Secondo il ministro degli esteri congolese i due italiani uccisi oggi in Congo sarebbero stati vittime di un’imboscata. Marie Tumba Nzeza è intervenuta sull’attacco subito stamattina da un convoglio dell’Onu che è costato la vita all’ambasciatore Attanasio, al carabiniere Iacovacci e al loro autista. La Procura di Roma ha incaricato i Carabinieri del Ros di indagare sulla vicenda.
Italiani uccisi in Congo: chi ha attaccato il convoglio Onu?
Proseguono le indagini sull’attentato nel quale hanno perso la vita di Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci. Il ministro degli esteri congolese Marie Tumba Nzeza nel pomeriggio ha dichiarato che miliziani armati avrebbero teso un’imboscata al convoglio carico di aiuti umanitari sul quale viaggiavano il diplomatico italiano e il carabiniere incaricato di proteggerlo. Si sa per certo che la delegazione umanitaria stava viaggiando a ridosso di un importante parco nazionale sorvegliato da guardie ambientali. Lo scopo della missione era portare generi alimentari ai giovani del villaggio di Rutshuru. Gran parte dei media locali da anni denunciano rapimenti, rapine e omicidi che quasi quotidianamente avvengono nella zona. Il fatto che un convoglio diplomatico dell’Onu, carico di aiuti umanitari, stesse attraversando una zona pericolosa senza una scorta militare armata, sta suscitando molte polemiche.
Le prime testimonianze dell’agguato
Secondo testimonianze locali, i terroristi avrebbero attaccato il convoglio Onu, uccidendo l’autista dell’auto nella quale viaggiavano l’ambasciatore italiano e il carabiniere. Successivamente gli assalitori avrebbero condotto Attanasio, Iacovacci e altro personale Onu in una foresta circostante. All’arrivo delle forze dell’ordine locali, i terroristi avrebbero sparato ai due italiani. Vittorio Iacovacci sarebbe morto sul colpo, mentre Luca Attanasio sarebbe spirato poco dopo durante il trasporto in ospedale.
Italiani uccisi in Congo: ecco dove è avvenuto l’attacco
I terroristi hanno colpito il convoglio delle Nazioni Unite una zona del Congo caratterizzata da una forte instabilità. Gran parte della popolazione locale è povera e il principale mezzo di sussistenza è un’agricoltura spesso minacciata da eventi meteorologici estremi. Inoltre, in tutta la regione orientale del paese, operano gruppi armati sia locali che provenienti dal vicino Ruanda che si rendono colpevoli di saccheggi, violenze e omicidi. Nel gennaio 2018 miliziani armati rapirono 2 turisti inglesi. Negli ultimi tre anni almeno 170 persone sarebbero state rapite mentre attraversavano la regione. Ad ora nessuna organizzazione terroristica ha rivendicato l’attacco di stamattina.
Italiani uccisi in Congo: la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta
Mentre le autorità locali stanno svolgendo le indagini su ciò che è accaduto questa mattina, la Procura della Repubblica di Roma ha aperto un’inchiesta. Il reato contestato, al momento contro ignoti, è di sequestro di persona con finalità di terrorismo. Il Procuratore capo di Roma Michele Prestipino ha delegato le indagini ai carabinieri del Ros.
Il ministro degli esteri italiano Luigi Di Maio ha promesso di fare piena luce sull’accaduto. Anche le Nazioni Unite hanno dichiarato di voler indagare a fondo sulla vicenda. Anche l’Alto Rappresentante della diplomazia europea, Josep Borrell è intervenuto sulla tragica vicenda: “Con tutti i ministri degli Esteri Ue, abbiamo espresso la nostra vicinanza al ministro Luigi Di Maio e all’Italia, per la morte di tre persone nella Repubblica Democratica del Congo, fra cui l’ambasciatore italiano Luca Attanasio”. E ha aggiunto: “Siamo sempre determinati a continuare a combattere contro ogni violenza nella regione”.
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