Israele e Palestina: ancora nessun accenno che suggerisca una fine degli attacchi. La guerra estenuante, senza sosta, che sta sconvolgendo lo Stato di Israele e la Palestina pare non avere soluzione di continuità. È una terra ormai allo stremo delle forze, segnata dalla devastazione che la guerra implica. Purtroppo, come sempre accade in simili circostanze, a pagare lo scotto del conflitto sono i civili che, impotenti, assistono allo scempio e ne subiscono le conseguenze. La guerra tra israeliani e palestinesi è una ferita profonda che si riapre come uno squarcio, non ha mai smesso di sanguinare ed oggi torna a far tremare il Medioriente. Vani, sino ad ora dunque, gli innumerevoli sforzi diplomatici a livello mondiale. L’impegno profuso nell’intento di porre un freno alla follia di questo conflitto non ha prodotto, ad oggi, alcun esito utile.
Israele e Palestina: cosa sta succedendo?
Nella notte tra il 18 ed il 19 maggio scorsi, un’ulteriore escalation di violenza ha interessato la già martoriata Striscia di Gaza. Una terra che pare non poter conoscere pace, Gaza è sotto attacco perenne e i bombardamenti sono ormai parte integrante della routine quotidiana. Raid israeliani, infatti, hanno colpito il territorio di Gaza in diversi punti strategici, provocando almeno tre vittime accertate, tra le quali un giornalista. In tutta risposta i palestinesi hanno reagito attaccando alcune città site nell’area meridionale di Israele. Oltre cinquanta i bombardamenti, circa 1400 i feriti e diverse vittime, insomma, un drammatico bilancio. Un’incessante botta e risposta, tra Hamas e le forze armate israeliane che non lascia scampo a chi si ritrova, suo malgrado, implicato. In uno spaventoso rapporto di causa-effetto, ci ritroviamo dinnanzi ad uno scenario preoccupante in cui il numero dei morti è in forte aumento, e non accenna a placarsi.
Un drammatico punto della situazione
La situazione attuale versa ancora in gravi condizioni e le previsioni non promettono nulla di buono. Infatti, Hamas pare vantare un arsenale comprendente oltre dodici mila razzi. Stimando che ad oggi sono circa 3500 quelli già lanciati da Gaza su Israele, si può facilmente immaginare che le risorse a disposizione consentono di continuare ancora per molto tempo. Dal canto suo Israele non accenna ad abbassare le difese e non nega la volontà di controattaccare sino a quando sarà necessario. Nonostante gli innumerevoli interventi dei leader mondiali, le visite ufficiali e gli appelli nulla ha ancora avuto il potere di conquistare una tregua. Gli Stati Uniti ed il presidente Biden si schierano a favore della causa israeliana, stringendosi al presidente Netanyahu. Recep Tayyip Erdoğan, invece, sostiene i palestinesi e le forze di Hamas, esortandoli a proseguire con la difesa contro Israele.
Dunque, il tentativo di placare gli animi decade e pare non si faccia altro che gettare benzina sul fuoco. Da questo punto di vista, pertanto, risulta alquanto complicato intravedere un accenno di pace ed ogni invito a cessare il fuoco piomba nell’oblio. Nel frattempo a Gerusalemme, Tel Aviv e molte altre citta, le sirene d’allarme antiaereo, ad ogni ora del giorno e della notte, terrorizzano la popolazione.