Anche l’Ajatollah Khamenei, il capo supremo del mondo sciita, si è aggiunto al coro dell’accordo nucleare. Accordo che mia come ora sta creando un subbuglio di grandi proporzioni, una guerra dialettica tra Usa e Iran che potrebbe avere effetti nefasti se non controllata. Khamenei è intervenuto in televisione in occasione dell’anniversario delle proteste di Tabriz del 1978, che aprirono le porte della rivoluzione che cacciò lo Shah Reza Pahlavi. Il leader ha parlato dell’accordo nucleare, degli Stati Uniti e dell’Iran che secondo lui sta svolgendo ottimamente il suo compito.
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Cosa ha detto l’Ajatollah Khamenei sul nucleare?
“Abbiamo sentito molte belle parole e promesse che nella pratica sono state infrante e sono state intraprese azioni opposte”, ha detto Khamenei in tv. “Le parole e le promesse non vanno bene. Questa volta (vogliamo) solo l’azione dall’altra parte, e di conseguenza agiremo anche noi “.
L’aspetto centrale del discorso, già oggetto di discussione del capo supremo mesi addietro, riguarda anche le sanzioni. Assolutamente intollerabili e controproducenti per un paese, l’Iran, che secondo il suo leader religioso e spirituale, ha sempre rispettato i parametri imposti nei trattati internazionali.
Le sanzioni: uno strumento Usa anti-Iran?
Imposte dall’ex presidente Donald Trump dopo che quest’ultimo è uscito dall’accordo firmato nel 2015 con le altre potenza nucleari, le sanzioni non sono altro che il riflesso delle mancate osservanze iraniane dei parametri imposti 6 anni fa. Con l’amministrazione di Joe Biden gli animi si sono leggermente calmati, ma la tensione è ugualmente elevata. Per il neo presidente Usa ciò che occorre è che l’Iran adempia ai suoi impegni che ha iniziato a non rispettare nel 2019.
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