sabato, Aprile 19, 2025

La celebrità di Amanda Gorman: tra diritti e “rovesci”

Le questioni razziali esposte dalla giovane autrice Amanda Gorman, hanno sollevato pensieri positivi nella comunità di colore. Sebbene la ragazza sia grata per aver letto la poesia “The Hill We Climb”, che le ha letteralmente cambiato la vita, cerca di rimanere ci piedi per terra e, forse anche la comunità “bianca”.

Quali questioni razziali sollevate dalla Gorman?

Si dice grata e gratificata l’autrice che, dinnanzi al cospetto del Presidente americano, ha fatto valere i diritti della comunità di colore all’interno non solo del paese, bensì del mondo. E noi la proclamiamo, la omaggiamo e ne siamo perfino orgogliosi, ma c’è qualcosa per cui, qualcuno ancora discute e, forse, a ragion veduta. Nei giorni scorsi, è stata molto discussa la questione delle traduzioni dei testi della giovane sognatrice realista. Inizialmente, si erano scelto traduttori provenienti dalla Spagna e Paesi Bassi. Qui si è aperta un questione politicamente corretta o meno, sullo stesso colore della pelle. L’acclamazione a gran voce, è stata la pretesa di vedere tali scritti, tradotti da una persona di colore. E qui si innesta un ulteriore punto interrogativo da soddisfare. Il razzismo esiste solo fra le persone di colore? Perché i testi, necessariamente, devono essere tradotte da persone che abbiano lo stesso colore di pelle dell’autore?

Amanda Gorman ha subito un episodio di profilazione razziale

Il razzismo della meritocrazia

Un bianco quindi, non sarebbe in grado di comprendere il discorso razziale di una persona di colore? E qui, inevitabilmente, si instaura un ulteriore discriminazione verso la razza caucasica? Pare di sì. E non si ha un razzismo etnico, bensì, un razzismo meritocratico. Chi compie un lavoro di tale entità, dovrebbe essere riconosciuto a discapito del colore della pelle, ma per il merito del lavoro che svolge, in modo migliore degli altri. Un susseguirsi di vicissitudini razziali che non coinvolgono sicuramente tutte le etnie assieme. Se il punto “A”, continua a rincorrere lo stesso punto “A”, non avrà mai un confronto con un “B” e tantomeno con un “C”. Le pretese di diritti devono arrivare ovunque, tramite qualsiasi penna, colore, pensiero o credo religioso. Altrimenti si rischierebbe d’avere solo una bell’idea, si, ma chiusa in un cassetto.

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