I repubblicani nazionalisti dello Sinn Féin in Irlanda del Nord annunciano un referendum per l’unificazione entro il 2030. Intanto, è scaduto l’ultimo termine per ripristinare la condivisione del potere nell’Irlanda. Belfast rimane senza governo. Il Sinn Féin e il partito Unionista Democratico DUP sono in disaccordo sul protocollo dell’Irlanda del Nord concordato con Londra per la Brexit.
Irlanda del Nord: Sinn Féin annuncia un referendum per l’unificazione
In Irlanda del Nord i repubblicani nazionalisti dello Sinn Féin hanno annunciato un referendum per l’unificazione entro il 2030. Intanto, il taoiseach irlandese, Leo Varadkar, si è detto rammaricato che il protocollo dell’Irlanda del Nord concordato con Boris Johnson per porre fine all’impasse sulla Brexit sia stato firmato senza il consenso di unionisti e nazionalisti. “Il rammarico che ho è che nello stesso modo in cui la Brexit è stata imposta all’Irlanda del Nord senza il sostegno di entrambe le comunità, il protocollo è stato imposto all’Irlanda del Nord senza il sostegno di due comunità”, ha affermato Varadkar.
L’ammissione è arrivata quando l’ultimo termine per ripristinare la condivisione del potere nell’Irlanda del Nord è scaduto. Le ultime elezioni sono state vinte dallo Sinn Féin e ora il partito Unionista Democratico DUP continua a bloccare la condivisione del potere, punto fondamentale per poter formare un governo in Irlanda del Nord siglato con gli accordi del Venerdì Santo. Gli accordi prevedono che l’Irlanda del Nord debba avere due primi ministri. I due premier hanno poteri assolutamente uguali e costituiscono nei fatti una specie di diarchia: devono governare insieme e se uno dei due si dimette termina automaticamente anche l’incarico dell’altro.
Cos’è il protocollo sull’Irlanda del Nord?
Il protocollo su Irlanda/Irlanda del Nord, comunemente denominato protocollo sull’Irlanda del Nord, è quella parte dell’accordo di recesso Brexit che garantisce di evitare la presenza di una frontiera fisica sull’isola d’Irlanda dopo che il Regno Unito ha formalmente lasciato l’UE il 31 gennaio 2020. Il protocollo tiene conto della situazione peculiare dell’isola d’Irlanda. È stato concordato tra il Regno Unito e Irlanda del Nord e l’Unione europea quale soluzione stabile e duratura intesa a tutelare l’economia dell’intera isola e l’accordo del Venerdì santo (accordo di Belfast) in tutte le sue dimensioni, nonché a salvaguardare l’integrità del mercato unico dell’UE.
Lo scorso novembre il leader del DUP, Jeffrey Doanldson, ha affermato: “Per colpa dei controlli e delle burocrazie imposte dal protocollo, i prezzi dei prodotti in Irlanda del Nord sono aumentati anche del 18% in più rispetto a quelli delle merci che si trovano nei supermercati della Gran Bretagna e siamo in una situazione in cui il governo britannico non può fornirci sostegni sull’Iva perché dobbiamo sottostare ai regimi europei. Il Protocollo minaccia la nostra posizione all’interno del Regno Unito perché da noi in oltre 300 aree sono ancora in vigore leggi e regolamenti europei che hanno impatto sulle nostre vite, ma su cui non abbiamo poteri decisionali”.
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