Il gesto di inginocchiarsi è solo un gesto solidarietà che dovrebbe partire spontaneo per onorare tutte quelle persone che sono vittime di razzismo. La Figc non condivide la campagna Black Lives Matters. Peccato che la Costituzione Italiana denigri il razzismo in tutte le sue forme.
Da dove nasce il gesto di inginocchiarsi?
Il 1 febbraio del 1965 Martin Luther King Jr. radunò il movimento per i diritti civili a Selma, Alabama. Nella città la polizia aveva arrestato 250 attivisti che sostenevano il diritto di voto per gli afroamericani. King si avvicinò a Ralph Abernathy, leader del movimento a Selma, e insieme si inginocchiarono sul marciapiede, in preghiera. Il 7 marzo seguente Martin Luther King e altri 600 attivisti marciarono da Selma fino a Montgomery, la capitale dello stato, per ottenere il diritto di voto. Ma la polizia, armata di manganelli e lacrimogeni, li bloccò sul ponte del fiume Alabama e caricò il corteo pacifico. Il mondo chiamò quel giorno il Bloody Sunday statunitense.
Il razzismo sistemico in Italia
Inginocchiarsi per solidarietà è troppo?
Ai calciatori è stato, semplicemente, chiesto di inginocchiarsi per qualche secondo in segno di solidarietà e rispetto verso tutti coloro che nel mondo, ancora, soffrono la discriminazione, l’odio e la violenza. Sicuramente, i ragazzi della Nazionale non sono razzisti. L’inginocchimento non è un gesto divisivo e schierato politicamente. Bisogna traslare le barriere politiche e addentrarci nella sensibilità dell’animo, quasi sperduta, in Italia. Ricordare come, quando e perché è iniziato il movimento Black Lives Matters. Ricordare l’orrore della violenza della polizia nei confronti di un uomo di colore. George Floyd rimasto per 8 minuti e 46 secondi, interminabili, sotto la morsa di un poliziotto. Mentre gridava “I can’t breathe”.
La scelta personale
La Federazione Italiana dovrebbe ricordarsi che i ragazzi della Nazionale rappresentano tutta l’Italia, anche quella multicolore. Ma non solo, anche quell’Italia delle diversità, delle discriminazioni e dell’inclusione. Per dirlo con una sola parola l’Italia solidale. Invece, la Federazione italiana gioco calcio ritiene che “l’imposizione di qualsivoglia comportamento rappresenti in sé una forma di prevaricazione e sostiene la scelta della squadra in occasione delle gare di UEFA Euro 2020, compresa quella con il Belgio di venerdì prossimo.”
I can’t breathe: le parole che sconvolsero l’America
Dare l’esempio: inginocchiarsi per solidarietà
Dunque, la scelta simbolica di inginocchiarsi è personale. Ma, come dice Saviano in un post su Twitter del 26 giugno: “esiste libertà quando non ci sono diritti tutelati? Certo che no. Non è inginocchiandosi che si risolve la lotta contro il razzismo ma è un atto che può permettere agli atleti della nazionale di dare visibilità a questa battaglia. E toccare, perciò, qualcuno che vedendoli inginocchiati si rende conto che stanno omaggiando chi non ha diritti, chi è escluso per genere, per etnia, per cultura.” Il gesto di inginocchiarsi dovrebbe essere il simbolo di chi lotta. Una lotta di comprensione. Qualunque sia il problema è possibile risolverlo. Ci inginocchiamo perché un nuovo cammino è possibile.
Problemi di solidarietà della politica
Quando la Figc dice che i giocatori si inginocchieranno solo per solidarietà nei confronti degli avversarsi vuol dire che la Figc ammette che l’Italia non ha problemi di razzismo, ma solo il Belgio li ha. Vi sono, in questi giorni, diversi discorsi politici per cui vi sarebbe una “nuova sinistra” che vuole dominare il discorso pubblico. Ma se questa nuova sinistra si fa paladina dei diritti umani. Forse è la destra che deve farsi delle domande, perché i temi dei diritti umani sono transnazionali e transpartici. Il limite di un partito può essere il paniere elettorale di un altro. Il fatto più strano di tutta questa vicenda è dare la responsabilità in mano ai singoli calciatori. Ma la Nazionale, rappresenta l’Italia, e l’Italia come scritto nella sua Costituzione, all’articolo 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.” Se si volessero seguire i dettami della Costituzione, il problema non sussisterebbe nemmeno.