In Israele è iniziato il processo contro il primo ministro Benjamin Netanyahu. I pubblici ministeri hanno accusato il premier di uso illegittimo del potere. Il processo è iniziato mentre il presidente Reuven Rivlin sta iniziando i colloqui per la formazione di un nuovo governo. Netanyahu nega tutte le accuse e afferma che è solo una caccia alle streghe.
Israele, Netanyahu a processo: cos’è successo?
Ieri, all’apertura del processo per corruzione, i pubblici ministeri israeliani hanno accusato il primo ministro Benjamin Netanyahu di uso illegittimo del potere. Tutto questo arriva mentre il presidente Reuven Rivlin sta iniziando le consultazioni tra i vari partiti politici per nominare colui che sarà incaricato di formare il nuovo governo. Le accuse rivolte a Netanyahu potrebbero vanificare le sue prospettive di rimanere in carica.
Il procuratore Liat Ben Ari, durate la discussione dell’apertura del processo, ha dichiarato: “Il primo ministro israeliano più longevo ha abusato del grande potere governativo a lui affidato, tra le altre cose, per chiedere e ottenere vantaggi impropri dai proprietari dei media in Israele al fine di far avanzare i suoi affari personali, anche quando ha affrontato il suo desiderio di essere ri -eletto”. Ben Ari ha poi aggiunto: “Ha fatto un uso illegittimo del grande potere governativo che gli è stato affidato. Il rapporto tra Netanyahu e gli imputati è diventato come una merce di scambio”.
Netanyahu: solo caccia alle streghe
Il premier Netanyahu, in abito scuro e con una mascherina nera, era seduto nel tribunale distrettuale di Gerusalemme. Netanyahu, che nega ogni illecito nei tre casi contro di lui, sostiene che si tratti solo di una caccia alle streghe.
Quali sono i casi contro il primo ministro?
Il primo caso sostiene che Netanyahu riceva doni dal valore di centinaia di migliaia di dollari da ricchi amici. Tra questi vi sono il produttore cinematografico di Hollywood Arnon Milchan e il miliardario australiano James Packer. Nel secondo caso, Netanyahu è accusato di aver tentato di orchestrare una copertura positiva su un principale quotidiano israeliano in cambio della limitazione della distribuzione di un tabloid pro-Netanyahu gratuita. Il terzo, soprannominato Caso 4000, afferma che Netanyahu ha sostenuto una legislazione del valore di centinaia di milioni di dollari al proprietario del gigante israeliano delle telecomunicazioni Bezeq in cambio di una copertura positiva sul suo sito di notizie Walla.
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