiano/