Nell’ultimo periodo l’Iran ha iniziato a risentire degli effetti delle sanzioni americane, infatti, sebbene il Paese sciita sia esportatore di petrolio, esso ha deciso di razionare la benzina.
Il governo iraniano ha deciso dunque che ogni automobile potrà avere fino a sessanta litri di benzina al mese, e ogni litro di carburante costerà, secondo l’agenzia Irna (Aagenzia di stampa della Repubblica islamica), quindicimila rial al litro, vale a dire, undici centesimi di euro a litro, il prezzo del petrolio è dunque salito alle stelle, aumentando del cinquanta percento.
Il governo di Teheran ha, inoltre, stabilito che sarà possibile avere del carburante extra, ma al prezzo di trentamila rial al litro.
Secondo fonti governative ufficiali, la misura, qui sopra menzionata, è stata presa per impedire che le persone, dai Paesi limitrofi, vengano a rifornirsi di benzina in Iran, Paese nel quale, il prezzo della benzina è molto conveniente.
Il capo dell’organismo di pianificazione economica della Repubblica islamica, dopo l’annuncio di questa misura restrittiva, ha dichiarato che il surplus derivante dalla vendita di petrolio sarà destinato alle famiglie in difficoltà, le quali, a causa della crisi economica, cercano di affrontarla prestando servizio come tassisti o come trasportatori di merci.
In realtà, se l’economia iraniana è in crisi, è soprattutto a causa delle sanzioni statunitensi, che hanno messo in crisi soprattutto l’esportazioni di petrolio, che secondo alcune informazioni sono le principali fonti d ricchezza del regime sciita.
A confermare la grave crisi che sta attraversando l’Iran, è anche il Fmi ( Fondo monetario internazionale) che, in base agli ultimi dati, prevede una contrazione economica del nove percento mentre l’inflazione, sebbene sia diminuita di quasi dieci punti rispetto all’anno scorso, si attesta al trentacinque percento.
Viste le attuali e difficili condizioni economiche che sta atraversando, il presidente Rohani ha dichiarato: ” Non abbiamo mai avuto così tanti problemi nel vendere petrolio e nel consentire la navigazione alla nostra flotta di petroliere. Come possiamo amministrare il Paese se non riusciamo a vendere petrolio?”
Secondo il Fondo monetario internazionale, le gravi condizioni economiche, nelle quali versa attualmente l’iran, sono pari a quelle che il Paese ha vissuto durante l’occupazione anglosovietica nella Seconda guerra mondiale.
Non si sa ancora quale sarà l’effetto a lungo termine delle misure messe in atto dal governo iraniano, tuttavia la crisi non ha solo peggiorato le condizioni economiche della popolazione, ma, secondo alcune fonti stampa, ha aumentato anche il malcontento contro il regime iraniano.
Nell’ultimo periodo, però, il presidente Rohani ha cercato comunque il sostegno della sua popolazione, in partiolare quello dei giovani, nella lotta contro gli Stati Uniti, egli ha dichiarato infatti che: ” Le giovani generazioni devono capire che gli Usa non sono, e non saranno mai, amici delle Nazioni della regione e dei musulmani”
Nelle parole del presidente è dunque evidente l’impossibilità, per adesso, di un possibile dialogo tra Iran e Stati Uniti per abbassare la tensione, che si ulteriormente innalzata, in seguito alla violazione dell’accordo sul nucleare siglato nel 2015.