La Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo -CEDU- entra in vigore l’1 novembre 1998, con l’obiettivo di garantire la tutela e lo sviluppo dei diritti fondamentali dell’uomo. L’ambito in cui si sviluppa e trova attuazione questo trattato è la cultura e la tradizione dei Paesi europei. Infatti, all’indomani della fine del secondo conflitto mondiale, gli stessi si erano riproposti il superamento delle tensioni passate attraverso una politica comune.
Partendo da questo presupposto, la necessità di garantire la tutela dei diritti fondamentali dell’uomo mira a superare le diversità in un clima di assolta distensione.
La storia della CEDU
La Convenzione, firmata a Roma il 4 novembre 1950 dagli allora 13 Stati aderenti, consta di un testo di 59 articoli.
Al primo assetto originario sono seguite integrazioni, con ben 14 Protocolli aggiuntivi. L’intento è di conferire al trattato non tanto degli approfondimenti, quanto degli adattamenti alle nuove vicende sociali.
Quale è il ruolo della CEDU?
Il ruolo della Convenzione, quindi, non è di carattere sussidiario rispetto agli ordinamenti giuridici interni degli Stati aderenti, sul tema della garanzia dei diritti dell’uomo. In realtà, infatti, vuole garantire la tutela di detti diritti, anche, se necessario, ricorrendo alla Corte Europea dei Diritti dell’uomo.
La Corte Europea dei Diritti dell’uomo
L’art. 35 della Convenzione, quindi, prevede il ricorso alla Corte Europea quando vi sia una manifesta violazione di un diritto fondamentale dell’uomo, indipendentemente dall’aver o meno esperito preventivamente azioni presso istituzioni interne.
Si è voluto in tal modo superare il passaggio obbligato del ricorso agli organi interni agli Stati aderenti, come preventiva azione, e, solo in caso di suo rigetto, proseguire a un livello superiore.
La Corte Costituzionale italiana riconosce nella natura della CEDU una garanzia di una soglia minima di tutela.
Il Regno Unito, invece, che ha partecipato in larga parte alla stesura della Convenzione Europea, ne ha recepito nel proprio sistema interno alcuni articoli.
Aspetti principali della Convenzione
Gli articoli prevedono specifiche tutele, ma mi soffermerò su alcuni di essi per delineare come si è sviluppato il trattato alla luce della società ad esso contemporanea.
Primo diritto fondamentale è quindi quello sul riconoscimento a un equo processo, ovvero il diritto ad essere informato di quanto viene contestato, e conseguentemente il diritto a difendersi personalmente o tramite un legale.
L’art. 8 della Convenzione, invece, si ferma a riflettere sul riconoscimento del diritto al rispetto della vita privata e familiare. Principio, anch’esso, come il precedente, presente nel nostro testo costituzionale.
Aspetto che conferma l’alto livello e modernità della Costituzione italiana, da ritenersi all’avanguardia per l’alto livello di democrazia in essa presente.
Da tutto ciò risulta evidente come la grande cultura giuridica e la tradizione storica europea in generale abbiano posto l’attenzione su aspetti fondamentali per l’uomo, come superamento delle diversità e degli individualismi.
Credo che proprio in quest’ottica vada letto il percorso che ha portato alla promulgazione della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.